Esco
dall’ufficio e mi dirigo verso la stazione gustandomi le vetrine
illuminate dei negozi.
La
calda serata di metà giugno mi costringe a togliere la giacca,
adagiandola con un movimento charmant del braccio, sulla spalla
destra.
Raggiungo
la stazione impiegando il doppio del tempo necessario a compiere il
percorso.
Salgo
sul locale semivuoto delle 19 e 35.
Mi
siedo di fronte a una coppietta molto giovane, un lui e una lei
adolescenti (sedici anni su per giù).
Mano
nella mano.
Alla
partenza il ragazzo allunga il braccio e accarezza la guancia destra
della compagna. Il tempo di un sospiro femminile e i pochi peli
della guancia sinistra di lui ricevono lo stesso trattamento.
Le
mani si stringono con maggiore forza.
Momentanea
quiete.
Ora
è lei che si sposta un poco sulla sinistra per schioccare un bacio
appena accennato sulle labbra del fidanzato.
Sorriso
maschile seguito dal controbacio.
I
due devono essere tennisti.
Al
colpo di uno segue sempre la replica dell’altro.
Il
secondo set inizia poco dopo Falcidiate.
Discesa
a rete della Graf che affonda la lingua nella cavità orale di Andre
Agassi.
Scambio
bollente e prolungato.
Professionisti,
senza alcun dubbio.
Al
cambio campo imposto l’orologio nella modalità cronometro, in
attesa del secondo tete-à-tete.
Questa
volta Steffi attende a fondo campo l’assalto del partner.
Scatta
la misurazione: 1... 2... 5... 12... 21... 32... 38 secondi e 96
centesimi!
Gran
bel tempo.
Dopo
il distacco accenno un sorriso verso la biondina che ricambia
fissandomi dritto negli occhi, soddisfatta per la performance.
Un
quarantenne con pizzetto e cappellino dei Chicago White Sox, turbato
dalla scena, si nasconde dietro un giornale che finge di leggere (il
quotidiano è girato sottosopra, in prima pagina la testa capovolta
di Donald Trump, paonazzo in volto per il troppo sangue che sta
affluendo: sensazione insolita per l'iperfrangiato Presidente americano).
Io
mantengo un aplomb che ricorda l’imperturbabile chioma cotonata
della Duchessa di Kent a Wimbledon.
Lo
sbaciucchiamento mi lascia indifferente, al massimo provo un pizzico
di invidia.
I
due rientrano nella categoria delle coppie PucciPucciSbaciucchioni
per le quali l'escalation dei sensi, lo scambio affettivo, segue una
progressione a sinusoide.
Sorriso,
carezza, casto bacio, bacio con rifrullo (punta della sinusoide) e
poi, inesorabile, la discesa: casto bacio, carezza, sorriso,
indifferenza e scazzo finale.
Steffi
e Andre non sono l’eccezione alla regola.
Dopo
il distacco delle mani è la ragazza a esordire.
"Ti
sei ricordato il regalo per nonna Gerarda?”
"No,
scusa, mi è passato dalla testa.”
"Lo
sapevo, quando ti affido un compito finisce che te lo dimentichi,
sempre.”
"Non
l’ho mica fatto apposta, è che oggi dovevo portare la racchetta a
fare accordare e quindi...”
"Ma
non ne puoi acquistare una nuova di racchetta? Ancora con quel
vecchio catorcio?!”
"Ci
sono affezionato. Come te con nonna Gerarda.”
"E
così la nonna vale quanto una racchetta d’accordare?”
"No,
cioè, volevo dire, un po’ si. Dai, vieni qui, non te la prendere.”
tenta un approccio, subito respinto da un passante lungo linea.
"Levati
dalle palle.”
"Le
palle!? Bella idea!!”
"?”
Steffi perplessa.
"Già
che c’ero al negozio di articoli sportivi ne ho comprato una
confezione nuova. Pensi che alla nonna possano andare bene come
regalo di compleanno?”
Non
ho tempo per vedere la fine dell’incontro.
Devo
scendere dal treno.
Lascio
alla Duchessa di Kent, o al quarantenne dei Chicago White Sox,
l’onore della premiazione.
2 commenti:
Prove tecniche di matrimonio...
@CirINCIAMPAI
... e di divorzio.
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