D’improvviso
sento vibrare le pareti del soggiorno.
Il
terremoto a Milano? Possibile?
D’istinto
accendo la tv e seleziono Televideo, pag. 101, ultime notizie: una
dichiarazione di Zingaretti sulla tenuta del governo.
Troppo
presto, Televideo non è così reattivo.
Ritorno
in modalità tv e giro sul Canale 48, RaiNews24.
Intervista
a Di Maio sulla tenuta del governo.
Il
governo sembra tenere, i muri di casa meno.
La
scossa è roba di qualche minuto fa. Quasi impossibile si sia già
tramutata in notizia. Fra l’altro, a pensarci bene, che senso ha
cercare conferma in uno strumento che fa da mediatore della realtà
quando la realtà è a portata di mano, o di vista?
Apro
la porta di casa, scendo il piano di scale (mai prendere l’ascensore
in caso di terremoto) e mi affaccio al cortile del condominio: il
custode innaffia placido l’unica pianta del piccolo giardino, due
bimbi cinesi si divertono rincorrendo una palla di stoffa, la signora
Furlan, la novantenne del terzo piano, sputacchia per terra con
nonchalance (da quando ha cambiato dentiera lo scatarramento
compulsivo è effetto collaterale).
Tranquillità
assoluta: del terremoto nessuna traccia.
Risalgo
le scale, arrivo sul pianerottolo di casa e di nuovo, evidente, una
sensazione di scossa, un “brun brun” oscillatorio che mi lascia
perplesso.
Mi
fermo, ascolto con attenzione, il “brun brun” ha ora una
provenienza chiara: l’appartamento di Flaminia, la mia vicina di
casa venticinquenne.
Scoperto
l’arcano.
Il
ragazzotto che ultimamente ho visto bazzicare il pianerottolo (prima
di infilarsi nel monolocale della vicina) non era un semplice amico
ma, come il “brun brun” testimonia, un potenziale (e ora
ufficiale) compagno di sfrucugliamenti.
Rientro
in casa, il “brun brun” si fa ancora più forte, ora noto il
cigolio del letto (o divano letto?) che immagino essere appoggiato
alla parete del monolocale confinante e che, nella foga dell’amplesso
fra i due giovani, sbatte contro il mio soggiorno.
Lo
sbattimento aumenta d’intensità al punto che la vibrazione muove
le foto che ho come soprammobili sull’armadio 5 metri x 3 della
sala.
Le
foto saltellano in avanti fin quando, con sbigottimento, vedo cascare
a terra il ritratto di nonno Artemio, immagine nonnesca in bianco e
nero dei primi anni 50, lui quarantenne pelato (da qualcuno ho
ereditato la calvizie precoce), lo sguardo arrabbiato, della serie
“cazzo vuoi?”.
Mi
lancio sul parquet a recuperare il nonno, il vetro che protegge la
foto si è incrinato, una diagonale che parte dall’angolo in alto a
sinistra e termina in fondo a destra, il volto di Artemio ancora più
incazzoso, un’espressione di rimprovero per la mancanza di riflessi
del nanonipote, troppo lento per impedire la caduta.
Vincendo
timidezza e imbarazzo (ereditati da nonna Emma) esco dal bilocale e
suono il campanello della vicina.
Ad
aprirmi, vestito di solo boxer con una protuberanza che li gonfia,
sulla quale intravedo alcune lettere stampate (The Big… non leggo
oltre) il trombator cortese di Flaminia.
“Che
vuoi?” mi chiede.
“Nulla,
solo per dirle che… insomma… capisco la passione, la giovane età…
beh… forse fra voi due è la… la… prima volta… però, il
letto picchia contro casa mia… le foto saltellano… quella del
nonno è cascata sul parquet e si è scheggiata”
SBABOMM!
Un
pugno del giovanotto sulla pelata (ereditaria) mi fa stramazzare sul
pianerottolo.
Poco
prima di perdere i sensi, percepisco un rimprovero della vicina allo
stallone permaloso, una frase iniziata con: “Ciuffetto, ma è un
nano, non devi menar...” poi il nulla, il cervello in blackout, il
nero assoluto, il gulliver in tilt.
*
* *
Al
risveglio mi trascino con fatico nel mio bilocale.
Qualche
minuto per riprendermi e meditare una vendetta, da servirsi fredda.
Due
giorni dopo sento il Flaminio Boy bussare alla porta della nuova
conquista (è di sicuro un impollinatore seriale).
Attendo
che lei apra, che la porta si richiuda e poi mi posiziono con lo
smartphone vicino la parete che separa i due appartamenti.
Seleziono
Youtube, in particolare un match della tennista Maria Sharapova (nota
per emettere dei gemiti, durante gli scambi, che toccano i 110
decibel) alzando il volume del telefono al massimo.
