Settimana dopo settimana il sospetto è aumentato perché,
passi pure il filetto di cernia al martedì, concediamoci il bis del mercoledì,
ma la tripletta del venerdì non poteva non alimentare dubbi.
“Ma le pare una mensa aziendale da filetto di cernia, tre volte
la settimana?” sarcastica domanda dell’Ingegner Borghetti.
“Beh, direi di sì, perché no?” la mia replica poco
convinta.
“Perché in questo schifo di posto ci rifilano solo gnocchi
gommosi con sugo di pomodoro acquoso.” interviene la Meneguzzi, la supertettona
del marketing.
“Per non parlare della frittata al bicarbonato, alta tre-centimetri-tre,
che ti si appiccica ai denti e non riesci a schiodartela.” il viso porpora del
mio collega, il geometra Bastianelli.
“E aggiungiamoci la bistecca ai ferri che per tagliarla ci
vuole la motosega.” rincara la dose il Borghetti.
“E la macedonia di frutta, macedonia per modo di dire
visto che è fatta solo di pezzi di pera, pezzi per di più avanzati dal giorno
prima.” l’accusa infamante del Camisasca (il centralinista).
“Suvvia signor
Camisasca, come può riconoscere un pezzo di pera avanzato del giorno prima?”
ironico PNV.
“Lo riconosco, eccome se lo riconosco. Giovedì l’altro ho
preso la pera che stavo mangiando e l’ho colorata sulla punta con
l’evidenziatore blu, ho lasciato il pezzo evidenziato, mica sono scemo a
papparmi una roba sporca di pennarello, e il giorno dopo, il Venerdì, quando di
solito ti rifilano la macedonia monoingrediente, mi sono ritrovato il pezzo di
pera blu nella mia ciotola”.
“Quando si dice il Caso” l’ironia lascia per un attimo
posto all’inquietudine (attimo necessario a ricordarmi della paranoia del
centralinista).
“Parliamoci chiaro: gli gnocchi fanno schifo, la frittata
pure, la bistecca ai ferri è immangiabile, la macedonia è preparata con pezzi
di ricambio, chissà perché solo la cernia deve essere autentica cernia doc, di
ottima qualità, servita il martedì, il mercoledì e da oggi pure il venerdì!?”
chiosa finale della Meneguzzi.
“Politica della mensa. Non potendo garantire una media
qualitativa decente per tutti i piatti, hanno deciso di focalizzarsi sulla sola
cernia, di farne il loro core business.” sulla mia ultima frase gli sguardi
compassionevoli dei compagni di pranzo.
“E poi quel coso lì…” il Borghetti indica schifato il pesce
bianchiccio che attende le mia famelica bocca “…non lo vede come è pallido? Ma
lei PNV, non sa che la cernia, la vera cernia, ha una doratura tutta sua?”
“Davvero?”
”Certo. Quel coso lì non è cernia ma…” qualche secondo, ben dosato, di silenzio,
per creare la giusta suspence “… ma pangasio.”
“Pan… che?” nella sua stranezza, un nome originale e
divertente.
“Pangasio. Ne hanno parlato allo Speciale Tivvu Sette di mercoledì
sera. È allevato in Asia, nel terribile fiume Mekong, il fiume più avvelenato
del mondo…” boccuccia a forma di disgusto dell’Ingegner Borghetti “… e adesso
quei maledetti musi gialli lo esportano pure da noi, nelle nostre mense che
sono ben contente di rifilarci un pesce che costa poco e…”
“Ed è buono.” interrompo l’indignazione del mio
interlocutore.
“Buono alla bocca, ma mica alla salute.” il Bastianelli
interviene in soccorso dell’Ingegnere.
“Ora mi spiego la gastrite che mi tormenta da quasi tre
mesi.” è sempre il Bastianelli a parlare.
“Non mi dica, geometra, non mi dica. Anche il mio stomaco
si lamenta. Mi manda certe fitte talmente forti che partono dalla pancia e mi arrivano
su su, fino al petto.” otto occhi maschili alla vana ricerca di fitte
misteriose, affondate, ben nascoste, nella quinta abbondante, un poco flaccida a
dire il vero, che la
Meneguzzi, donna generosa, evidenzia con decolletè da
combattimento.
