domenica 31 agosto 2014

Più anonimo che alcolista



Avrò avuto sì e no sei anni.
Il babbo una sera torna a casa, una sera ventilata di metà giugno, io gli corro incontro, due gambucce tozze e frenetiche si muovono sul pavimento di marmo, nella mano destra sventolo un foglio, orgoglioso di poterlo mostrare al capofamiglia.

PNV                Babbo, babbo, mi hanno dato la pagella!
Babbo             Pagella?
PNV                Sì, sì, pagella, pagella!
Babbo             Dai un po’ qua Gianni, fammi vedere.

Mi fermo di botto.
Piego il collo in avanti, immusonito.
Due lacrime si formano alla base degli occhi.

Babbo             Che hai Gianni? Ti hanno per caso bocciato?

Alzo la testa e ignoro il padre degenere.
Soccorso materno.

Mamma          Guarda che tuo figlio non si chiama mica Gianni.
Babbo             No?
Mamma          No.
Babbo             E come si chiama?
Mamma          PuroNanoVergine.
Babbo             PuroNano… che strano nome!

Sguardo indagatore del babbo.
Attimo di silenzio, poi :

Babbo             Figlio? Ma quello è mio figlio?

Non che il babbo avesse l’Alzheimer.
No.
Il difetto stava nel pargolo (il pargolo sarei io).

Quello che mi mancava, oltre alla statura, ai capelli in zona tempie, al molare destro (che bilanciava l’assenza del testicolo sinistro) era la personalità.

La mia figura non lasciava traccia negli altri.

Un difetto che mi portavo dietro dalla nascita (fu l’ostetrica durante il parto a insistere: “Signora, signora, spinga, continui a spingere, su forza, non molli proprio ora, spinga.” e mia madre, fumando tranquilla una sigaretta, a rispondere: “Guardi che è già uscito, quindici minuti fa, ce l’ha fra le braccia.”).

* * *

Non voglio farla troppo lunga (è estate, fa un freddo pazzesco, stamattina i miei scarponi chiodati si sono incastrati nel marciapiede ghiacciato. Sono rimasto bloccato per un’ora abbondante, a nulla è valso chiedere aiuto, il mio grido si è perso, anonimo pure lui, fra l’indifferenza dei passanti. Per salvarmi ho dovuto mollare le scarpe e, scalzo, i piccoli piedini che sfioravano l’asfalto polare, tornarmene a casa) né impietosirvi col desolante resoconto di un’esistenza vissuta a un metro e diciotto di bassezza, senza capelli, priva del molare destro, del testicolo sinistro (il destro ansimante per l’eccessivo sforzo al quale è sottoposto), e soprattutto nella più totale anonimia.

Non lo farò, anche perché ora sono totalmente sbronzo (per quanto, dalla qualità della scrittura che esprimo nel post, non si direbbe : perdonatemi, ma uno deve bilanciare il disinteresse altrui con una iniezione di autostima), perché, sì, se ai problemi che ho prima elencato (su tutti, il testicolo mancante) si aggiunge l’indifferenza dell’umanità intera (mamma esclusa) capirete che sia inevitabile cercare qualche forma di rifugio.

L’alcolismo come male minore (avrei potuto scegliere strade più degradanti come la tossicodipendenza, il gioco d’azzardo, l’iscrizione all’UDC o, peggio ancora, Lord Voldemort me ne scampi, a un fan club di Harry Potter…).

* * *

Che poi, uno dalle frequenti alzate di gomito prova pure a uscirne (mettendo nel conto il rischio, una volta disintossicato, di credere nell’esistenza degli ippogrifi).

Risale all’anno scorso l’iscrizione agli Alcolisti Anonimi.
Cinquantadue sedute settimanali, non me ne sono persa una, per vedere se ero in grado di smetterla con il Vov (ne bastano due bicchierini per mandare in tilt il mio piccolo cervellino).

Dopo 365 giorni esatti di confessioni di gruppo posso dire, con orgoglio, di essere sceso a un bicchiere e mezzo (lo so, può sembrare poca cosa, mezzo bicchiere in un anno, ma sono un nano pigro, che affronta e risolve i problemi col tempo dovuto. L’obiettivo è la guarigione nel giro di quattro anni, sarà il 2018, quando, il Vov alle spalle, mi presenterò alle urne per votare, in assoluta sobrietà, nonostante il travestimento da Hermione Granger, Angelino Alfano).

