Potrei rovinare il tutto e al suo “Desidera?”
chiederle una bella confezione di preservativi extralarge.
Lei strabuzzerebbe gli occhi, quel paio di eterei
occhietti azzurri e io le risponderei con un silenzioso “Sì”,
muovendo in su e in giù la piccola testa pelata, a conferma della
richiesta del supercondom, un “Sì” seguito da:
“Akuel King Size. Sono nano e come ben sa, la
regola della L, un metro e diciotto, d’altezza, basta fare due
conti (a questo punto estraggo la mia calcolatrice scientifica, pigio
un po’ di tasti a caso e) vengono fuori quei 27 centim…”
Potrei rovinare il tutto, ma non lo faccio, ora
che l’incontro con la farmacista dei miei sogni è prossimo a
realizzarsi, un incontro dove il sesso è bandito, dove a vincere è
il romanticismo, i nobili sentimenti, la purezza, l’emozione, la
devozione per una creatura dal viso angelico.
È venerdì.
Al quinto tentativo sarà lei, finalmente LEI, a
servire il nano cliente che da inizio settimana tenta, invano, di
avvicinarla, di conoscerla.
Ogni giorno, puntuale, allo scoccare delle cinque
della sera, entro nella Farmacia Pedroni, prendo il numerino di carta
che indica quale sarà il mio turno, mi avvicino al banco e osservo i
dottori presenti, quali di loro sono occupati, chi al contrario è
libero (LEI, fra questi?), quanti clienti mi precedono (fottutissimi
rivali che me la potrebbero rubare), estraggo la mia calcolatrice
scientifica, pigio un po’ di tasti, non a caso, ma applico la
formula in base alla quale se moltiplico X (il numero stampato sul
foglietto di carta) per Y (i dottori liberi) e poi divido per Z (i
clienti che mi precedono), il tutto elevato al cubo, riportato a un
valore più basso grazie al logaritmo in base 2 (i suoi occhi,
eterei)… insomma, la faccio breve (tanto la matematica vi annoia,
lo so)… premo con l’indice sinistro il pulsante dell’uguale (=)
e ottengo il…
Lunedì
di parlare col dottorino, quello nuovo di zecca, i
capelli rossicci e le efelidi, che al suo “Desidera?” si sente
rispondere “Vorrei quel paio di ciabattine per i piedi piatti. Sa,
non è mica bello essere nano e soffrire di piattezza plantare. Se
metto a posto l’arco dei piedi, ti divento, minimo minimo, uno e
trentaquattro.”
Lui strabuzza gli occhi e mi serve, dubbioso.
Martedì
di parlare con la dottoressa, quella seminuova di
zecca, con la capigliatura punk, gli occhiali montatura viola, che al
suo “Desidera?” si sente rispondere “Vorrei una bella barretta
di carbone attivo. Sa, non è mica bello essere nano e andar matto
per i fagioli, il latte, le castagne, l’avena, il lievito, i
broccoli, i carciofi e i cavoli. Li frullo ben bene e poi tracanno il
tutto in 4 secondi e mezzo. Solo che così finisco col flatulare. Ah,
se flatulo, mi creda, flatulo che è un piacere!”
Lei strabuzza gli occhi e mi serve, schifata.
Mercoledì
di parlare col Dottor Pedroni in persona, l’alta
e snella figura in cima alla quale svetta una chioma argentea, ben
cotonata, onde morbide e regolari a conferirgli un tratto regale, che
al suo “Desidera?” si sente rispondere “Vorrei una confezione
36 fialette di Tricoxidil. Sa, non è mica bello essere nano e per di
più pelato. Ho deciso di dire basta alla piazza androgenica, alla
tabula rasa capellare. Voglio diventare come lei, sfoggiare una
maestosa criniera e con questa aprire una farmacia”.
Il Dottore strabuzza gli occhi e mi serve,
preoccupato (per la possibile concorrenza?).
Giovedì
di parlare con la balenottera, non so se sia pure
dottoressa, non mi interessa saperlo (o mi interessa quanto basta per
essere certo che non prenda lucciole per lanterne, distinguendo, ad
esempio, una confezione di Viagra da una di Guttalax), la balenottera
dal camice bianco (il bianco ad accentuare la natura balenottoidale),
che al suo “Desidera?” (pronunciato con voluttà, come se
anteposto al “Desidera?” vi fosse un “Mi” sottinteso) si
sente rispondere “Vorrei una confezione 48 pasticche di Viagra–No
Dead Zone. Sa, non è mica bello essere nano e soffrire d’impotenza.
Purtroppo neppure Miss Mondo in persona potrebbe risvegliarmi dalla
pace dei sensi. A maggior ragione non vi riuscirebbe una balenottera
qualunque.”
Lei strabuzza gli occhi e mi serve (lacrime
copiose a rigarle le guance troppo paffute).
