domenica 18 maggio 2014

Strega comanda color



Vi parlerò di un bambino di nome Archimede.

Un bambino di quattro anni che frequentava l'asilo Comunale di... (il paese non ha importanza).

Dovete sapere che Archimede era il più grande campione di STREGA COMANDA COLOR di tutto l'asilo.
Ogni volta che la maestra, la signorina Pietropaoli, diceva "su bambini da  bravi,  venite  qua che  si  gioca  a STREGA COMANDA COLOR" Archimede era il primo ad accorrere in modo da essere prescelto per stare sotto.
Lo divertiva un casino scegliere un colore e inseguire gli altri bambini che, immancabilmente, finiva con l'acchiappare prima che potessero toccare un oggetto del colore da lui indicato.
La cosa strana, quasi incredibile, stava nel fatto che  Archimede era  piuttosto gracile di costituzione e per nulla portato per la corsa.
Eppure, Carota Archimede (Carota perchè rosso di capelli, le guance piene di lentiggini) durante le partite di STREGA COMANDA COLOR non si lasciava scappare neppure una preda.
Tutte le volte che giocava, catturava chiunque volesse, persino il velocissimo Arrigoni Giampaolo che sarebbe divenuto campione italiano dei 110 metri ostacoli.

Quel pomeriggio, però, il pomeriggio del 28 Aprile 19...  (l'anno non ha importanza), le cose non andavano bene come al solito.

Archimede aveva scelto nell'ordine il rosso, il verde e il giallo e tutte e tre le volte non aveva catturato alcun bambino.
Anzi, mentre inseguiva la sua amica Paoletta, era scivolato su una buccia di banana buttata per terra da Zuccotti Filippo (un cicciobombo di 94 chili pluriripetente: a otto anni frequentava ancora la seconda asilo) ed era andato a sbattere con la capoccia contro uno dei pali in ferro che sostenevano la  più grande delle altalene della Scuola Materna.

Dopo un attimo di stordimento aveva ripreso la corsa, ma ormai Paoletta (e con lei tutti gli altri compagni di gioco) si era messa in salvo.

Avreste dovuto vedere l'espressione del povero Archimede in quella occasione.

Lui, Carota Kid, il più grande cacciatore di STREGA COMANDA COLOR  di  tutti  i tempi, messo in ridicolo da un gruppo di mocciosi di quattro o cinque anni.

Una cosa intollerabile!

Si fermò un attimo per riprendere fiato e per  riordinare le idee.
Cercò di concentrare l'attenzione su quanto lo circondava : doveva chiamare un colore che fosse difficile ritrovare negli oggetti e nelle cose più vicine agli altri bimbi.
.
Improvvisamente uno strano sorriso gli rallegrò il viso.
Ora c'era!
Aveva scovato il giusto colore!
Aprì, leeentaaameeenteee, la bocca e disse:

"STREGA ... COMANDA ... COLOR ... ... BLU".

Come nelle precedenti occasioni l'asilo si trasformò in un campo di battaglia. 
Bambini che scappavano a destra, a sinistra, di sopra, di sotto, in mezzo, sui lati, mentre il temibile Archimede Zanaboni, con un'espressione che avrebbe spaventato pure il pirata Barbanera, inseguiva prima uno, poi un altro, poi un altro ancora, nella speranza di catturare qualche fuggitivo.

Le cose, anche questa volta, si stavano però mettendo male.

Arrigoni Giampaolo si era salvato toccandosi le stringhe dei suoi scarponcini di camoscio alsaziano.
Paoletta aveva abbracciato il copricapo della statua del nano Brontolo.
Zuccotti Filippo teneva tra le mani una carta, color blu, con la quale era confezionata l'ennesima tavoletta di cioccolato alle nocciole che si apprestava a ingurgitare quel pomeriggio.
Pierino Zomegnan aveva appoggiato con delicatezza le sue manine sul posteriore della minigonna blu della signorina Pietropaoli che si era girata rifilandogli un ceffone terrificante (il povero Pierino era entrato in rotazione sul proprio asse continuando a girare su sé stesso per una buona mezz'oretta).
Archimede si fermò in mezzo al cortile dell'asilo e, per un attimo, la Disperazione Assoluta si impadronì di lui: non sapeva più chi inseguire.

