Inizio
agosto.
Spiaggia.
Sto
camminando a passo lento quando, involontariamente, il mio piede
destro colpisce una biglia gialla. Un marmocchio di nove anni alza la
testa e gracchia:
Marmocchio Stai
attento. Mi sposti Valentino e mi rompi la pista.
IO Valentino?
Marmocchio Si,
Valentino Rossi! Non lo vedi che è il Dottor Rossi? Sei uno
stupidone.
Ai
miei tempi le biglie che percorrevano le piste scavate nella sabbia
identificavano i ciclisti (Moser, Saronni, Argentin…) e i bambini
che le colpivano erano decisamente più educati.
Piego
le ginocchia per abbassarmi ad altezza marmocchio. Lo guardo fisso
negli occhi mentre raccolgo una biglia rossa.
Lancio
la biglia in acqua.
La
biglia scompare.
Marmocchio (occhi
lucidi) Ma quello era Lorenzo.
IO Sulla
Ducati?
Marmocchio (spuntano
due lacrime) Si.
IO Lo
dicevo io: le Ducati sul bagnato si perdono. Ciao, Guido Meda.
Mi
rialzo e riprendo il cammino, mentre il marmocchio singhiozza (dare
del Guido Meda a un bambino è da stronzo, lo ammetto).
Se
non fosse per la mia stupida paura dell’acqua a quest’ora sarei
al largo a nuotare e il piccolo Meda avrebbe terminato in tutta
tranquillità la sua gara di Moto GP.
Proseguo
lungo la spiaggia evitando di osservare con invidia i bagnanti che
sbracciano fra le onde. A deprimermi vi è la consapevolezza che non
imparerò mai a nuotare.
Mentre
osservo sfiduciato la linea dell’orizzonte ripenso a quand’ero un
pavido pischello di quarta elementare.
*
* *
Nove
mesi di supplizio: piscina comunale, corso di nuoto scolastico.
I
compagni a divertirsi come matti in mezzo all’acqua, il
sottoscritto attaccato disperatamente con le mani al bordo vasca.
Prima
di convincermi a mollare la presa il signor Pescucci, l’istruttore
che ci seguiva, sudò come un lottatore di sumo in coda
sull’autostrada Tokyo – Osaka in un mezzogiorno soleggiato di
Ferragosto.
Prendermi
con le buone, incoraggiarmi a parole, era del tutto inutile.
Fu
così che il Pescucci iniziò a percuotermi il dorso delle mani con
dei colpi ben assestati di pinna.
Colpiva
e diceva: “Molla la presa piccola cozza, molla la presa!”.
Alla
fine mi staccai (il segno della pinna impresso sulle mani) avanzando
per qualche metro fin dove potevo toccare coi piedi il fondo della
vasca.
La
sensazione di aver superato l’ostacolo, di avercela fatta, durò lo
spazio di pochi secondi.
L’effimera
eccitazione fu interrotta dall’ingresso in piscina di Barbara
Mazzola, l’unica che poteva competere col sottoscritto nello stile
libero... di affogare.
Tutti
sanno secondo il Principio di Archimede che:
“Un
corpo immerso in un fluido riceve una spinta verticale pari al peso
di una massa di fluido di forma e volume uguale a quella della parte
immersa del corpo”.
Meno
nota è la Postilla al Principio che recita:
“Se
a immergersi è Barbara Mazzola sarà il fluido a ricevere una spinta
verticale proporzionale al numero di merendine ingoiate dalla
trippona immergente”.
Il
livello dell’acqua si alzò di mezzo metro.
All’improvviso
mi ritrovai la testa completamente immersa nel liquido al cloro, i
piedi scivolarono sul fondo dando il via a un capovolgimento del
corpo (durante il quale vidi la massa flaccida dell’assassina
sballonzolarmi davanti).
Mi
ripescarono con un retino.
Uscendo
dalla vasca udii le urla di incitamento del Pescucci che insegnava
alla Mazzola l’unica cosa che poteva permettersi di fare in acqua:
“Ferma!
Stai ferma e pensa: sono una boa, sono una boa. Ecco brava, così,
ferma e boa.”
*
* *
I
ricordi infantili sono interrotti dall’incontro con una fanciulla
di cinque anni che sta pastrugnando della sabbia bagnata.
IO Bella
bimba cosa stai facendo con quella sabbia?
Fanciulla Un
castello, poi ci metto dentro Ken e la Barbie.
IO Ma
ce l’hai la licenza edilizia?
Fanciulla (un
punto di domanda sulla punta del naso)
IO Guarda
che senza la licenza non si possono costruire castelli di sabbia.
La
bambina si gira cercando conforto in una sdraio a lei familiare.
Blocco la manovra.
IO Eh
no, non chiedere alla mamma. Se la mamma sa che non hai la licenza ti
mette in castigo. Niente merendine per un mese, che ti fa pure bene,
altrimenti mi diventi una seconda Mazzola.
Fanciulla Io
non so chi è la Mazzola.
IO Ma
io sì. E’ una cicciobomba racchia piena di brufoli.
Fanciulla (occhi
lucidi) Cosa devo fare?
IO Distruggi
il castello.
Fanciulla (spuntano
due lacrime) E se non lo faccio?
IO Scatta
il castigo, niente merendine… e per un mese… ti pappi le zucchine
lesse.
Mi
rialzo e riprendo il cammino, passo dopo passo il singhiozzo della
fanciulla si perde alle mie spalle.
Non
datemi del cinico.