È venerdì.
Assente la balenottera (sarò stato troppo
cattivo?), assente il Dottor Pedroni (dal parrucchiere per il
consueto restyling pre-weekend), il dottorino impegnato con una
cliente ultraottantenne (prossima alla morte, visto il monte ricette
che gli ha consegnato), la dottoressa punk al telefono con un
probabile fornitore, rimane solo LEI, la farmacista dei miei sogni
che proprio in questo istante pigia il pulsante rosso, due cifre
rosso digitali si illuminano sul display a led, un 92 che guarda caso
corrisponde a quanto scritto sul bigliettino verde che ho nella mia
mano (tremante per l’emozione).
Mi avvicino al banco e al suo “Desidera?” ho
pronta la risposta, tenuta in canna per una settimana.
PNV Salve,
sono qui per problemi di cuore.
Farmacista Che tipo di problemi?
PNV Beh,
problemi, direi, di tipo, del, non saprei, del terzo, terzo tipo,
direi. Sì, sì: del terzo tipo.
LEI mi osserva come si potrebbe osservare un nano
demente (sapete, non è mica bello essere nano e soffrire di
demenza).
Farmacista Non conosco problemi cardiaci
del terzo tipo.
PNV Mah,
bah, sah, lah, pah…
Venendo incontro alla mia manifesta incapacità di
intendere e volere, con aria compassionevole, la farmacista mi
chiede:
Farmacista Non ha per caso una ricetta con
sé?
PNV La
ricetta: è vero! La ricetta! Che stupido, me ne ero dimenticato!
Allungo il foglio tenuto in canna per una
settimana.
Lei lo prende e inizia a leggerlo.
Io la osservo come si potrebbe osservare una
Madonna delle Statine, consapevole che i suoi eterei occhi azzurri si
stanno posando sulla seguente frase:
“Il problema di cuore è da intendersi in senso
metaforico. Sono innamorato. Pazzo. Di LEI. Quando la vedo sento un
tuffo al cuore, questo piccolo cuore solitario e spezzato. Un cuore
malato per il quale, mi perdoni l’ennesima metafora, LEI è l’unica
medicina possibile.”
Terminata la lettura, la farmacista evita il mio
sguardo e con fare risoluto mi risponde con un:
Farmacista Attenda un attimo.
Si volta, dirigendosi verso uno degli scaffali che
contengono le medicine.
Apre il terzo cassetto, partendo dall’alto,
della prima fila.
In punta di piedi (è una farmacista mignon, il
mignon a conferirle quel fascino da Piccolo Cerbiatto degli
Eccipienti) scruta all’interno del cassetto e poi, un sorriso sulla
boccuccia di rosso rossettata, estrae una confezione bianca,
immacolata, se si esclude una striscia gialloblu e due scritte, nera
la più grande, al di sotto una azzurrina, che non riesco a
decifrare.
Torna al bancone.
Farmacista Ecco, tenga!
Nano preso in contropiede.
PNV Smetaforil.
Farmacista Smetaforil, esatto.
PNV Smetaforil?
Mi scusi, ma perché dovrei prendere questo…?
Farmacista Ho letto la “ricetta”.
PNV E cosa ne
pensa? Sa, attendo con trepidazione la sua risp…
Farmacista Non è un problema di cuore.
PNV No?
Farmacista Lei è affetto da ipermetaforia.
PNV Iper…
che?
Farmacista Troppe metafore. Ne ho contate
almeno cinque in tre righe.
PNV È grave?
Farmacista Un po’, ma non si preoccupi.
Basta prendere lo Smetaforil, due volte al giorno e guarirà.
PNV Davvero?
Farmacista In un batter d’occhio.
Sgancio i 9 euro e 55 centesimi per la confezione,
non rispondo al saluto del mio amore, ormai svanito, e faccio per
uscire dal locale quando, proprio sulla soglia della farmacia, un
dubbio si insinua fra i miei neuroni scombussolati.
.
Lo Smetaforil va preso prima, durante o dopo i
pasti?
Sto per fare retromarcia, tornare da LEI e
chiederle, non la mano, ma spiegazioni, quando un’occhiata più
attenta alla confezione risolve il piccolo dilemma.
Mi ero fermato alla lettura dello Smetaforil, poco
sotto però vi era la scritta azzurrina (come gli eterei occhi della
farmacista), una scritta, anzi, una parola semplice semplice, comune,
che esce, sussurrata, dalla mia bocca ormai depressa.
“Supposte”.
5 commenti:
Supposte.
Per un finale fuor di metafora.
Scaltra, questa farmacista :)
@CirINCIAMPAI
Nessuna metafora, purtroppo.
@Giulia
Scaltrissima ;-)
...e cattivissima!!
@Vanessa
Perfida il giusto (la perfidia la rende ancor più adorabile :))
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