Sono lì, l’espressione inebetita, ad osservare l’ultimo
DVD delle “Imperdibili Previsioni del Tempo del Colonnello Bernacca” (48
puntate, racchiuse in 6 cofanetti con barometro in omaggio) che si conclude
con: “Nebbia in Val Padana prevista per la giornata di venerdì 19 Settembre 1975”
Il tempo (non meteorologico) di estrarre il DVD dal
lettore, di chiedersi come concludere la serata (escludendo a priori
accoppiamenti con disponibili fanciulle, sono vergine per definizione;
strafogamenti a base di riscaldate lasagne al pesto di mia nonna, sono
immangiabili per definizione avendo durezza paragonabile a quella del cemento
armato; lettura di classici della letteratura, sono analfabeta per
definizione…) scegliendo infine la solita chiusura: una lenta scanalata col
telecomando, passando in rassegna i meravigliosi, inediti programmi offerti
dalla televisione digitale.
Dopo aver escluso le repliche di Don Matteo su Rai1, le
repliche di NCIS su Rai2, le repliche di Derrick su Rai3, le repliche di
Tempesta d’Amore su Rete4, le repliche di Bonolis su Canale5, le repliche di
CSI su Italia1, le repliche di NYPD su La7, le repliche di Victor Victoria su
La7D, le repliche di Streghe su Rai4, le repliche della Carlucci su RaiExtra,
le repliche di Friends su La5, le repliche di Prison Break su Iris, le repliche
della apparizioni mariane su Medjugorje TV,
la diretta del tiro alla fune su RaiSport1… il pollice destro si ferma sul
canale 748, sull’immagine di una città in rovina, disabitata, invasa da una
vegetazione arrembante, rigagnoli e fiumiciattoli lungo strade deserte, un
vento energico a muovere sterpaglia.
Un documentario, una voce fuori campo che ne chiarisce il
contenuto:
“Se il genere umano dovesse scomparire, dopo quanti anni
sparirebbe ogni traccia della sua presenza sul pianeta?”
Vengo a sapere che, in stretto ordine cronologico, dagli
oggetti meno resistenti a quelli più duraturi, (non) assisteremmo all’estinzione
della carta (da quella nobile, sotto forma di un Delitto e Castigo rilegato, a
quella meno nobile, ruvida carta igienica o di giornale, i caratteri impressi a
comporre l’editoriale di Vittorio Feltri), dei dischi in vinile e dei cd (e non
sarebbe ‘sto gran male: voglio dire, avete presente Peppino di Capri?), dei DVD
(dalle previsioni di Bernacca in 48 uscite settimanali a Moana e Cicciolina ai
mondiali, purtroppo), dei vestiti (comprese la collezione D&G
autunno-inverno), dei cellulari (finalmente liberi dagli spot TIM), delle TV (e
del canale 748 che preannuncia la propria fine), dei computer (gli Hard Disk sono
meno Hard di quanto dichiarino), di internet con relativi siti, social network,
forum, mailing list, facebook, chat, youtube, motori di ricerca, blog (ebbene
sì, anche Blogspot svanirebbe nel nulla, portando con sé, fra gli altri, questo
miserevole blog), dei fermacarte (venendo meno le carte da fermare), delle
dentiere (con minimo dispiacere di mia nonna), delle pattine (con medio
dispiacere di mia nonna) dei Mocio Vileda (con elevato dispiacere di mia nonna),
delle lasagne riscaldate al pesto (con sommo dispiacere di mia nonna).
Non pensiate che l’eclisse dell’uomo, più precisamente degli
oggetti da lui prodotti, sia legata alla dimensione dei medesimi oggetti.
La voce off del programma, dopo aver terminato la lunga
sequenza di cose appartenenti al nostro quotidiano (chi avrà spifferato al
documentarista della dentiera, delle pattine, del Mocio Vileda e delle lasagne
al pesto riscaldate?) passa a un ordine di grandezza superiore.
Basterebbero poche decine di anni per (non) assistere alla
distruzione delle opere architettoniche, partendo innanzitutto dalle abitazioni.
Migliaia e migliaia di palazzi, di stabili (instabili)
sottoposti a una costante erosione da parte dell’acqua, avviluppati da piante
ed erbe che li fagociterebbero, un processo di distruzione reso possibile dalla
scomparsa degli amministratori di condominio e delle squadre di idraulici,
muratori, elettricisti, imbianchini con loro in combutta (il documentario precisa
che le rate condominiali potrebbero sopravvivere ai relativi amministratori e
agli immobili, oggetto dell’amministrazione, per almeno altri 12 anni).
Lo stesso accadrebbe per le strade, dalle viuzze di
periferia, alle lunghissime autostrade che si snodano per migliaia di
chilometri, le quali, deturpate da buche, sollevamento e crepe del manto, prive
di segnaletica, esporterebbero il concetto di Salerno - Reggio Calabria a
livello planetario.
Quando il gioco si fa duro entrano in gioco materiali
resistenti, all’apparenza indistruttibili.
Invece no.