Accidenti!
Di nuovo beffato!

Mentre pensava, sconsolato, che avrebbe dovuto stare sotto per la quinta volta consecutiva, il suo sguardo incrociò quello di una bambina ferma, immobile, distante da lui una decina di metri circa.   La fanciulla non stava toccando nulla che fosse di colore blu.

Lei lo guardava e sembrava che gli dicesse: "Vieni Carota, vieni a prendermi, così la prossima volta toccherà a me rincorrere gli altri bambini e tu potrai riposarti".

Archimede non aspettò un secondo di più, pronto a raccogliere un richiamo così allettante.
Corse verso la bimba (ma perchè lei si stava portando le mani sugli occhi?) e, una volta raggiuntala, disse:

"Presa! Presa! Ti o presa, iè iè!".

"No, non mi ai preso!" rispose la fanciulla togliendo le mani dal viso "non lo vedi che io cio gli occhi blu blu blu?"

Era vero.
Archimede si trovò di fronte due fari (due lampioncini) blu che lo tramortirono.
La bambina, accortasi che Carota Kid era fermo, impietrito davanti a lei, gli disse:

"Ei bambino, cosa ce? Non stai bene? Mi dispiace che non mi ai preso! Perchè non mi rispondi?
Io sono Simonetta, Simonetta Contardi, ma la mia mamma e il mio papà mi chiamano Simo! e invece il mio findanzato, che cia sei anni fa la prima elementare e si chiama Ludovico e mangia  sempre il ciuingam, mi chiama solo stellina bella! e poi quando Ludovico mangia tanta Nutella diventa ancora di più dolce e mi dice che sono la bambina di più bella di tutto il mondo e mi da un bacione sul nasino! io divento rossa rossa ma Ludovico mi dice che sto bene con le guanciotte rosse e con gli occhi blu perchè sono come il colore della maglia della squadra del Bologna! e tu bambino come ti chiami?"

"Aa aar chi iii ime eee de"  rispose  balbettando  Archimede  che poi, velocissimamente, disse "adessoscappochemiscappalapipi`".

Carota Kid partì di filata, più veloce di un razzo interstellare, in direzione del gabinetto che si trovava in fondo al cortile (subito dietro le siepi del giardino della Scuola Materna).
Mentre correva sentiva il corpo tremare e un peso sullo stomaco che gli rendeva difficoltoso il respiro.
Non riusciva a capire bene cosa fosse: per la prima volta in vita sua provava una sensazione  unica, sconvolgente, indescrivibile ...

* * *

Sono passati un po’ di anni da quando Archimede giocava a  STREGA COMANDA COLOR con Simonetta e con gli altri suoi amichetti.
Da allora ha provato nuovamente (seppur  con  intensità  minore) quella "indescrivibile sensazione".
Una sensazione, o per meglio dire un sentimento, che i bambini un poco più grandi di Archimede usano definire semplicemente amore.

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi è piaciuto tanto questo pezzo, Archimede! Diverso da tutti gli altri, come un amore è diverso da tutte le altre storie surreali di Buzzy. Mi fai provare una -benevola, sia chiaro - invidia BRAVO, BRAVO, ancora!
PS: L'invidia può essere benevola? Forse no, forse lo si dice solo per salvare la forma?;-)
la Lisistratica (in fibrillazione atriale)

Silver Silvan ha detto...

Ahahahah, che fantasia! O c'è qualcosa di autobiografico, signor PNV? Comunque, la ringrazio. Non avevo mai capito in cosa consistesse quel gioco lì. Io non ci ho mai giocato in vita mia, sarà grave?

Anonimo ha detto...

PNV, è fantastico!Da rileggere con calma appena possibile.

PuroNanoVergine ha detto...

@Lisistratica
Non devi proprio essere invidiosa (i tuoi articoli sulla rivista di Sub sono lì a dimostrarlo ;-))

@Silver Silvan
Di autobiografico vi sono gli occhi blu della bambina (ma "indossati" da una bimba decisamente più grande).
Per il gioco direi di no, si sopravvive anche senza conoscerlo.

@Sefora Haboker
Grazie!

Silver Silvan ha detto...