* * *

La riduzione del mezzo bicchiere di Vov deve avere fatto il giro dell’associazione.
Il Presidente, l’esimio Notaio Guidalberto de Guidalbertis, martedì sera mi ha avvicinato esordendo con un :

NotaioGuidal             Mi scusi, signor Gianni
PNV                           (immusonito, due lacrime alla base degli occhi)
NotaioGuidal             Cos’ha, signor Gianni, non si sente bene?
PNV
NotaioGuidal             È tornato ai due vov?
PNV                           Non sono il signor Gianni…
NotaioGuidal             (stupore)
PNV                           … mi chiamo PuroNanoVergine.
NotaioGuidal             Ops… non volevo, mi perdoni l’equivoco…
PNV                           Va bene, va bene, tanto ci sono abituato.

NotaioGuidal             Signor Gi… PuroNanoVergine, ho saputo degli ottimi risultati da lei conseguiti nel suo primo anno di frequentazione degli Alcolisti Anonimi.

PNV                           (annuisco orgoglioso)

NotaioGuidal             Sa, stiamo per lanciare una nuova campagna informativa e ci serviva un caso di successo da poter presentare…

PNV                           (brillantume nello sguardo)
NotaioGuidal             È stata un’idea della mia segretaria …
PNV                           (curiosame nello sguardo)

NotaioGuidal             … preparare un manifesto che avesse in primo piano una bottiglia di rosso, una bottiglia piena, e sullo sfondo lei, sorridente, con lo slogan: il Tappo non la stappa.

PNV                           (incertitudine nello sguardo)

NotaioGuidal             Lo so, sentirsi dare del tappo non è bello, però verrebbe presentato con un’immagine positiva, uno che è uscito dal tunnel e…

PNV                           accetto!

* * *

Ho il manifesto fra le mani.
Lo guardo, compiaciuto.
Il simbolo della mia rinascita.
L’alcolismo una malattia prossima alla sconfitta (cosa volete che siano quattro anni ?), al pari dell’anonimato (la mia storia non è passata inosservata, se persino il Guidalbertis se ne è accorto).

Il poster, un 70 x 90, riporta in primo piano una bottiglia di rosso intatta (un Nobile di Montepulciano), che poggia su una scritta anch’essa rossa (“il Tappo non la stappa”), lo sfondo è beige chiaro, uno sfondo uniforme se si eccettua quella piccola figura, quel piccolo nano, il Tappo alla base del gioco di parole, un nano che… che… che mi sembra… di… di… riconoscere… forse ci siamo incrociati nei locali dell’associazione… forse no… sì… sì… ora ricordo… è quel nano che dovrebbe… dovrebbe chiamarsi… chiamarsi… Gianni.

10 commenti:

Silver Silvan ha detto...

Sì, ma io non ho ancora capito da dove scappa fuori 'sto Gianni! Chi è, Gianni, dunque? Uno che si spaccia per lei!

Lungidame ha detto...

Ah ah ah ah, sei un piccolo genio in una piccola lampada :-D E sì, confermo, scrivi troppo impeccabilmente per sembrare ubriaco :-D

Silver Silvan ha detto...

A proposito di Gianni, l'altro ieri ho incontrato Gianni Gianni, che io avevo ribattezzato Gianni al quadrato! Erano passati trent'anni dall'ultima volta che l'avevo visto, e non l'avrei mai riconosciuto se l'avessi incontrato per strada. Non bastasse, mio fratello mi ha detto di averci fatto a cazzotti ben due volte! Ma che è, telepatico, signor PNV?

Anonimo ha detto...

ah, bello, bello, degno di ben altra pubblicazione!
lisistrata

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Sul Gianni non si risponderle (lo pensava il babbo, l'ho pensato pure io: sarà una tara genetica).
Chi sarebbe invece Gianni Gianni?
Un personaggio famoso o un suo conoscente?
(certo che i genitori andrebbero puniti per la scelta del nome)

@Lungidame
Sul genio ringrazio (ma come rispondo sempre, non lo sono).
La mia abilità "scrittoria" è superiore all'alcol che bevo (ma son quasi astemio ;-))

@Lisistrata
Ne parlavo giusto ieri con il Dottor Einaudi :-)

Silver Silvan ha detto...

Un semplice conoscente, uno della cricca che frequentava mio fratello con un nome affascinante, per me. Signor PNV, secondo lei ai figli dei pescatori daranno il pagello?

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Sì, in testa o in umido a seconda di quanto studiano.

Silver Silvan ha detto...

Ahahah, bella risposta! Vedo che è esperto di cucina!

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Purtroppo no (c'è già la ParodiA)

Silver Silvan ha detto...

Ah, sì. Quella che riesce a trasformare roba commestibile in roba che non mangerei manco morta, sorridendo, inutilmente ilare, con la sua faccia da topino smilzo.

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