sabato 9 agosto 2014

La scomparsa dell'uomo sul canale 748



Sono lì, l’espressione inebetita, ad osservare l’ultimo DVD delle “Imperdibili Previsioni del Tempo del Colonnello Bernacca” (48 puntate, racchiuse in 6 cofanetti con barometro in omaggio) che si conclude con: “Nebbia in Val Padana prevista per la giornata di venerdì 19 Settembre 1975”

Il tempo (non meteorologico) di estrarre il DVD dal lettore, di chiedersi come concludere la serata (escludendo a priori accoppiamenti con disponibili fanciulle, sono vergine per definizione; strafogamenti a base di riscaldate lasagne al pesto di mia nonna, sono immangiabili per definizione avendo durezza paragonabile a quella del cemento armato; lettura di classici della letteratura, sono analfabeta per definizione…) scegliendo infine la solita chiusura: una lenta scanalata col telecomando, passando in rassegna i meravigliosi, inediti programmi offerti dalla televisione digitale.

Dopo aver escluso le repliche di Don Matteo su Rai1, le repliche di NCIS su Rai2, le repliche di Derrick su Rai3, le repliche di Tempesta d’Amore su Rete4, le repliche di Bonolis su Canale5, le repliche di CSI su Italia1, le repliche di NYPD su La7, le repliche di Victor Victoria su La7D, le repliche di Streghe su Rai4, le repliche della Carlucci su RaiExtra, le repliche di Friends su La5, le repliche di Prison Break su Iris, le repliche della apparizioni mariane su Medjugorje TV,  la diretta del tiro alla fune su RaiSport1… il pollice destro si ferma sul canale 748, sull’immagine di una città in rovina, disabitata, invasa da una vegetazione arrembante, rigagnoli e fiumiciattoli lungo strade deserte, un vento energico a muovere sterpaglia.

Un documentario, una voce fuori campo che ne chiarisce il contenuto:

“Se il genere umano dovesse scomparire, dopo quanti anni sparirebbe ogni traccia della sua presenza sul pianeta?”

Vengo a sapere che, in stretto ordine cronologico, dagli oggetti meno resistenti a quelli più duraturi, (non) assisteremmo all’estinzione della carta (da quella nobile, sotto forma di un Delitto e Castigo rilegato, a quella meno nobile, ruvida carta igienica o di giornale, i caratteri impressi a comporre l’editoriale di Vittorio Feltri), dei dischi in vinile e dei cd (e non sarebbe ‘sto gran male: voglio dire, avete presente Peppino di Capri?), dei DVD (dalle previsioni di Bernacca in 48 uscite settimanali a Moana e Cicciolina ai mondiali, purtroppo), dei vestiti (comprese la collezione D&G autunno-inverno), dei cellulari (finalmente liberi dagli spot TIM), delle TV (e del canale 748 che preannuncia la propria fine), dei computer (gli Hard Disk sono meno Hard di quanto dichiarino), di internet con relativi siti, social network, forum, mailing list, facebook, chat, youtube, motori di ricerca, blog (ebbene sì, anche Blogspot svanirebbe nel nulla, portando con sé, fra gli altri, questo miserevole blog), dei fermacarte (venendo meno le carte da fermare), delle dentiere (con minimo dispiacere di mia nonna), delle pattine (con medio dispiacere di mia nonna) dei Mocio Vileda (con elevato dispiacere di mia nonna), delle lasagne riscaldate al pesto (con sommo dispiacere di mia nonna).

Non pensiate che l’eclisse dell’uomo, più precisamente degli oggetti da lui prodotti, sia legata alla dimensione dei medesimi oggetti.
La voce off del programma, dopo aver terminato la lunga sequenza di cose appartenenti al nostro quotidiano (chi avrà spifferato al documentarista della dentiera, delle pattine, del Mocio Vileda e delle lasagne al pesto riscaldate?) passa a un ordine di grandezza superiore.

Basterebbero poche decine di anni per (non) assistere alla distruzione delle opere architettoniche, partendo innanzitutto dalle abitazioni.
Migliaia e migliaia di palazzi, di stabili (instabili) sottoposti a una costante erosione da parte dell’acqua, avviluppati da piante ed erbe che li fagociterebbero, un processo di distruzione reso possibile dalla scomparsa degli amministratori di condominio e delle squadre di idraulici, muratori, elettricisti, imbianchini con loro in combutta (il documentario precisa che le rate condominiali potrebbero sopravvivere ai relativi amministratori e agli immobili, oggetto dell’amministrazione, per almeno altri 12 anni).

Lo stesso accadrebbe per le strade, dalle viuzze di periferia, alle lunghissime autostrade che si snodano per migliaia di chilometri, le quali, deturpate da buche, sollevamento e crepe del manto, prive di segnaletica, esporterebbero il concetto di Salerno - Reggio Calabria a livello planetario.

