sabato 13 novembre 2021

I Mirabuoni

Il primo a far ritorno di solito è lui, il ragionier Cesare Mirabuoni.

Il suo arrivo è anticipato da un rumore lontano che si fa via via più forte, intenso, passando dall’appena percepito, al chiaro, al disturbante.

Il “vroamm, vroamm, vroammmmmmm” del motore della sua Harley-Davidson.

Mirabuoni entra in area garage (sotto la mia finestra, primo piano scala F del condominio), rallenta, ferma la moto, la lascia accesa, il motore prosegue entusiasta con il “vroamm, vroamm, vroammmmmmm”, al quale si aggiunge un bell’odore di sgasamento tossico che mi riempie in pochi secondi il bilocale.

Rumore e intossicazione.

Il ragioniere con calma scende dal bolide, apre il garage, vi staziona all’interno per alcuni interminabili secondi (“vroamm, vroamm, vroammmmmmm” + gas), esce, risale sul bolide e lo accompagna dentro il box.

Il ritorno della pace: niente più rumore, niente più intossicazione.

* * *

La seconda a far ritorno di solito è lei, la moglie del ragionier Cesare Mirabuoni, Tamara Pollastri in Mirabuoni.

Il suo arrivo è un filo più discreto, anticipato da un suono d’autoradio, dapprima non comprensibile poi via via più forte, intenso, passando dall’appena percepito, al chiaro, al fastidioso: Laura Pausini a tutto volume.

Io canto, la vita intera canto, la primavera canto” siamo a novembre e Tamara Pollastri in Mirabuoni scimmiotta Laura Pasini che fa a pezzi il brano di Cocciante.

Entra nell’area garage, apre la portiera, scende dal SUV il cui livello di sgasamento è di poco inferiore al mostro a due ruote del marito, si dirige verso un secondo box (i Mirabuoni ne hanno tre), entra nel medesimo, pochi interminabili secondi di Pausini e intossicazione da tubo di scappamento, ne riesce canterina e danzante (accenna un ballo che le provoca oscillazioni della massa corporea, sovrappeso, a destra e sinistra) risale sul mostro a quattro ruote + autoradio, lo parcheggia internamente al box e ne riesce.

Il ritorno della pace: niente più Pausini, niente più Tamara, niente più intossicazione.

* * *

Ora, io potrei pure sopportare l’agonia (che si ripete quattro volte al giorno, considerando che al mattino il rituale è simile, variando solo la direzione in uscita, rispetto a quella in ingresso, dei coniugi Mirabuoni e dei loro veicoli a due e quattro ruote), potrei tapparmi le orecchie, chiudere le finestre, resistere nei pochi minuti necessari al loro parcheggio serale (o alla loro partenza mattutina).

Potrei farlo, ma i Mirabuoni sono inquilini del mio condominio (quattro scale, la B, la D, la F, l’H… non chiedetemi il perché di una simile scelta alfabetica) e si presenteranno, alla pari del sottoscritto, nella prossima assemblea dove si delibererà, punto 1 all’ordine del giorno, di come far fronte ai ripetuti guasti alla caldaia centralizzata a metano.

Il punto 1 all’ordine del giorno mi darà l’opportunità di proporre ai condomini l’abbandono del riscaldamento a metano per passare al solare, con l’installazione di silenziosissimi pannelli che coprano l’intera superficie dei tetti sovrastanti le scale B, D, F, H.

Lo spirito di Greta Thunberg si è impossessato del mio piccolo corpicino!

Lo so, la proposta è per certi versi sconsiderata, non poggiando su uno studio di fattibilità, di costi, di resa energetica.

Ma vogliamo parlare della controproposta dei Mirabuoni?

(che ho carpito grazie alle anticipazioni dell’ingegner Grigiotti, loro amico, ma con il quale mi lega una comune passione calcistica che ci porta a fare spesso quattro chiacchiere sulle scale).

Cesare e Tamara sosterranno con forza l’installazione di una rumorossima minicentrale a carbone in cortile (lo spazio necessario si recupererà in buona parte abbattendo una quercia secolare, vanto del condominio, che fu costruito al suo intorno, negli anni 60).

In quanto a sconsideratezza, non fattibilità, costi e resa energetica l’ipotesi Mirabuoni è di un ordine di grandezza più astrusa della mia.

* * *

Difficile dire come andrà a finire.

È probabile che né i pannelli solari puronanovergini né la rumorosa minicentrale a carbone della coppia di sgasatori e molestatori auricolari seriali prevarranno.

Alla fine passerà l’opzione C, sostenuta in primis dall’architetto Ronzani: la riparazione della caldaia a metano.

Una proposta democristiana ma decisamente più concreta in termini di fattibilità, costi, tempistica, resa energetica.

Cosa cambierà a voto avvenuto e una volta riportata la caldaia a metano al suo primigenio splendore?

Nulla.

Io continuerò a vivere nel mio bilocale, primo piano Scala F, Cesare Mirabuoni proseguirà a intossicarmi i polmoni e molestarmi i timpani con l’Harley-Davidson “vroamm, vroamm, vroammmmmmm”, Tamara Pollastri in Mirabuoni farà altrettanto con il SUV e le urla monotone di Laura Pausini, tutti e tre nell’attesa che la caldaia a metano torni a “scricchiolare” e che ci si possa confrontare, progetti alla mano, alla prossima assemblea di condominio, fra una proposta innovativa, silenziosa, non inquinante e una seconda che rappresenterà il suo esatto opposto.



3 commenti:

Filippo ha detto...

Ti auguro che la tua proposta passi, PNV Thumberg, se vivessi io nel tuo condominio avresti almeno un difensore.

Pier ha detto...

cambiare la ditta di manutenzione alla caldaia non sempre serve però aiuta... spesso molti guasti sono solo pretesti per guadagnare di più

PuroNanoVergine ha detto...

@Filippo
Grazie Filippo :-)

@Pier
Temo tu abbia ragione, il problema è sgamarli.

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