Impazienti, le mie mani si muovono nel tentativo di
spacchettare l’uovo di Pasqua di 180 cm centottanta acquistato
all’IperCoop.
Devo togliere il più velocemente possibile
l’incartamento argentato con fiocco rosso, colpire con un colpo (i
colpi sono fatti per colpire) degno del miglior Bruce Lee l’uovo di
cui sopra e… ZAC!... gustarmi la visione della sorpresa, anzi, la
Sorpresa, con la S maiuscola, S come Svezia, perché sono
sicuro che lì dentro, cioè dentro l’uovo, l’uovo di
cui sopra, comparirà una violinista svedese come quella
apparsa a Silvio I Sire d’Arcore e dell’Italia Intera, alcuni anni
orsono.
Una supersventola nordica diplomata al Conservatorio
e dotata di scollatura mostra poppe da svenimento.
Tolgo quindi la carta argentata, la butto a terra in
compagnia del fiocco rosso, colpisco con un colpo l’uovo, l’uovo
di cui sopra, che si spacca in due come una mela (sarà un uovo
in crisi d'identità) per mostrare al suo interno (nel
frattempo il mio piccolo pene tende lento e inesorabile ad alzarsi,
la punta rivolta verso il cielo, missile terra aria pronto a
colpire) una… no… uno… anzi… un… un… un altro uovo di
Pasqua, un uovo di 150 cm d’altezza, la carta argentata a
impacchettarlo, nessun fiocco rosso ad abbellirlo.
Trenta secondi di perplessità (mentre il mio
piccolo pene tende inesorabile a tornare nella posizione di riposo
iniziale) e poi riparto con maggior vigore: se ho fracassato senza
pietà un uovo di 180 cm nulla mi impedirà di
sbriciolare il fratello minore di 150.
Secondo spacchettamento, secondo colpo alla Bruce
Lee (il piccolo pene di nuovo in fase up) e seconda sorpresa, una…
no… uno… anzi… un… un… un altro uovo di Pasqua, un uovo di
120 cm d’altezza, carta argentata e fiocco rosso esente.
Nessuna perplessità, solo una leggera
incazzatura (pene in fase down) perché questo contrattempo mi
allontana la visione (e non solo quella) delle poppe della violinista
svedese.
La faccio breve (non vorrei tediarvi con un post
interminabile).
Di violiniste neanche l’ombra, ma una serie
ininterrotta di uova di Pasqua a matrioska, 180 cm il primo, 150 il
secondo, poi 120, quindi 90, 60, 30 e così via, fino ad
arrivare al piccolo ovetto con carta argentata (almeno credo) che
tengo sulla punta del dito indice, un minuscolo ovetto alto tre
millimetri che non so come poter ulteriormente spacchettare.
Sono consapevole che nessuna violinista svedese
allieterà le mie serate “musicali”, ma al contempo
determinato a trovare all’interno dell’ennesimo uovo (fosse anche
enne tendente all’infinito) una sorpresa vera e propria e non un
uovo di dimensioni ancor più ridotte.
Da sola la determinazione può non bastare,
per proseguire nell’opera di spacchettamento ho bisogno dell’aiuto
del mio caro amico Carlo.
* * *
L’amico Carlo si mostra entusiasta, come previsto,
mi invita a raggiungerlo seduta stante a casa sua per poi partire
insieme, a bordo della sua 128 rossa, direzione Ginevra.
* * *
La stanza è minuscola, un tre metri per tre
con al centro un tavolo in acciaio sopra al quale campeggia una sorta
di microscopio elettronico.
“Vedi…” Carlo anticipa l’ovvia domanda “…
questo è uno Spacchettatore Subatomico di Terza Generazione.
Può spacchettare uova di dimensioni inferiori a quelle del
nucleo dell’atomo di idrogeno.”
“Incredibile…” il mio è stupore non
dissimulato “… quindi potremmo andare avanti ad aprire uova per
ore ed ore ed ore visto che siamo a quota tre millimetri, mentre lo
Spacchettatore può operare su scale nanometriche?”
“Esatto, PuroNanoVergine, esatto. Vedrai che
arriveremo a scoprire la Sorpresa Finale!”
“Chissà cosa conterrà l’ultimo
uovo?”
“Una mezza idea ce l’ho.” sorriso furbetto di
Carlo.
“Davvero?”
“Certo…” prima che possa chiedere ulteriori
spiegazioni, l’amico mi fornisce il chiarimento atteso “… ti
assicuro che la tua curiosità, la tua impazienza, lo vedo che
sei ansioso di arrivare al dunque, non sono nulla in confronto alla
mia, perché quando mi hai descritto le uova a matrioska, la
serie interminabile delle stesse, ho capito che senza volerlo avevi
acquistato all’Esselunga…”
“Era l’Ipercoop.”