Quando il gioco si fa duro entrano in gioco materiali resistenti, all’apparenza indistruttibili.
Invece no.
Neppure le costruzioni in cemento armato potrebbero opporre gran resistenza: qualche secolo per andare incontro al medesimo destino (i rifugi antiatomici raggiungerebbero il migliaio d’anni di vita. Esistenza peraltro inutile, non essendo possibile una guerra nucleare in un mondo disabitato. Come? E se fossero gli alieni a bombardarci? Che senso avrebbe colpire un pianeta deserto? Fosse ancora funzionante Hollywood ci si potrebbe ricavare un blockbuster, ma gli studios, le camere per riprendere, le luci, le scenografie, i costumi, le statuette dello Zio Oscar, il silicone delle star, sarebbero sparite da un bel pezzo).

Si avvicina mezzanotte.
Il documentario è prossimo alla fine (no, non ha per ora intenzione d’estinguersi), sono pronto per andare a letto con un senso di angoscia che m’accompagna (pensare alla fine del mondo così come lo si conosce, per quanto ora possa farci schifo, non è gradevole).

Un’ultima domanda: quale sarebbe l’ultima prova che il genere umano consegnerebbe al futuro, l’estrema, sterile, strenua difesa contro l’avanzata irrefrenabile della natura vendicatrice?

Risposta: i presidenti George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosvelt, Abraham Lincoln, le quattro grandi sculture che svettano sulla sommità del Monte Rushmore, Dakota del Sud, un’opera di 18 metri d’altezza che rimarrebbe come memoria del passaggio umano sul pianeta Terra per ben 100.000 mila anni.

Quattro presidenti, ultimo baluardo contro il Nulla che prima o poi fagociterebbe  ogni cosa, cancellandola.

Quattro presidenti.
Presidenti.
Presidente.
Sorrido.
Il documentario si sbaglia.

Ma quali Washington, Jefferson, Roosvelt, Lincoln, ma quale Nulla annullante (se il Nulla non annulla che nulla è?), ma quale sparizione definitiva dell’uomo.

Risorrido.

Spengo la tv, il canale 748 lascia il posto allo schermo nero del 32 pollici Full HD.
Mi dirigo verso la camera da letto.

Ririsorrido.
Un documentario non può essere approssimativo, dare informazioni sbagliate o incomplete.
L’avranno girato gli americani, inconsapevoli che al di là dell’Atlantico, più precisamente in Italia, ancor più precisamente a Roma, per essere precisi al cubo in un ufficio di Palazzo Grazioli, vive e sempre vivrà, indistruttibile nei secoli dei secoli, nei millenni dei millenni, ma che dico, nei milioni di milioni di anni, oltre la durata non solo del nostro minuscolo e insignificante pianeta, ma dell’Universo intero, il Presidente, Presidentissimo Silvio Berlusconi.

9 commenti:

Silver Silvan ha detto...

Uff, a me non riesce di associare quello lì all'eternità. Però riesco ad associarlo facilmente ad un fossile di merda. O ad una merda fossile, come vuole.

Ehi, sua nonna è una sagoma!

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Anche io non lo associo all'eternità (è lui che spera di associarvisi o perlomeno si "accontenterebbe" dei 120 anni che il San Raffaele, come ospedale, gli ha garantito).
La nonna ringrazia.

Silver Silvan ha detto...

Me la saluti tanto!

yetbutaname ha detto...

saluto anch'io la nonna di PNV
ciao

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
@yetbutaname
Sarà fatto.

Anonimo ha detto...

Un bel pezzo, solo, secondo il mio parere, un po’ troppo diluito all’inizio, ma si riscatta perfettamente nella solida impalcatura della seconda parte.
Allora, la parola che metto in evidenza è: angoscia. Credo di aver visto quel documentario e ricordo che mi ha provocato lo stesso tipo di angoscia causato dalla serie “I sopravvissuti” andata in onda anni fa: quella tristezza che entra dentro quando si pensa alla fine delle cose, con la consapevolezza di non poter fare nulla per fermare il disastro.
Ma ognuno, giustamente, reagisce a modo suo.
E PNV, poverino, guarda e invidia Berlusconi che, pur se non eterno, farebbe concorrenza, nel suo ufficio di Palazzo Grazioli, ai quattro presidenti del monte Rushmore.
Forse che PNV vorrebbe, (è un’ipotesi) rubargli il segreto della sua tenace resistenza?
Nita M.

PuroNanoVergine ha detto...

@Nita M.
Grazie per il commento (sulla lunghezza del post non saprei rispondere: scritti con word sono testi brevi, letti su pc appaiono più lunghi).
Personalmente più che angoscia il documentario mi mise tristezza, malinconia, nel constatare quanto fosse inutile il quotidiano impegno, le preoccupazioni, le gioie, i timori, le delusioni, i successi che ci assillano (o ci entusiasmano) quotidianamente (*).
Di Berlusconi "ammiro" la tenace resistenza (per il resto, del personaggio ho un'opinione pessima), che in realtà in parte mi appartiene.

(*) la prima parte del commento, tendente al depresso andante, risente dell'ennesimo temporale d'agosto in una città desolata e desolante.

Silver Silvan ha detto...

Buon ferragosto a lei e a sua nonna, signor PNV!

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Grazie!
Buon Ferragosto anche a lei.

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