Su cento persone:
che ne sanno sempre più degli altri
- cinquantadue;
insicuri a ogni passo
- quasi tutti gli altri;
pronti ad aiutare,
purché la cosa non duri molto
- ben quarantanove;
buoni sempre,
perché non sanno fare altrimenti
- quattro, be’, forse cinque;
propensi ad ammirare senza invidia
- diciotto;
viventi con la continua paura
di qualcuno o qualcosa
- settantasette;
dotati per la felicità,
- al massimo poco più di venti;
innocui singolarmente,
che imbarbariscono nella folla
- di sicuro più della metà;
crudeli,
se costretti dalle circostanze
- è meglio non saperlo
neppure approssimativamente;
quelli col senno di poi
- non molti di più
di quelli col senno di prima;
che dalla vita prendono solo cose
- quaranta,
anche se vorrei sbagliarmi;
ripiegati, dolenti
e senza torcia nel buio
- ottantatré
prima o poi;
degni di compassione
- novantanove;
mortali
- cento su cento.
Numero al momento invariato.
(Wislawa Szymborska, Contributo alla statistica)
6 commenti:
Interessante estratto.
Penso di rientrare nei 18 che possono ammirare senza invidia, ma anche di poter essere crudele nelle giuste circostanze.
Non so bene che tipo di persona questo mi renda ma tant'è.
vabbè, però oggi sarebbe meglio fare le statistiche per gender
@Alahambra
Complimenti, invidio la tua non invidia, io rientro nel restante 82 (e un po' me ne vergogno).
@fracatz
Bisogna avvisare la Szymborska.
Io ‘sta poetessa non l’ho mai capita e tanto meno apprezzata. Come la Merini, che mi annoia a morte. Però sembrano entrambe molto stimate in un settore prevalentemente maschile e la cosa mi insospettisce notevolmente: la Merini è finita in manicomio, la Szymborska dà i numeri. Sì, la cosa è sospetta. Mi dissocio.
@Silver Silvan
A me sembrano stimate da uomini e donne (la Merini però la conosco poco).
Non alludevo all’apprezzamento, alludevo al settore: ci sono indiscutibilmente più poeti che poetesse. Se queste ultime danno i numeri è meglio, se vogliono essere stimate.
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