sabato 29 giugno 2024

Goffredo il misogino

Era solito affacciarsi a una delle polifore del terzo piano di Ca’ Foscari, in particolare dopo l’ora di “Linguistica generale e storica” che mentalmente lo sfiancava, nonostante le lezioni piene di brio e passione del professor Sganarin, un insegnante che amava, solito sollecitare le domande e gli interventi degli studenti, non chiuso in una dimensione d’intoccabile autorità tipica di molti suoi colleghi. La stanchezza era dovuta non tanto alla complessità degli argomenti trattati da Sganarin quanto per la sua difficoltà a osservare le frasi che il professore segnava sulla lavagna. La miopia era peggiorata, avrebbe dovuto cambiare le lenti degli occhiali, lenti più spesse, una montatura nera “importante” che poco si adattava al suo bel viso. Poggiava l’addome sul bordo della finestra per sporgersi e osservare il Canal Grande. Toglieva gli occhiali e chiudeva gli occhi, lo rilassava prestare attenzione ai rumori della laguna, i gondolieri che cantavano, il tubio pentasillabico dei colombi (deformazione professionale il voler etichettare glottologicamente i versi di un animale), il chiacchiericcio delle persone. Cinque minuti di pausa che lo ricaricavano, cinque minuti di isolamento prima di ritornare in aula.

Ciao, come stai?” aveva riaperto gli occhi, indossato gli occhiali. Nel girarsi il volto gioioso di Marina ad accoglierlo. Gli sorrideva con la bocca, un leggero tocco di rossetto rosa, e con gli occhi, l’iride verde con dei puntini marroni a impreziosirla.

Sì, bene, dai, e tu?” la risposta per pura cortesia, non gradiva l’interruzione di una pratica quotidiana che voleva vivere in solitudine. Altri avrebbero fatto carte false per godere della vicinanza di Marina, non solo da un punto di vista estetico, la purezza del volto non eclissava la rotondità del seno, in quel momento celato da un maglione grigio scuro, quanto per la solarità della ragazza, la tipica ragazza acqua e sapone, meglio ancora, acqua e bagnoschiuma, come l’aveva soprannominata il suo miglior amico, Gianfranco.

Oggi è stata tosta, non ne potevo più” il commento di Marina alla lezione da poco terminata, sui mutamenti fonetici. “Beh, ma Sganarin ci tiene svegli, dai” si era annoiato in parte pure lui, ma non voleva darle ragione, come se la conferma al “lamento” della ragazza fosse un primo timido segnale di una comunanza fra i due, un punto di contatto, l’abbassamento del ponte levatoio che aveva innalzato da alcuni anni nei confronti del mondo femminile. O magari, banalmente, nonostante l’acqua e il bagnoschiuma, Marina non era il suo tipo?

Aveva chiuso la finestra per incamminarsi verso l’aula, Marina al suo fianco, venti centimetri li separavano in altezza, lei uno scricciolo sul metro e cinquantacinque, una cinquantina di chili scarsi, sembrava una bimba se confrontata con la robusta fisicità di Goffredo.

Sabato sera vado con degli amici al concerto del Rondò Veneziano”

Dove lo danno?”

Nella Chiesa di San Vidal”

“…”

Ci verresti?” l’intonazione della domanda faceva presagire la risposta negativa conseguente.

No, arrivo al fine settimana svaporato. Non ho forze, energie e poi martedì ho l’esame sulle lingue preincaiche, mi attende un sabato-domenica di furioso ripasso”

La ragazza non sapeva se considerare quel rifiuto come un giudizio negativo, un disinteresse legato alla sua persona o un ulteriore indizio della misantropia, meglio ancora misoginia, di Goffredo.

Secondo me ti farebbe bene invece staccare un po’ prima del Gran Giorno. Tanto, secchione come sei, sono certa che non hai un gran bisogno di ripassare.” la dolcezza nel suo sguardo suggeriva preoccupazione per la natura asociale di Goffredo, un reale interesse a smuoverlo dal suo isolamento, ma nella sottolineatura di quel “secchione come sei” lui aveva percepito un rimprovero mosso da stizza.

L’insistenza di Marina nell’insieme lo irritava.

Poi ti lamenti che gli esami sono duri, che oltre un 18 o un 20 non vai, che la laurea è un miraggio… cara la mia Marina, lo studio è fatica, la vita è fatica.”

Sagge parole, Maestro. Però più ti conosco e più mi viene un dubbio…”

Sentiamo la mia discepola perplessa”

Il dubbio è che a te le persone stiano sulle palle, in particolare le ragazze, che a te del voto degli esami, della laurea in glottologia, ti freghi il giusto, la laurea è solo un pezzo di carta a giustificare la tua superiorità sulla plebe, sui poveri mortali che per esempio il sabato sera preferiscono rilassarsi con un concerto e una birra e quattro chiacchiere.” ogni traccia di dolcezza era svanita nella ragazza. Era passata da un paio di occhi premurosi a due fessure che lo fissavano risentiti. Marina si rendeva conto dell’inutilità di quell’ultimo infruttuoso tentativo di perforarne la corazza che lo isolava dal mondo?

E se anche fosse?” Goffredo le aveva risposto guardandola diritta negli occhi, lo sguardo a ricambiare la rabbia di lei.

Se anche fosse vorrebbe dire che sto perdendo del tempo a provare a starti vicino, non mi aspetto da te chissà che sentimenti e neppure una cortese considerazione per i miei sforzi. Tanto meno una corresponsione d’amorosi sensi, quella immagino la riserverai alla tua amata quechua, anzi alla tua quechina.”

Meglio una quechina che una cretina!” l’ultima risposta senza darle il tempo della controreplica, aveva accelerato il passo per infilarsi nella porta d’ingresso dell’Aula 34, alle sue spalle immaginava una Marina ferma sul posto, la morbidezza delle linee del maglione contrappunto a due mani strette a pugno e due occhi inumiditi dall’insulto ricevuto.

La guechuina… non era stata una cattiveria gratuita di Marina, alcuni vociferavano che Goffredo non avesse tutte le rotelle ben registrate. Amilcare giurava di averlo visto estrarre dal portafoglio una foto che ritraeva una ragazza dai tratti andini: Goffredo aveva tenuto l’immagine davanti a sé contemplandola per almeno un minuto, le labbra che sussurravano frasi non intelligibili, per poi far aderire la bocca alla foto per un altro mezzo minuto abbondante, foto infine riposta nel portafoglio.

1 commento:

Silver Silvan ha detto...

Ehi! Ma è il ritratto sputato di Sandrino! Per caso lo conosce?

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