È giustificato l’entusiasmo
manifestato da numerosi scienziati di fronte all’abilità che gli scimpanzè
mostrano nel memorizzare e utilizzare alcune centinaia di vocaboli del
linguaggio umano?
Sono animali così simili a noi?
Secondo l’eminente etologo londinese,
Sir Patrick Punkabbyest, la risposta è no:
”Anche gli scimpanzè più
intelligenti, quelli che hanno imparato fino a 300 parole del vocabolario
inglese, non sono in grado di elaborare frasi complesse e di ragionare in astratto.
Mi duole dirlo, ma se ‘parlano’ è per esprimere, con espressioni semplice,
bisogni primari.”
A conferma della sua tesi Sir
Patrick riporta il caso di Wugunga, un esemplare femmina che vive nello zoo di
Manchester, da molti considerata “l’Albert Einstein degli scimpanzè”.
“Wugunga” prosegue lo studioso
“in anni e anni di dialogo con i suoi istruttori non è andata oltre
proposizioni del tipo: ‘Tu dare banana me’
o ‘Io banana da te’ o ancora ‘Tu e me, banana gnam gnam’, mostrando un
quoziente intellettivo inferiore a quello di un bimbo di tre anni”.
Per quanto degne di nota, non mi sento di condividere le parole
dell’esimio professore.
Avrà pure un Q.I. inferiore a
quello di un bimbo, ma quanti fra di noi saprebbero far meglio di Wugunga nel doppiare,
alla perfezione, Jenna Jameson?
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