Ho ricordi frammentari di un
piccolo PuroNanoVergine, settenne o giù di lì (vergine in quel caso per ovvie
ragioni anagrafiche, l’illibatezza dei decenni successivi, al contrario, causa
difficoltà relazionali con il gentil sesso) ospite del Sacco di Milano per
l’asportazione di un’appendicite subacuta prossima alla peritonite.
Il ricovero occupò due settimane
del mese di febbraio, l’attesa dell’intervento protratta causa “reumatismi”
(non che la cosa mi dispiacesse, fifone com’ero, e come sono, di aghi, punture,
bisturi, anestesie, chirurghi…).
Nei quindici giorni di degenza… divenni la mascotte dei compagni di sventura con i quali dividevo la medesima stanza (su tutti l’Ermanno e il Gildo, uomini che mi sembravano vecchissimi, altissimi, simpaticissimi e buonissimi, angeli custodi che mi consolavano quando l’infermiera sadica mi penetrava le natiche o, peggio ancora, l’esile braccio per prelevare del puro sangue).
Nei quindici giorni di degenza… divorai, come ogni bimbo dell’epoca, il Cuore del De Amicis, a volte steso sul mio lettino, a volte vagando per i corridoi dell’ospedale o ancora ospite nelle camere di gentildonne ricoverate (si era sparsa voce delle mia abilità di minuscolo lettore) alle quali declamavo brani del libro (solo ora immagino che nell’ascoltarmi, e ancor più nell’osservarmi, quelle signore vedessero in me un possibile protagonista deamicisiano, il Piccolo Lettore Appendicitico, morto per onore della Patria e della Letteratura, in una invernale sala operatoria milanese, tenendo nella mano destra la copia amata del Cuore).
Nei quindici giorni di degenza… in uno dei quindici giorni, in particolare, mi capitò di incrociare um medico che, vai a capire il perché, mi prese per mano e mi chiese di seguirlo nella cameretta della Esther, una bimba bionda, più o meno mia coetanea, con la quale avevo fatto amicizia (e forse qualcosa in più dell’amicizia: se non era stato “limone duro” poco c’era mancato).
Il dottore, cardiologo, si avvicinò alla biondina, le alzò la vestaglietta, le pose lo stetoscopio sul petto e iniziò ad auscultare.
Durò pochi secondi poi, a sorpresa, mi passò l’aggeggio e mi disse: “Ora ascolta te”.
Imbarazzo totale, la prima volta che “toccavo” il cuore di una donna, per quanto piccina, un cuore che, lo sentivo chiaramente, batteva di un battito accelerato, tum, tum, tum, tumtum, tumtumtum, tumtumtumtum, batteva di un battito innamorato, innamorato del sottoscritto.
Durò pochi secondi poi, purtroppo, lo stetoscopio tornò nelle orecchie del legittimo proprietario.
Ho ricordi frammentari di un piccolo PuroNanoVergine, settenne o giù di lì, che una trentina di anni dopo (e anche più) non può non ringraziare quel dottore (o dutur, direbbe lui), grazie al quale l’universo femminile per alcuni indimenticabili, emozionanti, secondi, fu a portata d’orecchio (le difficoltà relazionali con il gentil sesso di là da venire) perché, avrebbe sempre detto il dutur, o più che detto, cantato, per sentire il cuore ci vuole sì lo stetoscopio, ma, per l'appunto, pure l’orecchio.
20 commenti:
Ecco perché si vuol tornare bambini :-)
E scusa non hai detto nulla alla ragazzina?
Mi manca Cuore. Devo leggerlo.
@Cristina
Non saprei risponderti (è veramente passato troppo tempo).
Ho scritto di getto questo post per ringraziare Enzo Jannacci che si dimostrò gentile e umano con un PNV veramente piccino.
no way!
e poi ti lamenti della vita... :-)
http://www.youtube.com/watch?v=985ll33DMfs
@ciku
Non mi lamento però della mia infanzia, piena di speranze... disattese ;-)
Ma che tenero, signor PNV. Si merita un bacino casto e PURO sulla guancia.
Però potrebbe andare in giro con lo stetoscopio e auscultare il cuore delle donne con la scusa di voler riprovare un'esperienza indimenticabile!
@Silver Silvan
La ringrazio per il casto e PURO bacio.
Lo stetoscopio funzionava con una bimba piccola.
Alla mia età (con donne di pari età, anno più, anno meno) verrei menato senza alcuna pietà :-)
Mica detto. Si travesta da Charlot! Io dico che non la menano!
Qquesto pezzo è struggente, bellissimo, una vera chicca, PNV.
Anch'io ho tolto l'appendice a 7 anni, anch'io ho letto Cuore, anch'io a volte avevo "i reumatismi" (ma era una fissazione, allora, una moda ! E che mi dici delle iniezioni mensili di penicillina?), anch'io sono - miracolosamente, ancora- bionda.
Ma non ero io la bimba: non ci siamo con l'età, né ho avuto fidanzati in ospedale, né ho mai incontrato - purtroppo- Enzo Jannacci, uno dei miei miti.
mi piace molto qui, il tuo blog, complimenti e tanti auguri di buona pasqua! :)
@Toniq
Ti ringrazio per i complimenti, ma è solo un piccolo post ;-)
Le iniezioni di penicillina mi mancano (per fortuna!).
Sull'età intuisco che sono troppo vecchio per essere tuo coetaneo :-)
Mi consolo con Jannacci.
@Elisabetta Pendola
Grazie tante e benvenuta.
Auguri di Buona Pasqua (e pasquetta).
E poi mai più.
@pyperita
Non ho capito (???)
Io i pezzi ce l'ho ancora tutti, non so per quanto. Sono allergica alla penicillina. Non sono bionda. A sette anni mi hanno ricoverata, ma per togliermi otto denti (o erano sei? Ora li conto. Sono ventiquattro, come le ore, d'ora in poi me lo ricorderò. Dodici sopra e dodici sotto. Allora me ne hanno tolti sei). Qui c'è il sole. Pure le nuvole. Le farfalle svolazzano. Anche gli uccellin, ma quelli cantano pure. Buona pasquetta.
Signor PNV, rimanga vergine, mi raccomando. Altrimenti la ribattezzeranno gnomosessuale!
@Silver Silvan
La prego, si fermi coi denti: otto alla volta e in un batter d'cchio (o di mascella) si ritrova senza :-)
Sulla verginità nessun problema: non posso assolutissimamente perderla (pena chiusura del blog).
che bei ricordi
grazie
@yetbutaname
Bei ricordi sì, vaghi visto il tempo trascorso.
Grazie a te.
tu sì che sai ascoltare le donne. Bella storia, davvero
@plus1gmt
Mi limito all'ascolto.
Grazie.
Bello.
E bravo il Dutùr.
@Vale
Grazie e bentornata.
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