“Ah,
aahh, aaahhh, oh, oohh, ooohhh” si sforza la bella Maria.
Vorrei
trasmettere ai due copulatori miei vicini che pure io, nonostante la
puronanoverginità, mi so far valere quando c’è da…
Purtroppo
l’estasi della campionessa russa si interrompe su un dritto a due
mani, tipico di molte tenniste, che finisce in rete. Il giudice di
sedia sancisce un “Thirty-Fifteeen”, il pubblico rumoreggia.
Nel
frattempo, nel monolocale a fianco, le risate di Flaminia e del
Trapanator Ingrifato (non so se rivolte al nano millantatore o segno
di amoreggiamento pre-congiunzione carnale) lasciano posto al
consueto “brun brun” divanolettico.
*
* *
Mi
faccio forza e la settimana successiva, la parete che vibra, la foto
di nonno Arturo incollata al mobile per evitare un’altra caduta,
premo il mio tenero dito indice sul campanello di Flaminia.
Ad
aprirmi ancora lo Stallone Focoso (nel frattempo sono indietreggiato
di due passi, a distanza di sicurezza da eventuali cazzotti sulla
capoccia).
“Ah,
eccolo qui, il tennista. Ahahah!” ride e sbuffa il bulletto che
indossa il consueto boxer che riporta, ora lo leggo chiaramente, la
dicitura: The Big One.
“Mi
scusi signor… signor Ciuffetto… so che disturbo… però, solo
come suggerimento… non per altro… ma vorrei dirle che nel sesso
non conta… cioè conta anche la foga… ma insomma… spingere come
una locomotiva mica è detto che sia la cosa più gradita dalla
partner… ci sarebbe anche la dolcezza… saper toccare le giuste
corde… e non solo le corde...”
Dall’interno
del monolocale sento la voce di Flaminia che interviene a prevenire
il secondo ko: “Ciuffetto, chiudi e rientra. Basta pugni al nano,
dai”.
*
* *
Se
il nemico non puoi sconfiggerlo devi fartelo tuo amico.
Inutile
chiedere di smettere di accoppiarsi selvaggiamente o pretendere di
dare consigli amorosi (la mia poi è solo teoria, sono stato
presuntuoso, dal basso della mia esperienza nella pratica pari a
zero, a suggerire un “su e giù” moderato a The Big (ol) One).
Correndo
il rischio di un altro cazzotto che potrebbe freddarmi
definitivamente, decido di presentarmi di nuovo dai vicini e proporre
loro… fra poco lo svelerò… di presentarmi tenendo in mano una
candela, come nello spot Coca Cola delle feste natalizie (anni 80),
cantando… fra poco lo canterò.
*
* *
Suono
il campanello e questa volta ad accogliermi, gentile e gradita
sorpresa, è Flaminia (indossa solo degli slip e una canotta leggera
che fa intuire una mancanza di reggiseno sottostante).
“Ancora
tu?” la reazione non è fra le più invitanti.
“Sì,
scusami, ma vorrei farvi una proposta.”
Dubbio
sul suo volto, in particolare noto che fissa stupita la candela
bianca, accesa, che tengo con le due mani.
“Quale
proposta?”
Schiarendomi
la voce, inizio a canticchiare un:
“Vorrei
trombare insieme a voi, in magica armonia...”
“Stop!”
“Ti
ho forse… forse… shockato con questa proposta… te la sei…
sei… presa?”
“No, figurati” sorriso malizioso della fanciulla “stai forse proponendo un menar a trois?”
“Un
ménage à trois, Flaminia”
“Un
attimo, aspettami...”
La
porta si richiude quasi del tutto, io rimango in attesa sul
pianerottolo, lo sguardo che si concentra per qualche secondo sulla
fiamma, la cera che inizia a colare.
Poi,
poi, la porta si riapre e Flaminia ricompare.
Una
padella antiaderente impugnata a due mani (come Maria Sharapova con
la sua racchetta marca Head).
“Proponevi
un menar a trois?”
“No, un ména...”
Non
riesco a terminare la correzione.
La
vicina ruota il busto verso sinistra, all’indietro, rotazione di
circa 60 gradi per prendere slancio e poi, ritornando col busto nella
posizione originale e allungando contemporaneamente in avanti le due
braccia, la padella saldamente nella sua presa bimane, rifilandomi un
rovescio come neppure la Sharapova trionfatrice di Wimbledon 2004.
Poco
prima di ricadere nel buio totale con il gulliver in tilt, rivedo,
flash irridente, il pacco rigonfio di Mister Ciuffetto, la scritta
“The Big One” rossa, su sfondo bianco.
Subito
dopo è il Nulla ad avvolgermi.
4 commenti:
io sarei rimasto in casa
@Francesco
Hai ragione ;-)
Sta volta te la sei cercata pnv. Prossima volta vai al cinema
@Nia
Me tocca ;-)
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