martedì 17 marzo 2020

Nullafacente cosmico


E tu piccino, da grande cosa farai?”

Il nano”

Ma no, mi riferivo a quando sarai adulto.”

Il nano”

Seguiva imbarazzo nel signore (signora) che mi aveva rivolto la domanda e nei miei genitori, a disagio per la sfrontataggine del figlio degenere e, così immaginavo, per aver messo al mondo uno sgorbietto che non avrebbe superato, da “grande”, il metro e diciotto di rancorosa bassezza (fisica e morale).

In realtà un’aspirazione a fare qualcosa d’importante, che mi portasse fama, notorietà, soldi, una posizione di prestigio, l’avevo.

No, niente calciatore (la nanitudine me lo impediva) o attore (la sgorbiaggine me lo impediva) o Pontefice (l’immoralità me lo impediva): avrei voluto studiare, intelligenza e forza di volontà non mi mancavano, e diventare astrofisico.

Il padre di un mio amichetto (compagno di giochi negli anni delle elementari e nipote di una contessa ottuagenaria completamente sciroccata), lavorava come ricercatore in un Osservatorio astronomico. Ricordo che mi regalò, una volta conosciuta la mia passione, una cartina della Via Lattea, cartina che studiai nei minimi dettagli al punto che mi era più semplice indicare dove si collocasse la stella S Orionis piuttosto che trovare, sulla cartina della Città di Milano, Piazza Duomo.

L’aspirazione a studiare fisica degli astri l’avevo confessata solo all’aristocratico benefattore, per il timore che un mio coming out in famiglia avrebbe riscosso disapprovazione e inviti a desistere.

Non era una paura infondata.

Una sera mi capitò di sentire il babbo e la mamma parlottare in cucina (il sottoscritto in teoria nel mondo dei sogni, nella sua cameretta, da almeno due ore; in realtà vigile e origliante sulla porta della cucina) discutere del mio futuro.

Pensavo che una volta che Oreste andrà in pensione, PNV potrebbe sostituirlo” era l’ipotesi paterna.

Oreste era collega di mio padre, centralinisti in un’azienda pubblica, un signore corpulento, miope come pochi, sulla cinquantina e, verosimilmente, pronto a mollare il posto di lavoro entro una decina d’anni.

Ma no” ribatteva mamma “PNV è un bimbo intelligente, desidero per lui un futuro brillante. Magari eredita la mia passione. Io non ho potuto studiare, ai miei tempi in famiglia mancavano i soldi, ma facendo dei sacrifici, forse possiamo mandarlo a medicina. Chissà, e se mi diventa un bravo chirurgo?”.

Chirurgo? Ma è un nano!” ribatteva papà.

E allora?!” risposta piccata di mamma.

Come può lavorare?. Non arriverebbe al tavolo operatorio!”

Lo metteranno su uno sgabello”

La speranza di mia madre era, devo ammetterlo, pura utopia.
Differente il pronostico di nonna Adele, la mamma del babbo, un donnone di 110 chili per un metro e 52 di flaccida diabetica ciccia sballonzolante, che non mi aveva preso in simpatia sin dalla nascita.

Potrebbe fare l’ottavo nano. Ci sono tante ville qua intorno, coi 7 nani in giardino, di plastica o in gesso, che mettono una tristezza. Ve lo immaginate un nanetto in carne e ossa che parla, si muove e magari canta pure le canzoni di Domenico Modugno? Pienneviolo, ahahah!”

Mamma, ma cosa dici?!” la interrompeva turbata sua figlia, ovvero zia Marta, una zitella prossima ai cinquanta, dalla quale devo aver ereditato la verginità congenita, donna pia all’inverosimile (vincitrice del Concorso religioso-culinario “Donna casta, butta la pasta” del nostro quartiere, periferia nord di Milano) che timida ipotizzava un mio impiego, dietro moderato compenso, come “Gesù Bambino nel presepe parrocchiale”.

Gesù Bambino, quel nano maiale?” era la controreplica della nonna che aveva intuito la mia natura depravata.

A bilanciare la previsione presepiale della zia interveniva nonno Carlo, nonno dal lato materno, un ancora scattante ultrasettantenne, comunista della prima ora, fedele alla linea anche negli anni dove a capo della nazione vi era un soggetto pelato, massiccio nel fisico, dalla mascella volitiva, con un riflesso condizionato che lo portava ad alzare il braccio destro, teso, per salutare i sottoposti. Consapevole del rischio che correva, il nonno continuò a professarsi apertamente comunista anche durante il ventennio del Duce.
Accompagnandomi ogni giorno a scuola, fiero di avere un nipote che portava a casa pagelle lusinghiere, coi neuroni freschi di gioventù e ben oliati dallo studio, nonno Carlo, che mi aveva trasmesso una passione irrefrenabile per la lettura, si era convinto che il nipotino avesse tutte le qualità per trasformarsi, crescendo (poco) in un combattente comunista contro l’imperialismo capitalista.

PNV, stai diventando grande.”

