sabato 26 settembre 2015

Una scelta difficile



Due settimane sono trascorse dalla morte della zia Eleonora, la sorella maggiore di mia madre.

Due settimane sono più che sufficienti per lasciarsi alle spalle i dolori della vita quando la vita stessa ti presenta problemi da affrontare e risolvere il prima possibile.
               
Stamattina, poco prima di uscire per andare a scuola, mio padre, Antonio Savoriti, metalmeccanico prepensionato delle officine Pozzi & C. di Sesto San Giovanni, mi ha fissato con sguardo accigliato, ha leggermente tossicchiato e rivolgendosi al sottoscritto con tono severo e risoluto ha detto:

"Enrico, questa sera abbiamo invitato il notaio Rossignoli a cena... sai, c'è da rivedere il protocollo d'intesa che ben conosci… ora che la zia, pace all'anima sua, non è più fra noi, tocca a te sostituirla... sei un uomo... fra tre mesi avrai la maturità".

Ho risposto con un sorriso appena accennato, un sorriso alla Jean Gabin, ho preso lo zainetto Explorer per "lo studente dinamico" e sono uscito.

Mai come oggi i 24 minuti e mezzo, talvolta 25, impiegati dalla filovia per scarrozzarmi lungo la circonvallazione cittadina, mi serviranno per concentrarmi, per chiarirmi le idee, in vista della tavola rotonda preannunciatami dal babbo.

Il notaio Rossignoli (l'ex notaio Rossignoli), 82 anni compiuti il 4 gennaio, cardiopatico da dodici, sposato da undici e mezzo con l'avvenente segretaria 32enne Valletti Giulia di Legnano, è un vecchio amico di famiglia, l'unico tra amici e parenti che abbia letto sui visi del babbo, di mamma Adele, del nonno Primo, di mia sorella Betty, negli ultimi quindici giorni, non tanto il dolore per la prematura scomparsa della zia, quanto la preoccupazione per il possibile effetto destabilizzante, sui precari equilibri che reggono la famiglia, che tale scomparsa potrebbe avere.
La zia Eleonora, secondo il protocollo d'intesa del 9 Marzo 2011, sottoscritto in presenza del Rossignoli medesimo e della di lui giovane consorte, deteneva il controllo del telecomando del 65 pollici LCD Sharp nella giornata di giovedì.

Mi spiego meglio: ogni giovedì era lei a decidere, senza possibilità di obiezione da parte degli altri famigliari, le (poche) ore nelle quali lo scatolone doveva rimanere spento, quelle nelle quali doveva essere acceso e, POTERE ASSOLUTO, i programmi che andavano visti con possibilità di zapping frenetico per almeno mezz'ora nell'arco della giornata.

Al babbo erano toccati il mercoledì e la domenica, giorni rispettivamente di Champions League e del posticipo del Campionato di Calcio di serie A; alla mamma il sabato, per lo show nazionalpopolare di Rai1, e il lunedì con le imperdibili dirette del Grande Fratello (edizione 35?) di Canale5 (dalla firma del protocollo in poi, la mamma aveva dovuto rinunciare alla soap opera preferita perchè la visione di due sole puntate la settimana le faceva perdere la logica narrativa, fatta di amorimortitradimentimalattie, che sta alla base delle soap americane); il martedì era stato assegnato alla Betty che poteva sfogare la propria rabbia iconoclasta-anticonformista, tipica delle ragazze della sua età, non perdendo una puntata del reality “16 anni e incinta” trasmessa da MTV.

Il nonno Primo, buon ultimo, si era accaparrato il venerdì, giorno nel quale le reti pubbliche offrivano una serie di programmi di revival (con l’immancabile Carlo Conti) scelti dal nonno non solo per motivi sentimentalnostalgici ma per "esigenze tecniche" (così le aveva argutamente definite il Rossignoli) in quanto trasmissioni sottotitolate per non udenti.

La zia, come detto, si era riservata il giovedì con i documentari scientifici del sempre giovane Piero Angela.

E io?

Nei prossimi 24 minuti e mezzo, forse 25, dovrò farmi un'idea di massima su come organizzare la mia giornata televisiva per comunicarla solennemente ai miei "coinquilini" e al Rossignoli che metterà per iscritto la decisione, autenticando la mia firma in calce alla dichiarazione di intenti.

Una volta firmato dovrò attenermi scrupolosamente a quanto proclamato senza possibilità di deroga alcuna se non per motivi di "estrema gravità".

Mi trovo di fronte ad una scelta di importanza vitale.

Se decidessi di utilizzare il giovedì per assistere alla partite di Europa League potrei contare sull'appoggio paterno ma rischierei di inimicarmi la mamma alla quale farebbe piacere una mia scelta in favore delle soap italiana, trasmessa una volta alla settimana, proprio il giovedì sera; se optassi per “Friendzone – Amici o Fidanzati?” potrei chiedere in cambio, alla cara sorellina, di presentarmi quella sua amica che disperatamente vorrei avvicinare (nella speranza di diventarne il fidanzato, no, cioè, intendevo amico, semplice amico) la cui conoscenza mi è stata finora negata; conoscerei si una bella ragazza ma perderei l'amicizia del nonno che non comprenderebbe la mia preferenza per trasmissioni fintamente reali nel mostrare adolescenti problematici rispetto alle canzoni che Orietta Berti ripropone lo stesso giorno su Raidue.

Mi sento come intrappolato, ma, allo scadere dei 24 minuti circonvallatori, poco prima di scendere dal filobus, intravedo una via di fuga.

Scelgo di non scegliere.

Il giovedì la televisione rimarrà spenta.

TUTTO IL GIORNO.

Potrò essere oggetto dell'odio o dell'amore da parte dei parenti (a seconda che prevalga in loro l'insoddisfazione per non aver visto esaudite le proprie aspettative, o la soddisfazione per non aver visto esaudite le richieste di qualcun altro) ma, ad essere sincero, mi sento abbastanza forte per sopportare possibili vendette o false attestazioni di stima nei miei confronti.

Tanto io, il giovedì, come i restanti giorni della settimana, so cosa fare: uscirò con gli amici, ascolterò la radio, leggerò un libro e, se dovesse balenarmi un'ideuzza qualunque, potrei pure cimentarmi nella stesura di un piccolo racconto senza pretese.
Come questo.

2 commenti:

S. ha detto...

è stata un'ottima idea...perché il racconto merita
aspetto il prossimo giovedì
:)

PuroNanoVergine ha detto...

@S.
Grazie!
Non so se riuscirò a mantenere la media di un racconto ogni giovedì (la vedo dura :-)).

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