venerdì 14 marzo 2014

La Finta Gravida e la Giudicatrice



La giornata sembra raddrizzarsi quando riesco, con uno scatto stile Pietro Mennea dei tempi d’oro, a conquistare un posto a sedere sul locale delle 8 e 02, treno ad alta densità di pendolari che occupano ogni centimetro quadrato delle nove carrozze a due piani del convoglio.

Comodamente seduto apro il giornale di enigmistica e riprendo la compilazione del sudoku che da due giorni tiene in allenamento i miei neuroni.

Appena lasciata la stazione alzo un attimo gli occhi.
Sorpresa.
Chi ti vedo in piedi, intenta a osservarmi, con il suo classico sguardo viscido supplichevole?

La Finta Gravida.

Conosco il trucco.
Indifferente mi rituffo nel giornalino.

Il tempo di aggiungere un 7 nel riquadro in alto a sinistra dello schema che un’improvvisa rigidità si impossessa delle mie dita rendendole gelide e semiparalizzate.
Anticipo l’apoplessia ruotando lentamente il collo dal basso verso l’alto.
La visione delle ottantuno caselle da numerare è sostituita dalle lenti bifocali sostenute dalla montatura di bachelite marrone che a sua volta poggia sul naso gibboso della Giudicatrice.

* * *

Raramente, per mia fortuna, mi capita di incrociare la Giudicatrice sul treno.

La sua presenza incute una sudditanza reverenziale nei poveri passeggeri che si trovano a lei vicino.

La Giudicatrice non parla.
Osserva.
Osserva e valuta.
Osserva, valuta e nove volte su dieci condanna.

Non ha bisogno di aprire bocca: basta una sistematina alla montatura degli occhiali, un sopracciglio che si alza, una piccola smorfia del labbro superiore e il malcapitato di turno, causa della mimica da rimprovero della donna, sente il gelo del peccato penetrare nelle sue viscere.
Magari non è consapevole del motivo della colpa, ma sa, eccome se lo sa, di aver commesso un delitto non espiabile.

Nell’ultima predica settimanale Don Franco si è lamentato delle scarse offerte dei fedeli nelle questue domenicali, pochi spiccioli se raffrontati alle somme considerevoli raccolte nella Parrocchia di Falcidiate.
Quello che Don Franco non sa, o finge di non sapere, è che a occuparsi del recupero soldi, in quel di Falcidiate, è la Giudicatrice in prima persona.
Passa fra i banchi della chiesa, lento progredire il suo a causa dell’età e della tozza corporatura e miracolosamente, dalle mani dei donatori, cascano fruscianti banconote di 5, 10, talvolta 20 euro.

L’influenza dell’anziana signora non riguarda i soli fedeli ma si estende fino al Parroco, suo datore di lavoro (lei ne è la perpetua).

“Don Basilio: è pronto con la lista peccatorum?”

“Si, sono pronto.”

“Prego, inizi.”

“Airoldi Giacomo, ha messo le corna alla moglie in tre occasioni.”

“Con chi?” la Giudicatrice esige maggiori dettagli.

“Con la cognata, con la baby-sitter della cognata, con la portinaia del condominio dove abita la cognata. Mi sa che il problema è la cognata. Se allontaniamo lei l’Airoldi torna all’ovile.”

“Il problema è lui, altro che la cognata. Sudicione di un sudicione. Non vedo attenuanti. Condannato. Richiesta di scomunica da inoltrare alle autorità competenti entro e non oltre il 15 febbraio. Interdizione immediata dai luoghi di culto della diocesi. Il prossimo?”

“Baccelli Lidia, ha chiesto per il figlio la dispensa dall’ora di religione.”

“Condannata. Obbligo frequentazione quotidiana Santa Messa delle 6 e 30 del mattino, accompagnata dal pargolo. Iscrizione riparatrice all’ora rifiutata. 10 Pater Noster, 15 Ave Maria.”

“Ferrari Fulvio, le sue offerte domenicali non superano i 50 centesimi.”

“Condannato.“

“Ma è cassaintegrato.” timida intercessione del Parroco a favore del Ferrari.

“Condannato alla pulizia settimanale, gratuita, della Sacrestia. Se è disoccupato di tempo per passare lo spazzolone ne ha a sufficienza.”

“Moiraghi Laura. Parcheggio in doppia fila sabato scorso davanti all’ingresso Oratorio Femminile.”

“Condannata. 8 Pater Noster, 2 Salve Regina. 4 torte da preparare per la Festa di Inizio Primavera dell’Oratorio delle quali almeno una al cioccolato e una meringa. Don Basilio, sapesse quanto è buona la meringa.”

Il parroco non commenta le preferenza dolciarie della perpetua e prosegue con la lista imputati.

“Zucca Patrizia. Non ha rinnovato l’abbonamento al giornale parrocchiale devolvendo una somma, di pari entità al costo del rinnovo, all’A.Na.G.I.”

“Assolta.”

“Assolta?”

“Assolta.” conferma la perpetua.

Che colpa può avere Don Basilio se non conosce l’Associazione Nazionale Giudicatrici Inflessibili?

