Sono in enoteca e sono imbarazzato, ma non è mica imbarazzo
digestivo, lo stomaco che brontola per la non abitudine al vino, no, di vino
neppure l’ombra (poi leggerete), l’imbarazzo è da intendersi come disagio in
quanto l’enoteca si definisce Beveria, locale chic per VFP (Veri Fighet
People), e, capirete, in una beveria frequentata da Product Manager, Digital
Strategist, Senior Financial Controller, Consulting Training Director, un puro
nano vergine Long Time Unemployed, sprovvisto di giacca, scravattato, scarpine
Chicco sdrucite, blue jeans non di marca ma di mercato, camicia Oviesse,
rischia lo stordimento.
Poi, per fortuna, lo slalom fra gessati ingessati e
decolle-tè aromatizzati termina.
Una decina di scalini (locale a due piani), tavolo per
cinque, ci si siede su sedie da designer disegnate.
Tento il relaxing (compatibilmente con lo schienale in
policarbonatomaculato automassaggiante che mi provoca un principio d’eczema
dorsale).
Al mio fianco, Paolo. A fianco di Paolo, la Tris. Al fianco
della Tris, Luca (che ha scelto il locale). Al fianco di Luca, Daniela. Al
fianco di Daniela, il sottoscritto (ops, si è fatto il giro del tavolo in tre
righe).
Alle mie spalle lo schienale in policar…, l’eczema dorsale
in fase espansiva, un secondo tavolo, per due persone, fra le quali riconosco
noto giornalista calcistico televisivo in compagnia di noto dirigente
calcistico indagato, di provata fede granata, a suo tempo facente però parte della
Triade Bianconera: non un inquisito qualsiasi, niente popò di meno che Antonio
Giraudo.
* * *
L’enoteca è fatta in sostanza per bere vino (non per altro,
si deve tener fede al prefisso), ma a me il vino non è che piaccia molto e poi
ne basta mezzo bicchiere per farmi traballare e poi non saprei cosa scegliere
tanto più se devo affrontare un sommelier fingendo conoscenze che non ho.
Nella migliore delle ipotesi me la caverei così:
Sommelier Il signore ha
scelto?
PNV (scorrendo
la lista vini) Vorrei un… un… un Tavernello, grazie.
Sommelier Ottima scelta.
Abbiamo un Rosso Esselunga o se preferisce un Rosé Conad.
PNV Il Conad può
andare.
Non stupitevi per la presenza del Tavernello.
Lo trovate come potreste trovarlo all’Esselunga, alla Conad,
alla Sma, all’Ipercoop, persino all’Ikea, con la sottile differenza che qui una
confezione da 0,25 L sfiora gli 11 euro.
* * *
Con l’acqua me la cavo meglio e poi volete mettere il gusto
di essere in una enoteca e chiedere dell’acqua?
L’avranno?
Certo, altrimenti sarebbe una semplice enoteca e non una
Beveria per Very Fighet People.
Non solo, per l’acqua è previsto un sommelier ad hoc col
quale mi intrattengo amabilmente fingendo conoscenze che non ho.
Sommelier Il signore ha
scelto?
PNV (scorrendo
la lista acque) Vorrei una… una… una Ferrarelle, grazie.
Sommelier Se permette le
consiglierei una delle nostre migliori acque.
PNV Ovvero?
Sommelier Una Evian du Moulin Rouge Can Can del ’79.
PNV Vada per
l’Evian.
Sommelier Evian du Moulin Rouge Can Can.
PNV Intendevo
quella.
I miei quattro amici sorseggiano un Brunello di Montalcino
(una specie di Tavernello imbottigliato in bottiglie di vetro), mentre il
sottoscritto si gode la sua Can Can del ’79, bicchiere nella mano destra, brevi
sorsate a intervallare le chiacchiere.
