In
principio era il minimarket Conad che avevo vicino casa, bastava
attraversare la strada per finirci dentro, un market dalle dimensioni
minime, non più di 600 mq, forse qualcosa meno, dove in uno spazio
ridotto si alternavano gli scaffali del reparto frutta/verdura, i
frigo dei surgelati, il bancone macelleria seguito da quello della
panetteria, i tre corridoi con i prodotti per la casa e poco altro.
Un supermercato che manteneva l’atmosfera da negozio a conduzione
famigliare (il direttore sposato con una delle cassiere), frequentato
da una fauna locale in netta prevalenza anziana.
Poi
la comparsa, dopo alcuni anni di lavori con stop & go misteriosi
(si vociferava della presenza dell’amianto nel terreno sul quale si
stava costruendo) di una filiale Esselunga di dimensioni
ragguardevoli, sugli 8.000 mq, forse qualcosa in più, che
riproponeva in grande la medesima disposizione del piccolo minimarket
Conad (frutta/verdura, surgelati, bancone macelleria…) ampliandone
la scelta dei beni, la varietà e quantità dei prodotti esibiti.
In
seguito il primo Centro Commerciale su due piani, Metropoli (per dare
l’idea che il Centro fosse innanzitutto un centro di aggregazione
che voleva affiancare, se non sostituire, i luoghi d’incontro
tradizionali della città), per un totale di 25.000mq (12.500 per
piano), parcheggio a più livelli escluso, contenente al suo interno
un ipermercato Coop, il sempre presente Mediaworld, alcune catene di
abbigliamento popolari (nei prezzi), il Burger King, la farmacia, due
bar, negozi di profumi e di pelletteria, il sarto per la riparazione
immediata dei vestiti, una piccola piazza dove la domenica si
esibivano alcune star televisive e vecchi cantanti ancora sulla
cresta dell’onda (comparsi nell’alto mesozoico e scongelati per
attirare nel Centro la clientela anziana, strappandola, almeno nel
giorno della festa, alla Conad chiusa).
E
via ampliando, da minimarket a market, da market a supermarket, da
supermarket a ipermarket, da ipermarket a centro commerciale, da
centro commerciale a...
Ora,
notizia fresca fresca di telegiornale, la posa della prima pietra
d’angolo dell’SuperMegaGigaTeraIperExtraUltra Shopping Center
Moloch-1, dalla dimensione non esprimibile in metri quadri, che si
estenderà, per la precisione, da Lodi fino alle porte di Chieti, in
lunghezza si sfiorano i 580 km, la larghezza dovrebbe attestarsi
intorno ai 120 (decametro più, decametro meno), un nonluogo
mostruoso, anzi, il NonLuogo Assoluto, che ingoierà quelli che si
troveranno, loro malgrado, al suo interno (frazioni, comuni, città,
fiumiciattoli, affluenti, fiumi, cascate, colline, monti…), una
struttura colossale che, facile a prevedersi, per la sua natura
mastodontica e fagocitante, metterà in discussione l’unità stessa
del nostro paese realizzando di fatto la secessione vagheggiata dai
leghisti prima che si trasformassero in difensori della Patria,
sovranisti dell’ultima ora.
Mi
immagino che qualche mese dopo l’inaugurazione (prevista per Natale
2025), Moloch-1 busserà, in una tiepida sera primaverile, alla
porta del Quirinale, il Presidente Mattarella (o chi verrà dopo di
lui, ad aprirgli i battenti) e dirà:
“Presidente,
io me ne vado, si tenga l’Italia, la parte che avanza, senza di me.
Arrivederci”.
Da
molti anni non lascio Milano per una vacanza degna di questo nome.
Chissà,
una volta avvenuta la scissione potrei farci un pensierino, sfruttare
la chiusura aziendale di agosto, le due settimane centrali, e
organizzare un bel viaggio avventuroso all’interno di Moloch-1,
entrando agitato, in fibrillazione, nell’ingresso di Lodi e
attraversandolo tutto, scaffale dopo scaffale, reparto dopo reparto,
scala mobile dopo scala mobile, bar dopo bar, fiume dopo fiume,
cascata dopo cascata, farmacia dopo farmacia, godendo delle bellezze
naturali (come il Parco del Gran Sasso, a dire il vero
ignorato prima che venisse inglobato nel Mostro), di quelle frutto
del lavoro umano (ad esempio le pantofole De Fonseca, ideali per
tenere i piedi al caldo d’inverno) o ancora di quelle che si
situano a metà fra la natura e l’uomo (come la Foresta di
Ciccioli, reparto salumi surrealisti, poco dopo lo svincolo di
Modena) per uscire, si spera ancora vivo, a Chieti.
4 commenti:
Solo a me quando si fa il nome di Moloch viene in mente (quel Capolavoro che è) Metropolis? :)
Buonaserata. Coop forever.
@H P L
Pur avendo scritto il post non ho pensato a Metropolis (titolo del film molto simile a quello del Centro Commerciale, realmente esistente) visto una decina di anni fa.
I centri commerciali hanno peggiorato i rapporti di buon vicinato ... oltre a essere simili a una grande balena che mangia tutti i pesciolini!
ABBASSO I CENTRI COMMERCIALI E LA GDO!!
@silvia
In effetti dentro delle cattedrali simili ci si sente come dei pesciolini... fuor d'acqua.
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