sabato 22 aprile 2017

Le ragazze dell'Est

Puoi pure fingere che il tempo non passi, che la giovinezza sia l’unica stagione della tua vita, puoi fingerlo, ma quando senti bussare alla porta, chiedi “Chi è?”, non ricevi risposta, apri circospetto, ti si presenta una signora vestita con tunica nera, che ti osserva con disprezzo, nonostante le orbite degli occhi siano vuote, e alla tua balbettante domanda:

“Non, non, sa… sa… sarà mica la Mo… Mo…”

ti risponde:

“Ma quale Morte, sono l’Andropausa. Senti nano…”

“Mi di… di… dica signora Andropa… pa… pa… usa”

“… quand’è che ti decidi a trombare?”

quando accade questo, dicevo, ogni finzione svanisce, ti rendi conto che il tempo scorre, eccome se scorre, e che te ne rimane poco, pochissimo, per provare a uscire dalla sempiterna condizione di puronanoverginità.

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Facile a dirsi, è sul farsi che le cose si complicano.
Un metro e diciotto di bassezza, un’iperstempiatura che parte dalla tempia sinistra e si conclude in corrispondenza della destra, uno sguardo con espressività pari a quello di Alvaro Vitali in versione Pierino petomane (gli occhi strabuzzanti nello sforzo espulsione gas intestinale): i presupposti per una reazione di ribrezzo da parte dell’universo femminile ci sono tutti (solo la mamma mi vede bello, “Bello dentro, che è la cosa più importante” la condanna consolante della genitrice che ringrazio per avermi donato, più o meno al 50%, un patrimonio genetico che proprio patrimonio non definirei).

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E così, decennio dopo decennio, due di picche dopo due di picche, la speranza di un accoppiamento, (con donna consenziente, non plastificata, ancora in possesso della facoltà di intendere e copulare) si è via via affievolita, direi quasi del tutto svanita, se non fosse che due mesi fa, nella casella di posta, mi è comparsa un’email di tale Olga Pulianova, bionda 26enne, occhi azzurri, un metro e ottanta, quarta di reggiseno, San Pietroburghese, laureata in ingegneria spaziale.
La Pulianova mi proponeva nientepopodimenoche di sposarla!

* * *

Lì per lì ho pensato a uno scherzo di cattivo gusto, una riedizione de La Bella e la Bestia (lascio a voi l’attribuzione dei ruoli fra il sottoscritto e la procace russa), quando, passati due soli giorni, nella casella di posta, mi è comparsa una seconda email di tale Svetlana Feidisova, mora 25enne, occhi scuri, un metro e settantotto, terza di reggiseno, moscovita, laureata in psichiatria.
La Feidisova mi proponeva nientepopodimenoche di sposarla!

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Per non dire di Lyudmila Mazurkaja, rossa 24enne, occhi verdi, un metro e settantacinque, quinta di reggiseno, residente a Minsk, laureata in architettura.

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Concludendo con Yuliya Palyutvichina, castana 28enne, occhi neri, un metro e ottantadue, seconda di reggiseno, siberiana, laureata in fisica.

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Nelle email delle quattro avvenenti (perché, giuro, avvenenti lo sono per davvero, stando alle foto che hanno allegato) donzelle ex sovietiche, ravviso un entusiasmo esagerato, un entusiasmo che le porta a offrirsi con eccessiva fretta al sottoscritto.
Sono consapevoli della mia mostruosità fisica?
Della mia statura mignon?
Della mia assoluta inabilità sessuale?
Sono consce che potrebbero trascorrere il resto dei loro giorni in compagnia di uno scarto della natura?
Ho il dubbio che la risposta alle quattro domande sia sempre la stessa: NO.

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Per evitare loro un incontro shockante con l’amara realtà ho quindi risposto alle email precisando innanzitutto che non ero il classico moro mediterraneo, fisico palestrato, occhi verdi, sguardo magnetico… insomma fra me e Raoul Bova vi erano, fra le altre cose, circa settanta centimetri di differenza, attestandosi il sottoscritto sul metro e venti (lasciatemi almeno arrotondare).

