mercoledì 9 agosto 2017

Una rotonda nel mare

Inizio agosto.
Spiaggia.
Sto camminando a passo lento quando, involontariamente, il mio piede destro colpisce una biglia gialla. Un marmocchio di nove anni alza la testa e gracchia:

Marmocchio Stai attento. Mi sposti Valentino e mi rompi la pista.
IO                   Valentino?
Marmocchio Si, Valentino Rossi! Non lo vedi che è il Dottor Rossi? Sei uno stupidone.

Ai miei tempi le biglie che percorrevano le piste scavate nella sabbia identificavano i ciclisti (Moser, Saronni, Argentin…) e i bambini che le colpivano erano decisamente più educati.
Piego le ginocchia per abbassarmi ad altezza marmocchio. Lo guardo fisso negli occhi mentre raccolgo una biglia rossa.
Lancio la biglia in acqua.
La biglia scompare.

Marmocchio (occhi lucidi) Ma quello era Lorenzo.
IO                   Sulla Ducati?
Marmocchio (spuntano due lacrime) Si.
IO                 Lo dicevo io: le Ducati sul bagnato si perdono. Ciao, Guido Meda.

Mi rialzo e riprendo il cammino, mentre il marmocchio singhiozza (dare del Guido Meda a un bambino è da stronzo, lo ammetto).

Se non fosse per la mia stupida paura dell’acqua a quest’ora sarei al largo a nuotare e il piccolo Meda avrebbe terminato in tutta tranquillità la sua gara di Moto GP.
Proseguo lungo la spiaggia evitando di osservare con invidia i bagnanti che sbracciano fra le onde. A deprimermi vi è la consapevolezza che non imparerò mai a nuotare.
Mentre osservo sfiduciato la linea dell’orizzonte ripenso a quand’ero un pavido pischello di quarta elementare.

* * *

Nove mesi di supplizio: piscina comunale, corso di nuoto scolastico.
I compagni a divertirsi come matti in mezzo all’acqua, il sottoscritto attaccato disperatamente con le mani al bordo vasca.
Prima di convincermi a mollare la presa il signor Pescucci, l’istruttore che ci seguiva, sudò come un lottatore di sumo in coda sull’autostrada Tokyo – Osaka in un mezzogiorno soleggiato di Ferragosto.
Prendermi con le buone, incoraggiarmi a parole, era del tutto inutile.
Fu così che il Pescucci iniziò a percuotermi il dorso delle mani con dei colpi ben assestati di pinna.

Colpiva e diceva: “Molla la presa piccola cozza, molla la presa!”.

Alla fine mi staccai (il segno della pinna impresso sulle mani) avanzando per qualche metro fin dove potevo toccare coi piedi il fondo della vasca.
La sensazione di aver superato l’ostacolo, di avercela fatta, durò lo spazio di pochi secondi.
L’effimera eccitazione fu interrotta dall’ingresso in piscina di Barbara Mazzola, l’unica che poteva competere col sottoscritto nello stile libero... di affogare.
Tutti sanno secondo il Principio di Archimede che:

Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta verticale pari al peso di una massa di fluido di forma e volume uguale a quella della parte immersa del corpo”.

Meno nota è la Postilla al Principio che recita:

Se a immergersi è Barbara Mazzola sarà il fluido a ricevere una spinta verticale proporzionale al numero di merendine ingoiate dalla trippona immergente”.

Il livello dell’acqua si alzò di mezzo metro.
All’improvviso mi ritrovai la testa completamente immersa nel liquido al cloro, i piedi scivolarono sul fondo dando il via a un capovolgimento del corpo (durante il quale vidi la massa flaccida dell’assassina sballonzolarmi davanti).
Mi ripescarono con un retino.
Uscendo dalla vasca udii le urla di incitamento del Pescucci che insegnava alla Mazzola l’unica cosa che poteva permettersi di fare in acqua:

Ferma! Stai ferma e pensa: sono una boa, sono una boa. Ecco brava, così, ferma e boa.”

* * *

I ricordi infantili sono interrotti dall’incontro con una fanciulla di cinque anni che sta pastrugnando della sabbia bagnata.

IO             Bella bimba cosa stai facendo con quella sabbia?
Fanciulla Un castello, poi ci metto dentro Ken e la Barbie.
IO             Ma ce l’hai la licenza edilizia?
Fanciulla (un punto di domanda sulla punta del naso)
IO         Guarda che senza la licenza non si possono costruire castelli di sabbia.

La bambina si gira cercando conforto in una sdraio a lei familiare. Blocco la manovra.

IO Eh no, non chiedere alla mamma. Se la mamma sa che non hai la licenza ti mette in castigo. Niente merendine per un mese, che ti fa pure bene, altrimenti mi diventi una seconda Mazzola.

Fanciulla Io non so chi è la Mazzola.
IO             Ma io sì. E’ una cicciobomba racchia piena di brufoli.
Fanciulla (occhi lucidi) Cosa devo fare?
IO             Distruggi il castello.
Fanciulla (spuntano due lacrime) E se non lo faccio?
IO          Scatta il castigo, niente merendine… e per un mese… ti pappi le zucchine lesse.

Mi rialzo e riprendo il cammino, passo dopo passo il singhiozzo della fanciulla si perde alle mie spalle.