“Sfido io che uno poi sta male. Certi pomeriggi sento
l’intestino che si contrae tutto, poi si espande, poi manda pure dei suoni,
sembra quasi che fischi, come il rumore di una tormenta che fa FIUUU, FIUUU…”
il Camisasca è un bravo affabulatore, paranoico, ma con una buona favella “…
chissà che intrugli chimici ci sono dentro quel pesce. Intrugli che sono capaci
persino di far fischiare le budella! Magari è pure radioattivo!”
“Non esageri Camisasca. Se fosse radioattivo non sarebbe
pangasio, ma filetto di Cherniabil. Ahahah!!”
“La fa troppo facile, PNV. Anche la mia responsabile, la Dottoressa Tumerlani,
da quando si è data alla presunta cernia le è venuta…” la Meneguzzi segue il
metodo Borghetti, un istante in surplace e poi “… le è venuta la vaginite!”
“Vaginite? Per del pesce?” dietro la rivelazione della
collega deve esserci un’invidia per la capo ufficio più giovane e attraente di
lei (tette escluse).
“Certo. Il pesce è spesso causa di vaginite!” rimbecca la Meneguzzi.
“Se al pesce
attribuisce un doppio senso.”
”Come si permette, PNV? Ma quale doppio senso! Io sono per il senso unico. Se
lo ricordi!”
Evito approfondimenti imbarazzanti, cambiando commensale.
“Lei, Ingegner Borghetti, lei non soffre di nulla?”
”No, perché la cernia l’ho gustata una sola volta e mi è bastato.
Mica come il povero Pedrazzoli, il magazziniere, che, poverino, ogni volta che
prova a parlare biascica le parole e non si capisce un bel nulla.”
“Ma il Pedrazzoli ha il labbro leporino, mica è colpa del
pangasio!” va bene tutto, ma non posso consentire a un Ingegnere di ignorare la
logica.
“Sarà?! D’altronde certe disgrazie uno se le porta dietro
dalla nascita. Vero, caro il mio PNV?” la domanda del Borghetti è inutilmente
perfida.
“Si riferisce al metro e diciotto di bassezza?”
“Purtroppo sì. Alcune disgrazie sono insite nel DNA, ma
altre… altre, uno se le procura, a forza di mangiare del pangasio!”
“Ora non la seguo, Ingegnere?!” guardingo, attendo
spiegazioni.
“Lo sguardo, PNV. Non si è accorto che da qualche tempo in
qua, lei ha uno sguardo da pesce lesso?”
“Davvero?” l’osservazione mi ferisce quanto, se non più,
del riferimento all’altezza.
Come se non bastasse:
“L’Ingegnere ha ragione. Da quando mangia quel pangasio,
le sono venuti due occhi da pesce lesso che la rendono proprio brutto e
insignificante.” la sentenza di condanna della Meneguzzi sembra senza appello.
E sì che avevo un fatto un pensierino, un piccolo sozzo pensierino, ipotizzando
un incontro ravvicinato fra la mia avida boccuccia di nano vergine e le immense
colline bianche, seppur un poco flaccide, dell’addetta al marketing.
“PNV, dia retta a me. Eviti il pangasio. Lo lasci lì e la
prossima volta, martedì, prenda una mozzarellina.” suggerimento gastronomico
del Bastianelli.
“Una mozzarella, una semplice mozzarella.” rincara il
Camisasca.
“E mozzarella sia.” sospiro di sollievo della Meneguzzi.
“Ma quale mozzarella!” il nano di sua natura è testardo.
“In primis, seguendo il vostro ragionamento, la mozzarella
potrebbe essere adulterata e pericolosa quanto la cernia o pangasio che sia. In
secundis, sarà pur vero che il pangasio sia altamente tossico, che provenga dal
fiume Vietcong…”
“Mekong” corregge l’Ingegnere.
