sabato 14 dicembre 2019

Ulan-Bakula


Il temporale è terminato da qualche minuto.

Pedalo sorridente lungo la circonvallazione di Milano, imboccata poco prima di Piazzale Lotto, con la mia mountain-bike accessoriata (rispetto alla versione originale ho aggiunto parafanghi, portapacchi, computerino di bordo, fanali).

Scivolo sull’asfalto bagnato di Viale Serra, Viale Monteceneri, per poi alzarmi dal sellino e affrontare la temibile salita del Ponte della Ghisolfa (un centinaio di metri con pendenza media dello 0,4%).

La pedalata un poco impacciata a causa della tenuta militare (o da pescatore) verdescuro che ha impedito il contatto fra i goccioloni estivi rovesciati da un cielo grigio e la mia delicata pelle di gracile ciclista.

La discesa dal Ponte della Ghisolfa... et voilà… Viale Jenner: mancano due chilometri scarsi all’arrivo.

La felicità in persona: il Gene Kelly dormiente che è in me si risveglia e canticchia un: “I’m cycling in the rain, just cycling in the rain...” che prosegue con un “nanna nanà, nanna nanna na nà” (non conosco il testo del brano).

L’interpretazione viene interrotta (bocca spalancata, occhi increduli, capelli laterali ritti, pelata inumidita da un freddo sudore, cuore in accelerazione tachicardica) dalla visione d’una pozza d’acqua di proporzioni ciclopiche.

Lunga una ventina di metri, larga quanto le due corsie di Viale Jenner, profondità non decifrabile (ma il colore scuro dell’acqua fa presagire una voragine) la pozzanghera non è una pozza fangosa qualsiasi.

No!

È nientepopodimenoche Ulan-Bakula, la Madre di tutte le Pozzanghere!

Narrano le leggende metropolitane che Ulan-Bakula abbia inghiottito, negli anni, decine di ciclisti che abbiano osato sfidarla nel tentativo di attraversarla (fra gli scomparsi anche l’Ingegner Borghetti, abitante nel mio palazzo, che lasciò nel più costernato dolore la moglie e la coppia di gemellini di quattro anni. Scomparsa, quella del Borghetti, a cui fece seguito, secondo le maldicenze di alcuni vicini di casa, una successiva ricomparsa del medesimo in zona Piazzale Piola, in compagnia di una nuova fiamma biondo platino di probabile provenienza baltica).

Cosa fare?

Tornare indietro e allungare il percorso (spostandosi in zona Viale Farini) pur di evitare l’insormontabile barriera d’acqua?

Neanche per sogno!

Se un ciclista, un solo ciclista al mondo, è in grado di uscire indenne dal confronto con Ulan-Bakula, quel ciclista sono io.

Mi avvicino alla pozzanghera, andatura lenta e regolare, i piedi che premono felpati sui pedali, un Gene Kelly fischiettato a volume bassissimo, sorriso di finto rilassamento sul volto (per quanto percepisca, nella gola che inghiotte saliva, una tensione non del tutto mascherabile).
Ultime pedalate e un primo contatto con Ulan-Bakula, la sua acqua sudicia bagna il copertone della ruota anteriore.
Stesso trattamento, pochi secondi dopo, per il tubolare posteriore.
Avanzo osservando il progressivo innalzarsi del livello dell’acqua (anche i cerchioni vengono via via inghiottiti).
Mi trovo in una terra, o per meglio dire, in una pozza di mezzo.
Metà della ruota è scomparsa, pedali e piedi (protetti da galosce) a loro volta svaniscono sott’acqua mentre spingono a fatica la mountain bike in avanti.
Stupore: stranamente l’ansia non mi avvolge.
Calma interiore.
Provo una sensazione di “accoglienza” da parte della nemica presunta: Ulan-Bakula sembra apprezzare il mio sforzo amichevole, l’atteggiamento rispettoso del timido (finto impavido) ciclista che, cauto, delicato, prosegue nella sua penetrazione.
Ho come l’impressione che faciliti il mio progredire: le acque misto fango che si aprono davanti la ruota anteriore e si richiudono, a passaggio avvenuto, dietro quella posteriore.
Mi percepisco come un essere strano, un ibrido, una via di mezzo fra un profeta e un ciclista.
Metà Mosè, metà Moser.

I’m cycling in the rain, just cycling in the rain...”.

Le note, un poco stonate, trovano consenso in un inaspettato gorgoglio della pozzanghera.
Ulan-Bakula gradisce il musical.
I metri finali, prima di completare l’attraversamento, volano via rapidi.
La Madre di tutte le Pozzanghere è ora alle mie spalle!
Mi volto, le sorrido, il gorgoglio si accentua, un saluto dove acqua e fango fanno a gara per mettersi in mostra.
Direzione Piazzale Maciachini.
Una volta giunto in Piazza, svolterò a destra.
Ad aspettarmi, il mio palazzo, l’appartamento di via Borsieri, la “vedova” Borghetti e i due gemellini che da poco hanno iniziato a chiamarmi: “Papà”.

9 commenti:

Silver Silvan ha detto...

Un capolavoro! Metà Mose e metà Moser è da Oscar. La trovata dell’accostamento al musical e alla sua celeberrima scena mi ha fatto scoppiare a ridere, anche se il nana nana na mi ha subito fatto venire in mente Kylie Minogue e la sua I can’t get you out of my mind (ho pensato: Ma che c’entra?!) interrompendo la risata nel tentativo di capire il nesso; che, ovviamente, non c’era. Però il tarlo è rimasto, come da titolo, col risultato che adesso io, a ‘sta vedova, non posso non dare la faccia di Kylie Minogue: anche se ritengo abbastanza improbabile che lei si trombi Kylie Minogue, che non credo abbia dei gemelli. A meno che ... signor PNV, lei si tromba Kylie Minogue e ‘sto Borghetti che l’ha piantata, in realtà è Olivier Martinez!

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Grazie.
Il racconto è in buona parte reale (la pozzanghera l'ho un poco allargata e la vedova Borghetti in effetti non esiste: il resto è roba vissuta una ventina di anni fa, Gene Kelly, Mosè e Moser, compresi).
Kylie Minogue mi piaceva (quando vidi la prima volta il video di Can't... inquadrata spesso dal basso, mi sembrava una stangona: non avevo capito che fosse K.M.).

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Ho visto ora la "carriera sentimentale" di Martinez (non lo conoscevo): impressionante!

Silver Silvan ha detto...

Eh, lui è davvero bello. Non bastasse, è francese e quindi, nell’immaginario delle americane, romantico, europeo, seducente, appassionato di raffinatezze varie, gastronomiche, enologiche. E un po’ stronzo, che non guasta. Scontato che faccia man bassa tra le gnocche dello star system. Signor PNV, cominci ad allenarsi con la erre moscia, cadranno ai suoi piedi.

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Ci pvovevò.

fracatz ha detto...

un nano con la sua erre sempre moscia e' decisamente n'antra cosa

PuroNanoVergine ha detto...

@fracatz
Sottolineo quel "sempre".

NonPuòEssereVero ha detto...

Fantastico!!!!

PuroNanoVergine ha detto...

@NonPuòEssereVero
Grazie :-)

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