sabato 28 dicembre 2019

Menar a trois


D’improvviso sento vibrare le pareti del soggiorno.

Il terremoto a Milano? Possibile?

D’istinto accendo la tv e seleziono Televideo, pag. 101, ultime notizie: una dichiarazione di Zingaretti sulla tenuta del governo.

Troppo presto, Televideo non è così reattivo.

Ritorno in modalità tv e giro sul Canale 48, RaiNews24.

Intervista a Di Maio sulla tenuta del governo.

Il governo sembra tenere, i muri di casa meno.

La scossa è roba di qualche minuto fa. Quasi impossibile si sia già tramutata in notizia. Fra l’altro, a pensarci bene, che senso ha cercare conferma in uno strumento che fa da mediatore della realtà quando la realtà è a portata di mano, o di vista?

Apro la porta di casa, scendo il piano di scale (mai prendere l’ascensore in caso di terremoto) e mi affaccio al cortile del condominio: il custode innaffia placido l’unica pianta del piccolo giardino, due bimbi cinesi si divertono rincorrendo una palla di stoffa, la signora Furlan, la novantenne del terzo piano, sputacchia per terra con nonchalance (da quando ha cambiato dentiera lo scatarramento compulsivo è effetto collaterale).

Tranquillità assoluta: del terremoto nessuna traccia.

Risalgo le scale, arrivo sul pianerottolo di casa e di nuovo, evidente, una sensazione di scossa, un “brun brun” oscillatorio che mi lascia perplesso.

Mi fermo, ascolto con attenzione, il “brun brun” ha ora una provenienza chiara: l’appartamento di Flaminia, la mia vicina di casa venticinquenne.

Scoperto l’arcano.

Il ragazzotto che ultimamente ho visto bazzicare il pianerottolo (prima di infilarsi nel monolocale della vicina) non era un semplice amico ma, come il “brun brun” testimonia, un potenziale (e ora ufficiale) compagno di sfrucugliamenti.

Rientro in casa, il “brun brun” si fa ancora più forte, ora noto il cigolio del letto (o divano letto?) che immagino essere appoggiato alla parete del monolocale confinante e che, nella foga dell’amplesso fra i due giovani, sbatte contro il mio soggiorno.

Lo sbattimento aumenta d’intensità al punto che la vibrazione muove le foto che ho come soprammobili sull’armadio 5 metri x 3 della sala.

Le foto saltellano in avanti fin quando, con sbigottimento, vedo cascare a terra il ritratto di nonno Artemio, immagine nonnesca in bianco e nero dei primi anni 50, lui quarantenne pelato (da qualcuno ho ereditato la calvizie precoce), lo sguardo arrabbiato, della serie “cazzo vuoi?”.

Mi lancio sul parquet a recuperare il nonno, il vetro che protegge la foto si è incrinato, una diagonale che parte dall’angolo in alto a sinistra e termina in fondo a destra, il volto di Artemio ancora più incazzoso, un’espressione di rimprovero per la mancanza di riflessi del nanonipote, troppo lento per impedire la caduta.

Vincendo timidezza e imbarazzo (ereditati da nonna Emma) esco dal bilocale e suono il campanello della vicina.

Ad aprirmi, vestito di solo boxer con una protuberanza che li gonfia, sulla quale intravedo alcune lettere stampate (The Big… non leggo oltre) il trombator cortese di Flaminia.

Che vuoi?” mi chiede.

Nulla, solo per dirle che… insomma… capisco la passione, la giovane età… beh… forse fra voi due è la… la… prima volta… però, il letto picchia contro casa mia… le foto saltellano… quella del nonno è cascata sul parquet e si è scheggiata”

SBABOMM!

Un pugno del giovanotto sulla pelata (ereditaria) mi fa stramazzare sul pianerottolo.

Poco prima di perdere i sensi, percepisco un rimprovero della vicina allo stallone permaloso, una frase iniziata con: “Ciuffetto, ma è un nano, non devi menar...” poi il nulla, il cervello in blackout, il nero assoluto, il gulliver in tilt.

* * *

Al risveglio mi trascino con fatico nel mio bilocale.

Qualche minuto per riprendermi e meditare una vendetta, da servirsi fredda.

Due giorni dopo sento il Flaminio Boy bussare alla porta della nuova conquista (è di sicuro un impollinatore seriale).

Attendo che lei apra, che la porta si richiuda e poi mi posiziono con lo smartphone vicino la parete che separa i due appartamenti.

Seleziono Youtube, in particolare un match della tennista Maria Sharapova (nota per emettere dei gemiti, durante gli scambi, che toccano i 110 decibel) alzando il volume del telefono al massimo.

Ah, aahh, aaahhh, oh, oohh, ooohhh” si sforza la bella Maria.