Sì, ok. Ma allora la strega che comanda i colori, chi è?!

Anonimo ha detto...

Mi sono chiesta se si tratta di un altro scritto di Buzzati o Archimede, detto Carota Kid, vuole rappresentare PNV piccolo (che tenerezza!) mentre gioca all'asilo.
Bella la descrizione del gioco coi bambini che fuggono rumorosamente da tutte le parti alla ricerca dei colori e bella la descrizione dei sentimenti del piccolo Archimede, il suo orgoglio di essere il migliore a “Strega comanda color”, l’amore di bimbo nei confronti di Simonetta e, probabilmente, la delusione sapendo che lei è fidanzata con un bambino di prima.

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Domanda alla quale neppure Schopenhauer potrebbe rispondere: si figuri un povero nano :-)

@Sefora Haboker
No, è un racconto mio (la differenza con Buzzati è purtroppo evidente: magari scrivessi come lui).
In effetti Simonetta era già fidanzata.

Anonimo ha detto...

Scusami, PNV, se ti parlo dandoti del ‘tu’. Perché vorresti scrivere come Dino Buzzati? Tu sei tu e devi scrivere come scrive PNV, con il suo modo di manifestarsi ed esprimersi diverso da quello di qualunque altra persona, con la sua particolare sensibilità, con quello stile che è originale in ognuno di noi proprio perché determinato da differenti esperienze di vita
Ti immagini se fossimo tutti uguali, o se tutti scrivessimo nello stesso modo? Che noia sarebbe il mondo! Mi dispiace per Silver Silvan che adesso mi bacchetterà, mi dirà che la infastidisce chi sparge consigli non richiesti, e va bene. Non userò la forma impersonale: ognuno migliori al massimo quello che ha e tu, PNV, di certo non hai da invidiare niente a nessuno. Io la penso così. Amen.

Silver Silvan ha detto...

Non si monti la testa. Silver Silvan nel suo commento non trova niente da commentare. Non le dice proprio niente, il suo commento, men che meno per bacchettarla.

PuroNanoVergine ha detto...

@Sefora Haboker
Mi sono espresso male.
Scrivere come Buzzati non nel senso di imitarne lo stile (ognuno ne ha, per forza di cose, uno proprio, a meno che non provi a scimmiottare quello di un altro), ma di avvicinarsi alla qualità della sua scrittura.

Anonimo ha detto...

OK, PuroNano, avevo capito bene la tua frase, sono stata io a esprimermi male e a non farmi comprendere (come spesso mi accade), cercavo di dire che, nella tua originalità, la tua scrittura, che appare ben padroneggiata, è ad un livello ottimo, ed è adeguata ai contenuti, che sono interessanti. E potrei dire altro ma, per chiudere, dico solo: E vada Buzzati!Sefora

Silver Silvan ha detto...

http://puronanovergine.blogspot.it/search/label/PuroNanoVergine%20e%20le%20donne

Ma è fissato, con gli occhi blu!

PuroNanoVergine ha detto...

@Sefora
Grazie ancora per il bel commento.

@Silver Silvan
Complimenti per la ricerca (chissà: le due blu-protagoniste saranno forse la medesima persona? ;-))

Silver Silvan ha detto...

La sua domanda mi ha indotta a chiedermi cosa intendesse per "occhi blu". Che razza di colore sarebbe? Così sono ricorsa a google e l'unico risultato accettabile è questo, secondo me. Gli occhi blu sono così, secondo me.

http://immagini.4ever.eu/data/674xX/persone/bambini/bambino-con-gli-occhi-blu-156894.jpg

Ma io, personalmente, non conosco nessuno con gli occhi di quel colore! Quindi non so risponderle! Non è che conosce la madre di quel pupo, per caso?

Silver Silvan ha detto...

Studi!

http://it.wikipedia.org/wiki/Colore_degli_occhi

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Il colore è quello del bimbo (l'espressione però è diversa: decisamente meno inquietante).

Silver Silvan ha detto...

Caspita, è bellissimo quel colore! Però si ricordi anche che ...

http://youtube.com/watch?v=AP0d66kkKQQ

Silver Silvan ha detto...

Ahem, il bimbo è una bimba!

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Indubbiamente anche le gambe hanno un loro fascino.

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