La frase esatta, riportata dall’evangelista
Matteo, è arcinota:
“É più facile che un cammello entri nella
cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli.”
Interpretazione semplice: per l’ingresso in
Paradiso i poveracci hanno corsia preferenziale. Meno chiara, anzi
criptica, la scelta (singolare) del termine cammello.
Per anni la domanda mi è frullata
nella testa:
“Ai tempi di Gesù l’infilaggio cammelli era sport nazionale?”
“Ai tempi di Gesù l’infilaggio cammelli era sport nazionale?”
Ho trascorso notti insonni tentando di dare
risposta al mistero insolubile finché non mi è venuto in soccorso
Padre Gunther Alpenliebe, noto bibliologo austriaco, secondo il quale
la presenza del cammello è dovuta a un errore di traduzione.
I Vangeli che conosciamo ci sono giunti nella
versione greca ma furono scritti in ebraico o, più verosimilmente,
in aramaico.
Ed è proprio in aramaico che si trova la parola
Kàmel (gomena, grossa
corda) trasformata, da un maldestro traduttore, nel cammello
misterioso.
Va detto che la teoria del Padre austriaco trova
fiera opposizione nell’ipotesi avanzata da Sir RJ Reynolds che
porta, come prova inoppugnabile, un brano tratto da un Vangelo
apocrifo.
Gesù Ci
sono. Senti qua. “E’ più facile che Giuliano Ferrara entri nella
cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli.”
Discepolo Maestro, e chi sarebbe questo
Giuliano Ferrara?
Gesù Tipo un
elefante, però più intelligente. Scrive pure su un giornale.
Discepolo Un elefante dentro un ago mi
sembra un tantino esagerato.
Gesù Dici?
Discepolo Eh si.
Gesù (pensieroso)
Discepolo (estrae un pacchetto di
sigarette)
Gesù Me ne
passi una, per favore?
Discepolo Subito Maestro.
Gesù (contemplando
la sigaretta) Ci sono. Senti qua. “E’ più facile che una Camel
entri nella cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli.”.
Che ne pensi?
Discepolo Perfetta! (porge un accendino)
Maestro prego.
Gesù Faccio
da solo (la sigaretta si accende per autocombustione)
* * *
Venerdì notte.
Spaparanzato sul divano sto guardando il DVD di
Animal Crackers, uno dei film più famosi dei fratelli Marx.
Anticipo la domanda: nel weekend non hai nulla di
meglio da fare?
Si, ma la parte “succulenta” è prevista per
la sera successiva.
Tornando al film a un certo punto Chico Marx, in
perlustrazione notturna all’interno di una villa, chiede ad Harpo
di passargli una torcia.
Il fratello gli allunga un pesce.
Accenno un sorriso per la gag.
Sabato sera.
Cena a lume di candela nel mio spaziosissimo
bilocale di 38 mq con Luisella, una stangona bionda che corteggio
disperatamente da 34 mesi e 17 giorni.
Devo ringraziare Paolo Fox per avermi predetto la
serata intima:
“Amore: weekend di fuoco grazie a Venere che
entra nella Vergine”
(ovviamente spero accada anche il contrario, in
quanto Vergine vorrei entrare nella Venere che sta sgranocchiando le
bruschette preparate per antipasto).
Finite le bruschette Luisella si avvicina e mi
sussurra all’orecchio:
Luisella PNV ho una gran voglia di
assaggiare il tuo pesce.
PNV Pesce? Come secondo ho preparato il petto di pollo alla zuava che
ti piace tanto?!
Luisella Non fare il tontolone,
intendevo quell’altro “pesce”.
PNV (con
l’aria di chi ha capito tutto) Ci sono! Attendi un attimo.
Mollo Luisella e corro nello sgabuzzino. Torno
dopo pochi secondi.
PNV (raggiante)
Ecco qua! Sei contenta?
La stangona mi guarda come se avesse di fronte un
marziano, lo sguardo che si sposta dal mio viso alla torcia elettrica
che tengo in mano.
Luisella (dirigendosi verso la porta
d’ingresso) Un demente, proprio a me doveva capitare un demente?
Di nuovo solo.
Mi rispaparanzo sul divano e inserisco nel lettore
il DVD dei fratelli Marx.
Seleziono l’audio originale in americano.
Chico Marx, in perlustrazione notturna all’interno
di una villa, chiede ad Harpo di passargli una torcia (Flesh) mentre
Harpo gli allunga un pesce (Fish).
Rido di gusto per la gag che posso apprezzare al
meglio.
Poi, alcuni secondi dopo, piango disperato.
Un inglese può confondere torcia e pesce.
Un nano italiano, soprattutto se in compagnia di
Luisella la stangona bionda, no.
* * *
Tre mesi fa, weekend a Parigi.
Unico compagno d’avventura il mio portatile.