“… scusami, all’Ipercoop, un uovo speciale, un
uovo che potrebbe rivoluzionare la storia della Fisica Subatomica,
dando conferma sperimentale alla Teoria del grande fisico russo
Vladimir Kinderov, il padre del Tuorlone…”
“Tuorlone?”
“… il famosissimo Tuorlone di Kinderov, una
particella che, se ne venisse osservata l’esistenza, porterebbe a
unificare le quattro forze fondamentali della natura: quella
gravitazionale, l’elettromagnetica, la nucleare debole e…”
“Basta Carlo, basta! Per me è arabo. Non
capisco un'acca di quello che stai dicendo.”
“Ma no, lasciami finire.”
“Tanto è inutile, io e la fisica non siamo
mai andati d'accordo. Dimmi solo se scoprire questo Tuorlone è
veramente importante o se...”
“Importante? Importante!? Importante!?!?
Significherebbe Premio Nobel assicurato!!”
“Ne hai già vinto uno.”
“Certo...” conferma il mio amico Carlo Rubbia
“... ma sarei strafelice di fare il bis e in tua compagnia, per
giunta! Pensa, il primo NanoNobel della storia.”
La prospettiva, devo ammetterlo, è
sfriccicosa.
Non voglio far perdere altro tempo al mio compagno
del Cern (perché siamo al Cern, se non si fosse capito) e lo
incito, complice lo strano aggeggio che sta per azionare, a
spacchettare l'uovo da tre millimetri che ci ha accompagnato nel
tragitto Milano-Ginevra.
* * *
Sono passate 12 ore dall'inizio dei lavori.
Due ascelle pezzate sulla camicia a quadrettoni
azzurri evidenziano lo sforzo al limite dell'umano dell'amico fisico.
“Cazzo...” sbotta il Rubbia furente “:..
cazzo! Siamo al 1457esimo fottutissimo uovo, dimensione
approssimativa di 12 nanometri e mezzo, e la Sorpresa, porco di quel
neutrone maremmano, neanche a parlarne.”
“Sai che ti dico? Lasciamo stare. Si può
vivere senza Tuorlone e senza violiniste nordiche.”
“Eh no, caro il mio PNV, se vuoi realizzare un
sogno, tagliare un traguardo, devi faticare, sudare, sudare camicie
su camicie, se necessario...”
“In effetti.” il mio occhio non si stacca dalle
ascelle rubbiane.
“... e alla fine, parlo per esperienza, la mèta
la conquisti.”
“Va bene. Mi hai convinto. D'altronde sei tu che
stai faticando. Io mi limito a osservarti.”
Undici rintocchi di campana interrompono il nostro
dialogo, annunciando l'imminente notte svizzera.
“Si avvicina la mezzanotte, vacca di
quell'elettrone debosciato. Forse non hai tutti i torti, PuroNano.
Facciamo così: ne spacchetto altre 10 e se non caviamo una
sorpresa dall'uovo proseguiamo domani.”
“E 10 sia.” appoggio la proposta.
* * *
Il buon Rubbia riparte per lo sprint finale: primo
uovo, secondo, terzo... ottavo e poi... al nono un:
“Noooooooooooooooooooooooooooooooo” a esprimere
un “leggero” disappunto.
“Cosa succede?” nella mia voce un pizzico di
preoccupazione.
“Ho una buona e una cattiva notizia.”
“Ovvero?”
“La buona è che le uova sono finite: siamo
arrivati alla Sorpresa Finale, la Sorpresa Subatomica.”
“E la cattiva? Niente Tuorlone?” la risposta
immagino sia scontata.
“Esatto, PNV. Anche per stavolta il Tuorlone di
Kinderov rimane un miraggio. Nell'ultimo uovo, 2 nanometri in
altezza, ho trovato un braccialetto di neutrini.”
“Beh, in fondo non è così male come
sorpresa.”
“Ma va là, PuroNano, ma va là. E'
chiaramente una collanina di neutrini di seconda mano, Made in
Taiwan, roba che puoi trovare in qualsiasi bancarella di
chincaglieria a buon mercato.”
Le guanciotte di Carlo Rubbia vengono ora rigate da
due due timidi lacrimoni.
Una pacca di incoraggiamento sull'anca da parte mia
(le spalle del nobel per la fisica mi sono precluse, visti i 60
centimetri che ci dividono) e insieme, entrambi sfiduciati, orfani di
Tuorloni e di violiniste procaci, abbandoniamo il Cern.
Ci attende un mesto e sconsolato rientro a Milano.
4 commenti:
vedi il lato positivo...hai una montagna di cioccolato.
sei a posto fino a Natale :)
@S.
E' vero.
Mi toccherà mangiarlo, giorno dopo giorno.
Buona Pasqua.
Scusa ma non avevi già pubblicato questo post a Pasqua 2014? (oltre che centinaia di milioni di secondi fa su Splinder)
@Turz
Su blogspot sicuro.
Su splinder non ricordo.
Posta un commento