“Nonno, sono un nano.”


Lo so, ma di testa, di cervello stai maturando, stai facendo grandi progressi. Dimmi, cosa leggi di solito?”

Topolino, Paperino, Tex, ogni tanto Zagor.”

“No, no, non ci siamo” lo vedevo scuotere la testa “devi sviluppare una coscienza di classe, devi dotarti dei mezzi per opporti allo sfruttamento del Capitale, organizzando le masse proletarie...”

Fu così che il “compagno Carlo” mi diede da leggere, al posto di Topolino, Paperino… l’Unità e, con cadenza settimanale, Rinascita.

Dopo un mese di letture politiche, l’interrogazione da parte sua.

Allora PNV, ti piacciono i giornali che ti ho dato da studiare?”

“Beh, nonno, insomma, cioè, ci capisco poco.”

“Cosa non comprendi?”

“Questa storia dell’eurocomunismo, il compromesso storico, l’austerità.”

“Sei in disaccordo con la linea del Segretario Enrico Berlinguer?”

“No, è che, sinceramente, gli preferisco Kit Carson!”


Altro scuotimento di testa di nonno Carlo che, ahilui, spero non per la delusione che gli avevo procurato, morì pochi mesi dopo d’infarto (la delusione c’entrava poco se confrontata con i due pacchetti di sigarette che fumava, ogni giorno, sin da ragazzino).

L’anno successivo ci lasciò anche nonna Adele (il diabete a stroncarla).

Morte, la sua, con sorpresa annessa: il testamento.

Firmato, a insaputa di tutti noi, nello studio del notaio Merzagora, vecchia fiamma di Adele (il loro amore risaliva ai tempi della Belle Époque quando la nonna era una ragazzina graziosa, gli occhi blu, i capelli biondi, una figura snella con la glicemia nella norma).

Nel documento scoprimmo che Adele aveva accumulato negli anni una somma più che considerevole, lasciando del tutto all’oscuro l’unico figlio che aveva, mio padre.

Il Merzagora dichiarò che per espressa volontà della defunta non era tenuto a dare spiegazione della modalità di “approvigionamento” di tale somma (lasciando intendere, con uno sguardo di sbieco trasudante perfidia, che lui ne fosse a conoscenza), limitandosi a leggere le volontà adeliane:

Lascio l’intera somma di lire… all’unico nipote che il Signore mi ha concesso di avere, per quanto non è il massimo dei nipoti, visto che è venuto fuori nano, sgorbio e maiale. PNV potrà usare i miei soldi solo dopo aver compiuto i 18 anni.”

E così, grazie “all’amore” di nonna Adele, da “grande” ho potuto evitare una carriera da centralinista, chirurgo, rivoluzionario, nano da giardino e pure astrofisico.

La rendita a disposizione mi permette di non fare nulla, sono a tutti gli effetti Nullafacente, ma non un lavativo qualunque, no, fannullone ma con una passione (che non si trasformerà mai in professione) per i pianeti, le stelle, le galassie, l’universo: un vero Nullafacente Cosmico.

14 commenti:

Silver Silvan ha detto...

Meglio Nullafacente che Nullasaccente. Il secondo fa molti più danni.

Ma dove sono finiti i suoi commentatori? Sono spariti tutti, tranne me!

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Non saprei (a proposito di nullasaccenza).
O il covid li ha sterminati oppure il blog non ispira nulla :-(
La ringrazio per i commenti frequenti, altrimenti sarebbe proprio uno scrivere per sé stessi.

Silver Silvan ha detto...

Vuole scherzare? Li leggo pure, i suoi imperdibili post!

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Grazie :-)

Sara ha detto...

aaaahhh PNV è stata sempre la mia aspirazione da bambina... o meglio non proprio la nulla facente ma un qualcosa di lì vicino: la mantenuta!
Ma al momento ho sempre dovuto rimandare questo sogno e lasciarlo chiuso nel cassetto.

PuroNanoVergine ha detto...

@Sara
Ciao Sara, bentornata.
Sono sicuro che vista l'energia che hai la mantenuta ti avrebbe annoiato ;-)

Silver Silvan ha detto...

Ma quale mantenuta?! I contatti ravvicinati sono vietati da settimane, dovreste saperlo.

Sara ha detto...

Silver Silvan, quando esco da qua mi sposo PNV!

PuroNanoVergine ha detto...

@Sara
Ti prendo in parola: sono un buon casalingo (nel senso dei lavori di casa), mediamente intelligente e ironico.
Dimenticavo: niente sesso :-) (ho un blog da difendere)

Sara ha detto...

ok, PNV affare fatto! Per il sesso mi rivolgerò altrove.. :P

Silver Silvan ha detto...

Brava! Dicono che sia anche bello, oltre che gentleman! Per me, sarebbe da sposare anche solo per l’ironia.

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Dicono cose non vere ;-)
Mi stampo il suo commento e lo esibisco come certificazione che sono un buon partito.

Silver Silvan ha detto...

Come no, un buon partito. Di testa!

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
:-)

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