giovedì 10 giugno 2021

Una mamma obiettiva e premonitrice

Era sempre un piacere incrociare la signora Rosanna, un’amica di mia madre, sulla cinquantina, i capelli biondissimi raccolti in uno chignon, il profumo francese che le accarezzava una pelle perennemente abbronzata.

Ma guarda come si fa bello il mio PNV. Con quella chioma bionda, da grande mi diventa un Robert Redford”.

L’attore americano era la passione della signora Rosanna, non si perdeva un suo film, da “Corvo rosso non avrai il mio scalpo” a “Come eravamo”, da “I 3 giorni del Condor” a “Tutti gli uomini del Presidente”.

Ma quale Robert Redford, Rosanna. Non lo vedi che è un nano! Al massimo può aspirare a essere l’erede di Dustin Hoffman”.

Le parole di mia madre.

Per quanto bimbo indifeso e insicuro non mi sentivo ferito dal giudizio materno. La sua era una considerazione obiettiva. Ne apprezzavo l’oggettività, nessuna fetta di salame sugli occhi nel descrivere il pargolo nano.

Crescendo, in età, la statura fissa sul metro e diciotto (nano ero e nano rimasi) in diverse occasioni la mamma dimostrò coerenza nel dire le cose come stavano, senza edulcorare la realtà delle mia condizione.

Mamma, lo sai che io ed Ellen ci amiamo?” (Ellen, una bimba italo francese con la quale era nato un flirt stile Serge Gainsbourg-Jane Birkin, con sedute pomeridiane, nel dopo scuola, di gioco del dottore
très très très chaud).

Lascia stare PNV. Quando Ellen capirà che non ti puoi schiodare dal metro e diciotto, crescendo lei, sceglierà un altro compagno. Già me la vedo futura sposa del figlio del Bergamotti, il commercialista del quarto piano.”

Parole obiettive e premonitrici.

Ellen è da tempo la signora Bergamotti, ha perso con gli anni la candida ingenuità che da bimba mi aveva fatto perdere la testa, per quanto sia sempre affascinante con quei capelli a caschetto neri, vive sconsolata a fianco del consorte, un obeso commercialista (erede dell’attività del padre) collezionista di Suv e amante di tossiche grigliate con salsicce e salamelle che gli allargano il girovita ogni santa domenica (i bookmaker danno Ellen vedova entro i prossimi cinque anni).

Crescendo, sempre in età, nei primi anni dell’adolescenza, una domanda iniziò a zigzagare fra le mie sinapsi, una domanda che necessitava di una risposta convincente da parte di mamma.

Ma scusa, mi hai battezzato PNV quando avevo due mesi? Come potevi prevedere che sarei stato un nano e per di più vergine? Immaginarti che sarei rimasto fisso sul metro e diciotto senza mai avere una compagna nella vita?”

Certo PNV, e come vedi sulla nanitudine ci ho preso in pieno. Fidati, anche per le donne… sono sensazioni di mamma, non posso sbagliarmi.”

E per il Puro? Non mi sembra d’esserlo così tanto?”
“In base a cosa lo dici? Forse perché guardi i film dove Edvige Fenech si fa ogni due per tre delle docce “peccaminose” che quando la vedi ti viene voglia di…?”
Il mio abbassare la testa era segno che ci aveva preso.

Ma come poteva saperlo?

Mi nascondevo nella cameretta e osservavo la Fenech con lo sguardo attaccato a un televisore 15 pollici in bianconero, il volume dell’audio al minimo, eppure lei mi aveva sgamato. Sensazioni di mamma o abile attività di spionaggio?”

Non preoccuparti PNV, non si diventa impuri guardando una bella donna passarsi una spugna piena di bagnoschiuma. E neanche se osservandola poi… ci siamo capiti?”
“Se rimango Puro allora non rischio la cecità?”

No, al massimo un forte astigmatismo”

(in realtà portavo gli occhiali da quando avevo sette anni, ben prima della comparsa della divina Edvige desnuda e insaponata).

Però mamma, se sapevi in anticipo che sarei rimasto nano, senza la speranza di una ragazza al mio fianco, consolato da una purezza che, lasciami dire, non è molto consolante, non potevi durante il battesimo affogarmi nell’acqua santa?”

Non dirlo nemmeno per scherzo, PNV! Primo, sono tuo mamma e ti voglio un bene dell’anima, nano o non nano, vergine o non vergine. Secondo, non spetta a me decidere della tua vita. Mi limito a registrare dei difetti di fabbricazione che, colpa mia, colpa del babbo, colpa della cattiva sorte, ti renderanno l’esistenza più problematica rispetto ad altri, ma nulla di così terribile.

Anche in questo mia madre ci aveva preso.

Lo posso dire ora, lei oramai scomparsa, così come la signora Rosanna (che vedendomi crescere, in età, scuoteva la testa, non capendo come un bel bimbo biondissimo si fosse trasformato in un nanetto prima castano e poi pelato).

Ho convissuto discretamente con la nanitudine e la verginità.

In quanto a purezza, non ho il diritto di autocertificarla.

Certo, se confronto la mia nei decenni fedele visione delle docce della Fenech (tradita ogni tanto con quelle di Gloria Guida, Laura Antonelli e, per veri intenditori dell’argomento, persino con Orchidea de Santis) con la collezione di Suv del Bergamotti e, immagino, i magheggi del medesimo per coltivare la collezione, ingrandirla, al pari del suo girovita, posso considerarmi se non altro più Puro (o meno Impuro) del marito di Ellen.

Una Ellen che, lo ammetto, anche dopo molti anni, incrociandola, mi provoca accelerazioni cardiache (sarà il caschetto nero o la malinconia dello sguardo traditrice di un matrimonio sbagliato).

Si tratta di attendere.

Chissà?

Se la nanitudine non posso scrollarmela di dosso, al contrario la verginità...

Se i bookmaker ci hanno visto giusto, magari, fra cinque anni…

4 commenti:

Sara ha detto...

E niente, speravo di poter richiedere una consulenza alla tua mamma ma.. pace all'anima sua allora! :*

PuroNanoVergine ha detto...

@Sara
Sì, purtroppo non c'è più :-(

Filippo ha detto...

Anch'io ho la mia Ellen che ha preso la strada del matrimonio di convenienza! È stata il mio primo e unico amore... È sono cose che non si cancellano facilmente dalla mente!

PuroNanoVergine ha detto...

@Filippo
Di sicuro, Filippo.
In qualche modo segnano.

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