Fatta abitudine all’eczema, ignorati i Financial Controller
e i Giraudi presenti nel locale, la serata dovrebbe virare sul bello e invece …
E invece mi ritrovo alla mia destra, poco dietro la sedia al
policar… un cameriere che impugna la bottiglia di Can Can, lo stesso che
qualche minuto prima mi aveva servito.
Immobile, la bottiglia imbracciata come se fosse un fucile,
osserva il livello dell’acqua nel mio bicchiere.
Me ne accorgo perché, a bicchiere vuoto, le bollicine
frizzanti dell’Evian che ancora stuzzicano il gargarozzo, il tipo si avvicina e
con gesto elegante e discreto provvede a riempire nuovamente il calice.
Non ho il tempo di fermarlo né una prima volta, né una
seconda (due minuti dopo), né una terza (due minuti dopo i due minuti), nè una
quarta (tre minuti dopo i due minuti dopo i due minuti).
L’Evian du Moulin Rouge Can Can del
’79 termina.
Ho lo stomaco, il mio piccolo stomaco di nano, gonfio.
Rutto a bocca chiusa, gorgoglii addominali.
Il cameriere si eclissa, lo vedo scendere rapido le scale.
Giusto il tempo di asciugarmi le labbra e ricompare il
sommelier.
Sommelier Il signore
desidera altro?
PNV Insomma, sa,
una bottiglia in sette minuti, forse, forse sarebbe meglio una pausa.
Sommelier (allungandomi
la lista acque) Comprendo, ma abbiamo un’ultima bottiglia di Rochette du Del Pier et son Petit Usel del
’91 assolutamente imperdibile.
PNV Vada per la
Rochette de l’Usel.
Sommelier Rochette du Del Pier et son Petit Usel
PNV Intendevo
quella.
* * *
La Rochette è decisamente più impegnativa.
È accadueO con l’aggiunta di COdue, di troppo COdue.
Le bollicine superano il palato facendo tabula rasa delle
papille gustative, arrivano allo stomaco e lo dilatano.
Dopo il primo bicchiere la dilatazione provoca pressione al fegato.
Fitte sul lato destro del corpo.
Meglio fermarsi, ci vuole una pausa di mezzora.
Nei tre secondi necessari per formulare il proposito trovo
il bicchiere maledettamente pieno.
Mi volto, il cameriere sorridendo sembra dirmi: “Hai visto?
Manco te ne sei accorto.”
Come cliente avrei il diritto di bere come e quando mi pare,
anche di non farlo o addirittura, ma il privilegio è concesso solo a una crème
ristretta di habituè, di rovesciare l’acqua per terra o sulla testa del
cameriere, o su quella del sommelier, o su entrambe, dopo averle fatte cocciare
fra di loro, ma non ne ho il coraggio, voglio dire che non posso rifiutare il
privilegio concessomi di assaporare l’ultima bottiglia di Rochette du Del Pier et son Petit Usel, quindi, pavido nano, mi faccio
forza e con sprezzo del pericolo, mando giù tutto d’un fiato il secondo
bicchiere.
Scricchioli interni, il duodeno sta cigolando sotto la
pressione dello stomaco.
Fottuto il duodeno, il prossimo a cedere dovrebbe essere il
colon trasversale.
Nei tre secondi necessari per formulare il pensiero trovo il
bicchiere maledettamente pieno.
Mi volto, il cameriere sorridendo sembra dirmi: “Hai visto?
Manco te ne sei accorto.”
Gli sorrido, mi sorride.
Flatulenza ad ano chiusa.
Silenziosa e inodore.
Prima della morte un soprassalto d’orgoglio.
Ora ingollo il terzo bicchiere, ma non lo poso come gli
altri alla mia destra, dalla parte dell’aguzzino che mi controlla, no, lo
lascio a sinistra, magari spostandolo verso il centro tavola.