Neppure le costruzioni in cemento armato potrebbero
opporre gran resistenza: qualche secolo per andare incontro al medesimo destino
(i rifugi antiatomici raggiungerebbero il migliaio d’anni di vita. Esistenza
peraltro inutile, non essendo possibile una guerra nucleare in un mondo
disabitato. Come? E se fossero gli alieni a bombardarci? Che senso avrebbe
colpire un pianeta deserto? Fosse ancora funzionante Hollywood ci si potrebbe
ricavare un blockbuster, ma gli studios, le camere per riprendere, le luci, le
scenografie, i costumi, le statuette dello Zio Oscar, il silicone delle star,
sarebbero sparite da un bel pezzo).
Si avvicina mezzanotte.
Il documentario è prossimo alla fine (no, non ha per ora
intenzione d’estinguersi), sono pronto per andare a letto con un senso di angoscia
che m’accompagna (pensare alla fine del mondo così come lo si conosce, per
quanto ora possa farci schifo, non è gradevole).
Un’ultima domanda: quale sarebbe l’ultima prova che il
genere umano consegnerebbe al futuro, l’estrema, sterile, strenua difesa contro
l’avanzata irrefrenabile della natura vendicatrice?
Risposta: i presidenti George Washington, Thomas Jefferson,
Theodore Roosvelt, Abraham Lincoln, le quattro grandi sculture che svettano
sulla sommità del Monte Rushmore, Dakota del Sud, un’opera di 18 metri d’altezza che rimarrebbe
come memoria del passaggio umano sul pianeta Terra per ben 100.000 mila anni.
Quattro presidenti, ultimo baluardo contro il Nulla che
prima o poi fagociterebbe ogni cosa,
cancellandola.
Quattro presidenti.
Presidenti.
Presidente.
Sorrido.
Il documentario si sbaglia.
Ma quali Washington, Jefferson, Roosvelt, Lincoln, ma
quale Nulla annullante (se il Nulla non annulla che nulla è?), ma quale
sparizione definitiva dell’uomo.
Risorrido.
Spengo la tv, il canale 748 lascia il posto allo schermo
nero del 32 pollici
Full HD.
Mi dirigo verso la camera da letto.
Ririsorrido.
Un documentario non può essere approssimativo, dare
informazioni sbagliate o incomplete.
L’avranno girato gli americani, inconsapevoli che al di là
dell’Atlantico, più precisamente in Italia, ancor più precisamente a Roma, per
essere precisi al cubo in un ufficio di Palazzo Grazioli, vive e sempre vivrà,
indistruttibile nei secoli dei secoli, nei millenni dei millenni, ma che dico, nei
milioni di milioni di anni, oltre la durata non solo del nostro minuscolo e
insignificante pianeta, ma dell’Universo intero, il Presidente, Presidentissimo
Silvio Berlusconi.
9 commenti:
Uff, a me non riesce di associare quello lì all'eternità. Però riesco ad associarlo facilmente ad un fossile di merda. O ad una merda fossile, come vuole.
Ehi, sua nonna è una sagoma!
@Silver Silvan
Anche io non lo associo all'eternità (è lui che spera di associarvisi o perlomeno si "accontenterebbe" dei 120 anni che il San Raffaele, come ospedale, gli ha garantito).
La nonna ringrazia.
Me la saluti tanto!
saluto anch'io la nonna di PNV
ciao
@Silver Silvan
@yetbutaname
Sarà fatto.
Un bel pezzo, solo, secondo il mio parere, un po’ troppo diluito all’inizio, ma si riscatta perfettamente nella solida impalcatura della seconda parte.
Allora, la parola che metto in evidenza è: angoscia. Credo di aver visto quel documentario e ricordo che mi ha provocato lo stesso tipo di angoscia causato dalla serie “I sopravvissuti” andata in onda anni fa: quella tristezza che entra dentro quando si pensa alla fine delle cose, con la consapevolezza di non poter fare nulla per fermare il disastro.
Ma ognuno, giustamente, reagisce a modo suo.
E PNV, poverino, guarda e invidia Berlusconi che, pur se non eterno, farebbe concorrenza, nel suo ufficio di Palazzo Grazioli, ai quattro presidenti del monte Rushmore.
Forse che PNV vorrebbe, (è un’ipotesi) rubargli il segreto della sua tenace resistenza?
Nita M.
@Nita M.
Grazie per il commento (sulla lunghezza del post non saprei rispondere: scritti con word sono testi brevi, letti su pc appaiono più lunghi).
Personalmente più che angoscia il documentario mi mise tristezza, malinconia, nel constatare quanto fosse inutile il quotidiano impegno, le preoccupazioni, le gioie, i timori, le delusioni, i successi che ci assillano (o ci entusiasmano) quotidianamente (*).
Di Berlusconi "ammiro" la tenace resistenza (per il resto, del personaggio ho un'opinione pessima), che in realtà in parte mi appartiene.
(*) la prima parte del commento, tendente al depresso andante, risente dell'ennesimo temporale d'agosto in una città desolata e desolante.
Buon ferragosto a lei e a sua nonna, signor PNV!
@Silver Silvan
Grazie!
Buon Ferragosto anche a lei.
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