Non datemi del cinico.
I pargoli vanno educati quando sono piccini altrimenti, crescendo, si trasformano in adolescenti cerebrolesi che mettono a rischio la tua incolumità.
In che modo?
Per esempio lanciandoti gavettoni pieni di acqua gelata.
Lo so, uno potrebbe obiettare che venire inzuppati da un gavettone al mare non sia cosa così grave.
E invece no, è gravissima.
Se uno si tuffa in acqua lo fa per una libera scelta individuale, nel gavettone subisce la volontà di un estraneo che intende inzupparlo.
E’ lo stesso motivo in base al quale le spiagge, quando piove, sono vuote.
Che sia la mano di Dio che manda acqua, o il braccio di un deficiente che riempie palloncini, poco importa.

* * *

L’alternativa al bagno o alle passeggiate in spiaggia potrebbe essere l’abbronzatura.
Purtroppo la sola idea di abbrustolirmi per ore sotto un sole cocente, prima prono, poi supino, spalmandomi di crema su tutto il corpo per evitare la carbonizzazione, mi provoca l’orticaria.
Diverso è il parere di Ettore, l’unico vero amico che abbia.

Ettore E invece dovresti provare, almeno una volta.
IO       Perché?

Ettore Proprio per il discorso sulla libera scelta che facevi prima. A noi umani è data l’opportunità di scegliere fra le mozzarelle e l’abbronzatura.

IO        E io rimarrò nei secoli fedele alla mozzarella: chiamami pure Appuntato Vallelata.

Ettore Altri farebbero carte false per essere al tuo posto.

IO         (sguardo interrogativo)

Ettore Mi riferisco ai neri. Quelli, per seguire il tuo esempio su quando sia opportuno bagnarsi, passano una vita intera a prendersi gavettoni. Loro, l’asciutto, mica lo conoscono.

IO        E Michael Jackson?

Ettore In effetti non ci avevo pensato.

IO        (sorrido)

Ettore Ci sono! Michael Jackson, diventando bianco, ha dato ai suoi "fratelli" una libertà di scelta che prima non avevano. Altro che Martin Luther King! Fino a due minuti fa pensavo fosse stato un coglione e invece…

IO        E invece?

Ettore (titubante) No, era un coglione.

* * *

Tolto il nuoto, evitata le passeggiata, aborrita l’abbronzatura, passo intere giornate in spiaggia, sotto un ombrellone, a leggere l’opera omnia di Carlo Marx.
Ho bisogno di stimoli intellettuali, letture impegnative, roba che tenga il cervello in allenamento (è per questo che da Novella2000 sono passato alla Settimana Enigmistica per approdare infine al Babbo del Comunismo).

Immagino la reazione di mammà quando, settimana prossima, tornerò alla base.

Mammà (scrutandomi) Figliolo, fammi vedere se la vacanza ti ha fatto bene.

IO

Mammà (versione Sherlock Holmes) Mio Dio, ma sei più bianco di quando eri partito.

IO

Mammà Cos’hai? Sei ammalato? Sei triste? Sei depresso? Hai la vaginite? Perché non parli? Dai, alla mamma non devi nascondere certe cose!

IO          (con fare solenne) L’ideologia dominante è sempre stata l’ideologia della classe dominante.

Mammà (preoccupata) Stavolta si fa come dico io. Domani chiamo lo psicologo.

* * *

Ma si, mandami pure dallo psicologo.

Chissà che non riesca, dopo una vita intera passata a evitare pozzanghere, piscine, laghi, mari, oceani, a sconfiggere questa maledetta fobia dell’acqua (so già cosa pensate: e il bagno, quello col sapone, lo fa ? Si, vado sotto la doccia però, prima di entrare, per precauzione mi infilo due braccioli. Non si sa mai, metti che si ingorghi lo scarico e l’acqua riempia il box).

Che poi, a pensarci bene, tutta questa fregola di imparare a nuotare non ha molto senso.
Nuotando si rischia di annegare.

Il mese scorso guardavo una regata dell’America’s Cup: Oracle contro i neozelandesi.
Gli americani sono in vantaggio. Il regista fa una zoomata per mostrare le manovre dell’equipaggio in prossimità della prima boa.
Incredibile!
Dalla boa sbuca un braccio che si agita e saluta i marinai di Oracle.
Ma certo!
Quella non è una boa normale, quella è la Mazzola!

La cara vecchia sbudriolona mangiamerendine della quarta elementare. Ha messo in pratica i consigli del Pescucci, facendo carriera. E’ lì che si dimena, il braccio destro alzato, incitando i nostri prodi navigatori. L’eccitazione, però, può giocare brutti scherzi.

Ferma e boa, ferma e boa.” ripeteva il Pescucci.

La Mazzola non sta ferma, si è scordata il consiglio dell’istruttore.
Così, mentre la barca americana inizia il primo lato di poppa, la cicciobomba viene inghiottita dall’acqua (negli occhi l’immagine della sua mano che saluta poco prima di scomparire definitivamente).


I neozelandesi, in ritardo di tre minuti abbondanti nei confronti di Team Oracle, mancando la boa di riferimento, non virano, ma proseguono, diritti e inconsapevoli, verso il Triangolo delle Bermuda.

2 commenti:

Cristina ha detto...

Batti il cinque fratello, neanche io so nuotare!
Ed io vivo in un'isola circondata dal mare, pensa te!

PuroNanoVergine ha detto...

@Cristina
Accidenti, ma allora sei intrappolata sull'isola! :)
(batto il cinque!)

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