domenica 8 marzo 2020

Come vivere il presente


Siamo tutti portati, quasi in automatico, a rimpiangere il passato o perlomeno a ricordarne una versione edulcorata rispetto a come lo si è vissuto.

Si rimpiangono non solo i ricordi positivi, ma anche quelli negativi (persino le sofferenze, i dolori): “rivisti” a distanza di tempo ci appaiono meno gravi di quello che furono, si aspirerebbe (non sempre, ma spesso) a riviverli (forse perché il farlo implicherebbe tornare a un’età più giovane, distanziandosi dalla morte che, prima o poi, al termine della strada, ci attende sorridendo, la sigaretta in bocca, lo sguardo furbetto a dirci: “Era ora, vieni”).

Il presente, al contrario, fatto di stress, tensioni, incazzature, preoccupazioni, è un tempo problematico: non lo si gode, tranne rari momenti di momentanea felicità (o serenità), lo si subisce, un compagno di viaggio fastidioso, ingombrante, che ci siede a fianco, occupa parte del posto che ci è riservato, non la smette di tormentarci.

In che modo si può convivere con un soggetto simile, un presente angosciante e molesto?

Semplice: ho la soluzione!

(ed è gratuita! Al limite, se dovessimo incontrarci, offritemi riconoscenti un caffè).

Basterebbe considerare il presente come il passato del futuro che verrà e nel viverlo, di conseguenza, minuto dopo minuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno… (ci siamo capiti) osservarlo con sguardo addolcito, provare l’inusuale sensazione di esser coccolati da una nostalgia in divenire.


1 commento:

Silver Silvan ha detto...

Eeeeeeeh?!

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