* * *

Mi alzo sconfitto dal sedile e faccio cenno alla Finta Gravida di sedersi evitando  l’espressione di untuoso ringraziamento che sa assumere in questi casi.

Se la Giudicatrice avesse fiutato l’inganno della donna, che mi ha rubato il posto a sedere, non sorriderebbe beata pensando fra sé e sé:

“La Giustizia del Signore, e un poco anche la mia, si è compiuta.”

Mi manca il fegato.

Dovrei avvicinarmi alla Finta Gravida con uno spillone e ZAC! infilarglielo in quel palloncino pieno di elio che nasconde sotto il maglione.
Saranno almeno tre anni che la malandrina si muove sul treno con la pancia di ordinanza, pancia che, particolare fondamentale, non varia mai nelle sue dimensioni.
Le prime volte che l’incrociavo non avevo fatto caso all’invariabilità ventrale, stupendomi che una ragazza moderna fosse poco avvezza ai metodi contraccettivi da sfornare, senza soluzione di continuità, un figlio dietro l’altro.
In realtà quella che mancava nella Finta Gravida, mi ci è voluto del tempo per rendermene conto, era la fase di sfornamento pupo.

Il nervoso per il seggiolino perduto è accentuato dall’equilibrio precario nel quale mi trovo ora, in piedi, una sardina fra le tante inscatolate nel vagone ferroviario.

Evito lo sguardo degli altri passeggeri, testa bassa e persa nel fantasticare su una improbabile vita da sovrano dove indosso i panni regali di Filippo VIII detto Lo Spillonatore, marito della bellissima Karin di Haugendheim, monarca sanguinario passato alla storia per aver ordinato lo sterminio di tutti i neonati all’elio venuti alla luce nelle inospitali terre del regno di Norvegia, anno di grazia 1297.

Le gesta dello Spillonatore lasciano spazio a una voce registrata:

“Dlin Dlon - I signori passeggeri…”

“E le signore?” la Giudicatrice si sente in dovere di interrompere anche un annuncio vocale.

“Dlin Dlon - Le signore passeggere e i relativi signori sono invitati a porre attenzione ai propri effetti personali. E’ segnalata la presenza nelle carrozze di borseggiatori e commercialisti – Dlon Dlin”.

Mi guardo intorno preoccupato.
Alle mie spalle un elegantone profumato tiene in mano una borsa di pelle e una copia del Sole 24 Ore.
Con finta nonchalance mi muovo quanto basta per distanziarmi dal commercialista maramaldo.

8 commenti:

Silver Silvan ha detto...

Ma come? Nessun commento? Allora commento io. Signor PNV, doveva succedere, prima o poi. Questo è il suo primo post che non mi piace! È sconclusionato!

Anonimo ha detto...

Ho trovato divertentissimo il tuo pezzo, caro PNV, e particolarmente suggestivo là dove ricami con le parole sul senso di colpa indotto dalla Giudicatrice: mi hai fatto pensare - ma sorridendo, questa volta- a Joseph k. ;-) Bravo!!!
la Lisistratica (ex belfagorica, stiamo facendo le prove generali, ormai!)

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Mi verrebbe da dire: "Finalmente" (sul commento col pollice verso) :-)
Il post è un racconto (non legato a PNV) che fa parte di qualcosa di più ampio (tipo un libro: a chiamarlo romanzo mi vergogno).
Credevo (ma in realtà continuo a credere) che possa vivere di vita propria, nel senso che anche estrapolandolo dal contesto si possa leggere.
In ogni caso ben venga la stroncatura.

@Lisistrata
Sei sempre esageratamente gentile coi complimenti ;-)
A me il pezzo piace (altrimenti non l'avrei postato).
I personaggi sono caricature, ma ti assicuro che almeno in parte sono ispirati dalla realtà.

Silver Silvan ha detto...

Pensi, non l'ho scritto ma l'obiezione principale riguardava proprio il fatto che mi avesse spezzato il pathos, con la digressione. Mi ha infastidito moltissimo! Di solito i suoi racconti hanno una progressività lineare, in un crescendo molto coinvolgente. Insomma, ha presente quando ti stai per trombare qualcuno e quello si alza per andare a prendere i preservativi, e già scoccia l'attesa, poi, già che c'è si beve un bicchier d'acqua, controlla la posta e quando torna hai voglia di mandarlo a quel paese. Ecco. Una roba simile! Però sono lieta di sapere che si sta librando. Buona librazione!

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
La metafora del trombing rende bene l'idea (l'ha resa pure a me, nonostante l'argomento mi sia del tutto oscuro :-)).

Silver Silvan ha detto...

Oops, che gaffe! Mi scusi tanto!

Sefora ha detto...

Certo che, come tipi umani, anche se magistralmente disegnati,non sono tra i più simpatici! Anzi,direi che sono decisamente antipatici, da evitare. Sicuramente mi ricorderò dell'una e dell'altra la prossima volta che dovrò muovermi in metropolitana.

PuroNanoVergine ha detto...

@Sefora
Grazie per il "magistralmente".
Sì, i due tipi oltre che antipatici sono incrociabili anche in metropolitana.

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