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Le quattro email di risposta rinfrancano il mio tenero cuoricino, confermando la speranza di un convolamento a giuste nozze.

Per Olga Pulianova: “Nella botte piccola sta la vodka buona”.

Svetlana Feidisova, rilancia con: “Meglio un nano oggi che uno spilungone domani”.

Lyudmila Mazurkaja, in rima: “Uomo nanetto, pieno d’affetto”.

Yuliya Palyutvichina chiude come solo Mindy con Mork: “Nano, nano, la tua mano”.

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Superato l’ostacolo nanezza (un ostacolo non molto alto, a dire il vero) devo sondare il terreno sulla verginità.
Seconda email nella quale sottolineo che mai in vita mia mi sono unito carnalmente con una ragazza e, nonostante questo, o proprio per questo motivo, credo vi siano ottime possibilità, nel ”momento clou”, di non essere all’altezza (in senso metaforico) del caso: che sia eiaculazione precoce, incapacità a “mirare il bersaglio” (anni ed anni di masturbazione incidono sulle diottrie), totale ignoranza sul concetto di preliminari, panico di fronte a una “foresta nera” a me sconosciuta…

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Le quattro email di risposta rinfrancano il mio tenero cuoricino, confermando la speranza di un convolamento a giuste nozze:

Olga Pulianova mi rassicura: “Non preoccuparti, sono una perfetta nave scuola, la tua Corazzata Potemkin personale”.

Svetlana Feidisova risoluta afferma: “Vergine? Ancora per poco”.

Lyudmila Mazurkaja, invece: “Non è mai troppo tardi”.

Yuliya Palyutvichina, metafora per metafora: “La foresta nera ti sarà forse sconosciuta, ma la tundra no, potrai esplorarla nei minimi dettagli”.

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Ho deciso che, sì, questo matrimonio s’ha da fare.
Resta solo da capire con chi.
Mi sembra corretto mettere al corrente ognuna della quattro aspiranti mogli dell’esistenza di tre temibili rivali.
Invio email del caso.

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Le quattro email di risposta mi lasciano un poco perplesso.
Non solo ognuna delle quattro contendenti conosce le avversarie, ma si esprime verso di loro in giudizi poco lusinghieri.

Olga Pulianova considera Svetlana una zoccola, Lyudmila una bagascia, Yuliya una mignotta.

Svetlana giudica Olga un puttanone, Lyudmila una bagascia, Yuliya una mignotta.

Lyudmila sa per certo che Olga è un puttanone, Svetlana una zoccola, Yuliya una mignotta.

Yuliya conferma l’Olga puttanone, la Svetlana zoccola, la Lyudmila bagascia.

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E se fossero delle prostitute?
In effetti questo interessamento inossidabile per il nano italiano (a dispetto della sua ridicola altezza e della sua inesperienza sessuale) un poco sospetto lo è.
E se puntassero a un matrimonio di interesse?
Non tanto il mio cuore, o il mio minuscolo e ragnatelico apparato riproduttivo, quanto il mio portafoglio?
Serve sondare il terreno per la quarta e ultima volta.
L’email chiarisce il mio stato di disoccupato nullatenente con scarse se non nulle possibilità di trovare un lavoro con reddito annesso.

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Tre settimane.
Sono trascorse tre settimane dall’email e, stranamente, non ho ancora ricevuto un segnale.
Strano?
Finora le risposte di Olga, Svetlana, Lyudmila, Yuliya, sono sempre state sollecite.

Non ho fretta.

Può darsi che vi sia stato un disguido nella rete al momento dell’invio dell’email.
Un qualche server che abbia involontariamente interrotto i bit che dal mio notebook erano indirizzati alle quattro staffilococche dell’est.

Non ho fretta.



Attenderò ancora qualche giorno prima di provare un secondo invio e, nano, vergine, ma soprattutto puro (e fiducioso nella purezza altrui) mi appresterò a leggere quattro rinfrancanti repliche che, ne sono sicuro, profumeranno di fiori d’arancio.

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