Vorrei trasmettere ai due copulatori miei vicini che pure io, nonostante la puronanoverginità, mi so far valere quando c’è da…

Purtroppo l’estasi della campionessa russa si interrompe su un dritto a due mani, tipico di molte tenniste, che finisce in rete. Il giudice di sedia sancisce un “Thirty-Fifteeen”, il pubblico rumoreggia.

Nel frattempo, nel monolocale a fianco, le risate di Flaminia e del Trapanator Ingrifato (non so se rivolte al nano millantatore o segno di amoreggiamento pre-congiunzione carnale) lasciano posto al consueto “brun brun” divanolettico.

* * *

Mi faccio forza e la settimana successiva, la parete che vibra, la foto di nonno Arturo incollata al mobile per evitare un’altra caduta, premo il mio tenero dito indice sul campanello di Flaminia.

Ad aprirmi ancora lo Stallone Focoso (nel frattempo sono indietreggiato di due passi, a distanza di sicurezza da eventuali cazzotti sulla capoccia).

Ah, eccolo qui, il tennista. Ahahah!” ride e sbuffa il bulletto che indossa il consueto boxer che riporta, ora lo leggo chiaramente, la dicitura: The Big One.

Mi scusi signor… signor Ciuffetto… so che disturbo… però, solo come suggerimento… non per altro… ma vorrei dirle che nel sesso non conta… cioè conta anche la foga… ma insomma… spingere come una locomotiva mica è detto che sia la cosa più gradita dalla partner… ci sarebbe anche la dolcezza… saper toccare le giuste corde… e non solo le corde...”

Dall’interno del monolocale sento la voce di Flaminia che interviene a prevenire il secondo ko: “Ciuffetto, chiudi e rientra. Basta pugni al nano, dai”.

* * *

Se il nemico non puoi sconfiggerlo devi fartelo tuo amico.
Inutile chiedere di smettere di accoppiarsi selvaggiamente o pretendere di dare consigli amorosi (la mia poi è solo teoria, sono stato presuntuoso, dal basso della mia esperienza nella pratica pari a zero, a suggerire un “su e giù” moderato a The Big (ol) One).

Correndo il rischio di un altro cazzotto che potrebbe freddarmi definitivamente, decido di presentarmi di nuovo dai vicini e proporre loro… fra poco lo svelerò… di presentarmi tenendo in mano una candela, come nello spot Coca Cola delle feste natalizie (anni 80), cantando… fra poco lo canterò.

* * *

Suono il campanello e questa volta ad accogliermi, gentile e gradita sorpresa, è Flaminia (indossa solo degli slip e una canotta leggera che fa intuire una mancanza di reggiseno sottostante).

Ancora tu?” la reazione non è fra le più invitanti.

Sì, scusami, ma vorrei farvi una proposta.”

Dubbio sul suo volto, in particolare noto che fissa stupita la candela bianca, accesa, che tengo con le due mani.

Quale proposta?”

Schiarendomi la voce, inizio a canticchiare un:

Vorrei trombare insieme a voi, in magica armonia...”

Stop!”

Ti ho forse… forse… shockato con questa proposta… te la sei… sei… presa?”

“No, figurati” sorriso malizioso della fanciulla “stai forse proponendo un menar a trois?”

Un ménage à trois, Flaminia”

Un attimo, aspettami...”

La porta si richiude quasi del tutto, io rimango in attesa sul pianerottolo, lo sguardo che si concentra per qualche secondo sulla fiamma, la cera che inizia a colare.

Poi, poi, la porta si riapre e Flaminia ricompare.

Una padella antiaderente impugnata a due mani (come Maria Sharapova con la sua racchetta marca Head).

Proponevi un menar a trois?”


“No, un ména...”

Non riesco a terminare la correzione.

La vicina ruota il busto verso sinistra, all’indietro, rotazione di circa 60 gradi per prendere slancio e poi, ritornando col busto nella posizione originale e allungando contemporaneamente in avanti le due braccia, la padella saldamente nella sua presa bimane, rifilandomi un rovescio come neppure la Sharapova trionfatrice di Wimbledon 2004.

Poco prima di ricadere nel buio totale con il gulliver in tilt, rivedo, flash irridente, il pacco rigonfio di Mister Ciuffetto, la scritta “The Big One” rossa, su sfondo bianco.
Subito dopo è il Nulla ad avvolgermi.



4 commenti:

Francesco ha detto...

io sarei rimasto in casa

PuroNanoVergine ha detto...

@Francesco
Hai ragione ;-)

Nia ha detto...

Sta volta te la sei cercata pnv. Prossima volta vai al cinema

PuroNanoVergine ha detto...

@Nia
Me tocca ;-)

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