sabato 24 ottobre 2020

Scambio di ruolo

Sono solito rispondere ai Call Center, che mi cercano con insistenza per propormi imperdibili offerte con compagnie telefoniche o contratti a libero mercato energetico o abbonamenti a piattaforme di streaming per serie, film, sport in quantità illimitate o per l’acquisto di un set di pentole acciaio inox 24 carati (???)…

Rispondo per cortesia, il callcenterista è un lavoro ingrato, lo vedo come un pollo da batteria, chiuso nel suo minibox 2x2, con una lista (presumo) di numeri di telefono da infastidire e la prospettiva certa di ricevere una dose di insulti quotidiani e di risposte stizzite.

Poi, certo, in alcuni casi ci starebbe la parolaccia e la “cornetta” riattaccata senza se e senza ma, ma, ma in qualità di Nano Puro non me la sento di adeguarmi allo standard del potenziale cliente medio.

Rispondo con un bel “Pronto” a 32 denti e 24 carati (???), ascolto il predicozzo iniziale che dovrebbe convincermi a pronunciare il desiderato “sì”, fingo interesse, inserisco fra una battuta e l’altra del dialogo due o tre domande sull’offerta e poi, senza che il callcenterista percepisca il cambio di contesto, provo a buttare lì quesiti del tipo: “Come mai ha scelto questo lavoro?”, “Chissà quanto è stressante stare tutto il giorno al telefono?” e poi, passaggio a un livello ulteriore d’intimità, “Con la paga che prendi tiri a fine mese?”, “Vivi lontano dalla famiglia?”, “Credi in un futuro più appagante o la triste realtà attuale sarà la medesima negli anni a venire?”

Domande poste con accento marzulliano (una voce suadente, un interrogazione stupida, banale, ma che vi assicuro funziona) per creare quel clima di finto calore famigliare e mettere a suo agio il tipo o la tipa dall’altra parte del telefono.

Alcuni non stanno al gioco, hanno tempi contingentati, e chiudono bruscamente.

Altri, bisognosi di un affetto e di un rapporto empatico che con ogni probabilità manca loro, si prestano all’interrogatorio del cliente potenziale (che mai lo diverrà, sia chiaro) tramutatosi in telefono amico e si scordano del motivo iniziale della chiamata.

Bastano alcuni minuti, a volte percepisco dei singhiozzi in chi mi parla o sospiri o pause di silenzio immagonato o imbarazzi farfugliati: segnale che è giunto il momento del contropiede.

Parlo un poco di me, del mio presente, del futuro che ipotizzo, ma soprattutto del passato che mi porto appresso e che forse vorrei lasciarmi definitivamente alle spalle.

Un passato che vive grazie anche a una collezione di oggetti della quale vorrei fare a meno, che mi ancorano a ricordi non più in linea con il PNV attuale, oggetti che però non oserei mai, visto il loro valore affettivo, buttare via in qualche discarica.

Se solo ci fosse qualcuno disposto ad acquistarli…

Quel qualcuno a volte c’è, e guarda caso è impegnato proprio ora in una conversazione fra vecchi amici, fratelli (o sorelle, se donne), al telefono, una conversazione nata per vendere un prodotto e che termina con l’acquistarne un altro.

Lunedì scorso ho appioppato a un ragazzo abruzzese neolaureato in lettere moderne, una “imperdibile” Enciclopedia Garzanti in dodici volumi voluminosi e ben conservati, alla cifra davvero unica di soli 72 euro!

Un bel guadagno, non c’è che dire.

Conto, comunque, in una delle prossime chiamate, di fare meglio.

4 commenti:

Silver Silvan ha detto...

Ehi, ma è un’idea geniale! Io, in genere, li tratto male quelli dei call-center: non tutti, se sono immensamente gentili non riesco ad essere stronza. Mio marito usa un'altra tecnica: risponde e poi tace, finché dopo innumerevoli “Pronto! Pronto!“ non sbattono giù. Sicuramente ci sono intelligenze, dietro quelle voci, ma è pur vero che contribuiscono a tenere in piedi una forma di supplizio per gli utenti. Vanno puniti per quello, quelli maleducati.

Le piacciono i gatti?

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Ottima anche la tecnica di suo marito.
Potrebbe essere un'alternativa.
I gatti no, non li amo.

Er Matassa ha detto...

Io mi sono sempre fermato al rispondere per cortesia e - altrettanto cortesemente - a un certo punto tagliar corto...
Tu però, PuroNanoVergine, sei un vero e proprio "ControCallCenter"!
Un saluto,

EM

PuroNanoVergine ha detto...

@Er Matassa
Sarà una questione anagrafica: supererai la fase della cortesia :-)

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