Porto il bicchiere alla bocca, trangugio in un nanosecondo,
fingo posa a destra, poi cambio direzione, lo mollo a centro tavola, sulla
sinistra quando d’improvviso sento un tocco sulla scapola destra, mi volto,
nulla, ruoto la testa di nuovo a sinistra e osservo, con timore, il bicchiere
di nuovo pieno !
Il cameriere tossicchia.
Lo sento sussurrare: “Hai visto? Manco te ne sei accorto.”
Sconfitto termino la Rochette.
* * *
Rientra in scena il sommelier.
Sommelier Il signore
desidera altro?
PNV Qualcosa di
forte, che mi faccia esplodere l’intestino tenue.
Sommelier (allungandomi
la lista acque) Suvvia, non sia così tragico. Come terzo assaggio non può
perdere una Vie Snel pour le Petit Nanet
avec un Problem a le Budel del ’97..
PNV Vada per la
Vie Snel.
Sommelier Vie Snel pour le Petit Nanet avec un Problem
a le Budel
PNV Intendevo
quella.
* * *
La Vie Snel è l’Everest delle acque.
COdue con aggiunta di COdue e una correzione di COdue.
Chiedo cortesemente la bottiglia al cameriere.
Me la porge sospettoso, teme una mia possibile rivolta, poi,
compiaciuto, mi osserva tracannare i 75 cl della Vie Snel in 5 secondi e 98
centesimi.
Record europeo.
I rèni pulsano come una coppia di casse acustiche a un rave
party.
Prima debole, poi man mano sempre più forte, mi piglia lo
stimolo a espellere il mix di Evian Rochette Vie Snel che tiene in ammollo
buona parte del mio esausto corpicino.
Ho i testicoli che trasudano bollicine, ma mai e poi mai
darò la soddisfazione a quella coppia di bastardi che mi hanno imbottito di
liquido di chiedere, con finta gentilezza: “Scusi, mi sa indicare il bagno?”.
Mi rivolgo ai miei amici.
PNV Perdonatemi,
ma non mi sento molto bene. Vi dispiace se vi lascio soli?
(loro col vino se la sono cavata alla grande : qualche
assaggio inframmezzato da stuzzichini vari e nulla più).
Amici Ma
no, figurati, veniamo via con te.
* * *
Ci alziamo.
Un ultimo sguardo al cameriere.
Mi sorride, gli sorrido.
Tenendo il braccio destro accanto al corpo alzo, in segno di
saluto, il dito medio della mano.
Nonostante il mio gesto lui continua a sorridere.
Scendiamo le scale.
Passiamo alla cassa.
Paga Luca per tutti e cinque (d’altronde l’idea della
Beveria è stata sua, ecchecazzo).
Ci avviciniamo alla porta d’uscita, ho dei tremori lungo il
corpo, stringo le gambe in modo che comprimano il pisello e trattengano lo
zampillio che preme sul glande.
Stiamo per uscire quando sento una voce che richiamandomi mi
fa:
Sommelier Signore?
PNV Si?
Sommelier Pssssssssssssst.
Gli sorrido, mi sorride.
Chiudo la porta di vetro alle mie spalle e poi, finalmente
libero, mi gusto l’immenso piacere di una lunga, infinita, meravigliosa
pisciata nei pantaloni.
5 commenti:
Il titolo mi aveva subito suggerito il rumorino che tanto induce alla minzione!! Post molto divertente!
Anni fa un mio ex amico, figlio di un commerciante di oggetti di lusso, mi regalò una bottiglia di acqua che definì "della Regina", di vetro, con etichetta azzurra e lettere argentate, dicendomi di berla come fosse vino!!!!
Psssssssommelier
@Vanessa
Il titolo è evocativo :-)
Mi chiedo sempre se dietro il prezzo esorbitante di alcuni prodotti vi sia una qualità che lo giustifichi.
@CirINCIAMPAI
Perfetta definizione ;-)
Si si, ma da brava donnina che urina ovunque avevo subito capito il senso :D
@Vanessa
"brava donnina che urina ovunque"?
Inquietante :-)
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