I
pargoli vanno educati quando sono piccini altrimenti, crescendo, si
trasformano in adolescenti cerebrolesi che mettono a rischio la tua
incolumità.
In
che modo?
Per
esempio lanciandoti gavettoni pieni di acqua gelata.
Lo
so, uno potrebbe obiettare che venire inzuppati da un gavettone al
mare non sia cosa così grave.
E
invece no, è gravissima.
Se
uno si tuffa in acqua lo fa per una libera scelta individuale, nel
gavettone subisce la volontà di un estraneo che intende inzupparlo.
E’
lo stesso motivo in base al quale le spiagge, quando piove, sono
vuote.
Che
sia la mano di Dio che manda acqua, o il braccio di un deficiente che
riempie palloncini, poco importa.
*
* *
L’alternativa
al bagno o alle passeggiate in spiaggia potrebbe essere
l’abbronzatura.
Purtroppo
la sola idea di abbrustolirmi per ore sotto un sole cocente, prima
prono, poi supino, spalmandomi di crema su tutto il corpo per evitare
la carbonizzazione, mi provoca l’orticaria.
Diverso
è il parere di Ettore, l’unico vero amico che abbia.
Ettore E
invece dovresti provare, almeno una volta.
IO Perché?
Ettore Proprio
per il discorso sulla libera scelta che facevi prima. A noi umani è
data l’opportunità di scegliere fra le mozzarelle e
l’abbronzatura.
IO E
io rimarrò nei secoli fedele alla mozzarella: chiamami pure
Appuntato Vallelata.
Ettore Altri
farebbero carte false per essere al tuo posto.
IO (sguardo
interrogativo)
Ettore Mi
riferisco ai neri. Quelli, per seguire il tuo esempio su quando sia
opportuno bagnarsi, passano una vita intera a prendersi gavettoni.
Loro, l’asciutto, mica lo conoscono.
IO E
Michael Jackson?
Ettore In
effetti non ci avevo pensato.
IO (sorrido)
Ettore Ci
sono! Michael Jackson, diventando bianco, ha dato ai suoi "fratelli"
una libertà di scelta che prima non avevano. Altro che Martin Luther
King! Fino a due minuti fa pensavo fosse stato un coglione e invece…
IO E
invece?
Ettore (titubante)
No, era un coglione.
*
* *
Tolto
il nuoto, evitata le passeggiata, aborrita l’abbronzatura, passo
intere giornate in spiaggia, sotto un ombrellone, a leggere l’opera
omnia di Carlo Marx.
Ho
bisogno di stimoli intellettuali, letture impegnative, roba che tenga
il cervello in allenamento (è per questo che da Novella2000 sono
passato alla Settimana Enigmistica per approdare infine al Babbo del
Comunismo).
Immagino
la reazione di mammà quando, settimana prossima, tornerò alla base.
Mammà (scrutandomi)
Figliolo, fammi vedere se la vacanza ti ha fatto bene.
IO
Mammà (versione
Sherlock Holmes) Mio Dio, ma sei più bianco di quando eri partito.
IO
Mammà Cos’hai?
Sei ammalato? Sei triste? Sei depresso? Hai la vaginite? Perché non
parli? Dai, alla mamma non devi nascondere certe cose!
IO (con
fare solenne) L’ideologia dominante è sempre stata l’ideologia
della classe dominante.
Mammà (preoccupata)
Stavolta si fa come dico io. Domani chiamo lo psicologo.
*
* *
Ma
si, mandami pure dallo psicologo.
Chissà
che non riesca, dopo una vita intera passata a evitare pozzanghere,
piscine, laghi, mari, oceani, a sconfiggere questa maledetta fobia
dell’acqua (so già cosa pensate: e il bagno, quello col sapone, lo
fa ? Si, vado sotto la doccia però, prima di entrare, per
precauzione mi infilo due braccioli. Non si sa mai, metti che si
ingorghi lo scarico e l’acqua riempia il box).
Che
poi, a pensarci bene, tutta questa fregola di imparare a nuotare non
ha molto senso.
Nuotando
si rischia di annegare.
Il
mese scorso guardavo una regata dell’America’s Cup: Oracle contro
i neozelandesi.
Gli
americani sono in vantaggio. Il regista fa una zoomata per mostrare
le manovre dell’equipaggio in prossimità della prima boa.
Incredibile!
Dalla
boa sbuca un braccio che si agita e saluta i marinai di Oracle.
Ma
certo!
Quella
non è una boa normale, quella è la Mazzola!
La
cara vecchia sbudriolona mangiamerendine della quarta elementare. Ha
messo in pratica i consigli del Pescucci, facendo carriera. E’ lì
che si dimena, il braccio destro alzato, incitando i nostri prodi
navigatori. L’eccitazione, però, può giocare brutti scherzi.
“Ferma
e boa, ferma e boa.” ripeteva il Pescucci.
La
Mazzola non sta ferma, si è scordata il consiglio dell’istruttore.
Così,
mentre la barca americana inizia il primo lato di poppa, la
cicciobomba viene inghiottita dall’acqua (negli occhi l’immagine
della sua mano che saluta poco prima di scomparire definitivamente).
I
neozelandesi, in ritardo di tre minuti abbondanti nei confronti di
Team Oracle, mancando la boa di riferimento, non virano, ma
proseguono, diritti e inconsapevoli, verso il Triangolo delle
Bermuda.
2 commenti:
Batti il cinque fratello, neanche io so nuotare!
Ed io vivo in un'isola circondata dal mare, pensa te!
@Cristina
Accidenti, ma allora sei intrappolata sull'isola! :)
(batto il cinque!)
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