“… Mekong, che contenga
chissà quali intrugli chimici, che provochi gastriti, tormente intestinali,
vaginiti, labbra leporine, e altre malattie ancor più terribili, mortali, ma
io, se permettete, continuerò a mangiarlo, se non altro perché apprezzo, di
questa schifosissima mensa, la correttezza, la trasparenza, l’onestà di chi la
dirige. Ci stanno avvelenando con del pesce contaminato, ma hanno avuto il
coraggio di ammettere l’avvelenamento ed io, per questo atto di estrema
sincerità, non posso far altro che continuare, ogni martedì, mercoledì e
venerdì che si rispetti, a deliziarmi il palato con questo inarrivabile filetto,
ora che il pesce lo hanno finalmente chiamato col proprio nome (1).”
(1) a chiamata, il pesce ha risposto
17 commenti:
Che esilarante post fantozziano!
Sei proprio bravo, PNV.
Se non ci hai mai pensato, ti invito a provare a scrivere un libro.
Io lo comprerei di sicuro.
Anche io lo comprerei! Signor PNV, come possiamo convincerla?
Il suo stile è morbido e fondente, signor PNV. Ci pensi!
Anche fendente, direi.
@Silver Silvan
@Straf
Grazie per i complimenti.
Lo stile fondente mi piace (con una percentuale di cacao alta, sull'85% :-)).
Sul libro: in realtà ne ho scritto uno che non ha trovato pubblicazione.
Potrei consolarmi dicendo che, se penso a certe boiate che vengono pubblicate, la mancata pubblicazione è ingiusta, ma se penso ad altre cose che sono pubblicate, a opere di veri scrittori, beh, se penso questo mi rendo conto che non meritava la stampa.
Essù, signor PNV! Ma a che scrittori pensava, a Proust?!
Ah, non era un complimento, era una constatazione. Ci tengo a precisarlo. I complimenti li fanno i paraculi. Mai stata paracula in vita mia.
Signor PNV, ha già due fan molto convinte del suo stile fondente fendente fondante e fiondante. Si organizzi. E la smetta di modellarsi sui defunti. A meno che non preferisca la decomposizione alla composizione.
Sarei curiosa di leggerlo.
Tanti scrittori, ora famosi, sono stati rifiutati, qualche volta.
Proprio un sacco, sai?
@Silver Silvan
Mi organizzerò, lo prometto ;-)
@Straf
Ovviamente non demordo (vorrei scriverne un secondo, ma in questo periodo, per questioni varie, mi manca il tempo).
Ma ne scriva un minuto, che diamine. Non è consigliabile la fretta, nello scrivere.
Signor PNV, ora che ci penso il secondo l'ha già scritto. Il filetto mortale! Il primo l'ha già scritto, il secondo pure, ora può passare al contorno, altrimenti vada dritto al dolce.
@Silver Silvan
Mi fermo comunque prima di arrivare alla frutta.
Ma come?! Io avrei aspettato anche l'ammazzacaffè!
L'ha letto il Rossari? Un po' me lo ricorda, l'avevo pensato anche allora. Ce la vedo a scrivere un libro di esilaranti racconti surreali. Noto, da sola (!!!), che ho scritto che lei mi ricorda qualcun altro e non il contrario! In fondo leggevo lei prima del Rossari. Ovviamente me ne sono chiesta il motivo. Vuole saperlo? Non importa, glielo dico lo stesso. Un libro sa di struttura e di concretezza, un blog no. Traduzione: i suoi post somigliano a qualcosa che potrebbe avere una struttura e una concretezza, non può essere il contrario. Le piace la mia risposta alla mia domanda? A me sì, moltissimo!
@Silver Silvan
La risposta mi è piaciuta molto!
Sì, del Rossari mi aveva parlato.
Non sono del tutto d'accordo sulla mancanza di struttua e concretezza del blog (non del mio blog, ma del blog in generale) anche se un libro,
forse banalmente per una questione fisica, è più "organico".
Su, signor PNV, è un luogo virtuale! Cosa vuole che abbia di concreto? Ma soprattutto chi la fa la struttura? Chi c'è dietro, direi. Che struttura vuole che abbia lo stuolo di gente fasulla che c'è dietro ai blog? Certo, le eccezioni ci sono. Non a caso, si notano per quello! Il libro, una dimensione, ce l'ha! Il blog no. Ha solo un aspetto.
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