Ho intenzione di inserire in tempo reale, nel
blog, gli appunti di viaggio.
Purtroppo, appena preso possesso della camera
d’albergo, mi rendo conto che il PC è defunto (in crash poco dopo
l’accensione).
Scendo nella hall e chiedo a un tizio dell’hotel
se conosce un negozio che possa riparare il computer. Neppure il
tempo di terminare la domanda che l’uomo diventa paonazzo e mi urla
contro:
UomoFrancese Computer? Ordinateur! No computer! Cochon, stupide, imbecille, idiot, petit merde, impuissant, fenouil, fetide, infect, goujat...
Si avvicina un bestione della sicurezza che mi
sbatte all’istante in mezzo alla strada.
I soliti fottutissimi sciovinisti francesi, gli
unici che abbiano il coraggio di tradurre persino il termine
computer.
E poi Ordinateur che vorrà mai dire? Colui che
mette in ordine? O che da ordini?
Un computer non si limita ad “ordinare”, ma fa
molte altre cose, per esempio schiatta sul più bello quando stai per
scrivere il Post con la P maiuscola in diretta da Parigi.
Tornato a casa ho acquistato dal panettiere un
bella baguette francese.
Non l’ho mangiata. Da allora la conservo
gelosamente portandola sempre con me.
Dopo tre mesi di vita, seccandosi, ha acquisito
una durezza degna di un manganello della polizia.
La vendetta è un piatto da consumarsi freddo.
Sono sicuro che prima o poi incrocerò un turista
francese in affanno.
Mi si farà incontro, nelle mani un portatile
nuovo di pacca, e trafelato mi chiederà:
TuristaFrancese Mensieur,
pardon, j’ai un problem avec mon ordinateur.
PNV Ordinateur?
Computer! No ordinateur!
Nessun insulto a seguire.
Solo dei colpi ben assestati di baguette francese
sulla sua capoccia proseguendo fino al crash cerebrale del turista
gallico.
* * *
Non sono contrario alla traduzione in sé
nonostante quanto scritto finora.
Tradurre si può tradurre, ma per farlo è
necessario munirsi di un buon traduttore.
Mario, un amico reduce da una vacanza nel piccolo
Regno di Nanulunga, non è un buon traduttore.
L’idea di creare un blog su Bloggunga, la
piattaforma per blogger utilizzata su Nanulunga, è stata sua.
I nanulunghesi sono gente semplice al punto che
per diventare una blogstar mi è bastato esordire con un mini post,
una battuta vecchia come il cucù (perlomeno in Italia):
“Un uomo entra in un caffè: SPLASH”
tradotta da Mario nel seguente modo:
“Na nam nanet ni nu nefac: PLOFF”
(la differenza fra SPLASH e PLOFF sta nella
diversa densità del caffè italiano rispetto a quello nanulunghese).
A 15 giorni dalla pubblicazione del post ricevo
una lettera su carta intestata, con timbro della casa reale di
Nanulunga. Chiamo Mario per interpretarne il contenuto.
Mario (eccitato) E’ la Regina in persona
che ti invita a corte. Vuole conoscere il blogger dalla battuta
fulminante. Attende una nostra risposta.
PNV Prendi
carta penna e calamaio e scrivile che accetto l’invito.
Gocce di sudore sulla fronte di Mario impegnato
nella difficile stesura (per evitare errori parte da una brutta copia
trascrivendo la versione finale su carta profumata).
Mario Va bene se concludo con un: “Poterla
vedere sarà fonte di grande emozione.”?
PNV Un
poco pomposa, ma può andare.
Imbustata e spedita la lettera attendiamo la
successiva risposta da Nanulunga.che arriva dopo due settimane.
Richiamo Mario per la lettura.
Mario (incredulo) Qui c’è scritto che
se oserai visitare il Suo regno la Regina sarà ben lieta di
infilarti una baguette nel culo (Nanulunga è un ex colonia francese,
da qui l’usanza delle baguette).
Risposta un filo sopra le righe.
Mario, sconsolato, se ne va.
Rimasto solo mi viene un sospetto.
Recupero la brutta copia della lettera scritta
dall’amico e telefono all’ambasciata di Nanulunga.
Mi risponde una signorina dalla voce flautata.
PNV Scusi
il disturbo, le posso chiedere un piccolo favore?
FlautGirl Dica?
PNV In
nanulunghese come si traduce la frase: “Poterla vedere sarà fonte
di grande emozione”?
FlautGirl “Lanep renev nasà tonaf ni
derag nezem”
PNV E
allora: “Lenup renes nasà tonaf ni delag nezer” cosa vuol dire?
FlautGirl (ansimando) “Palparle il sedere
sarà fonte di glande erezione.”
PNV (silenzio
imbarazzato)
FlautGirl (riansimando) Si, dai, bel
porcone italiano, ti prego, sculacciami tutta.
Chiudo la telefonata.
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