Il
temporale è terminato da qualche minuto.
Pedalo
sorridente lungo la circonvallazione di Milano, imboccata poco prima
di Piazzale Lotto, con la mia mountain-bike accessoriata (rispetto
alla versione originale ho aggiunto parafanghi, portapacchi,
computerino di bordo, fanali).
Scivolo
sull’asfalto bagnato di Viale Serra, Viale Monteceneri, per poi
alzarmi dal sellino e affrontare la temibile salita del Ponte della
Ghisolfa (un centinaio di metri con pendenza media dello 0,4%).
La
pedalata un poco impacciata a causa della tenuta militare (o da
pescatore) verdescuro che ha impedito il contatto fra i goccioloni
estivi rovesciati da un cielo grigio e la mia delicata pelle di
gracile ciclista.
La
discesa dal Ponte della Ghisolfa... et voilà… Viale Jenner:
mancano due chilometri scarsi all’arrivo.
La
felicità in persona: il Gene Kelly dormiente che è in me si
risveglia e canticchia un: “I’m cycling in the rain, just cycling
in the rain...” che prosegue con un “nanna nanà, nanna nanna na
nà” (non conosco il testo del brano).
L’interpretazione
viene interrotta (bocca spalancata, occhi increduli, capelli laterali
ritti, pelata inumidita da un freddo sudore, cuore in accelerazione
tachicardica) dalla visione d’una pozza d’acqua di proporzioni
ciclopiche.
Lunga
una ventina di metri, larga quanto le due corsie di Viale Jenner,
profondità non decifrabile (ma il colore scuro dell’acqua fa
presagire una voragine) la pozzanghera non è una pozza fangosa
qualsiasi.
No!
È
nientepopodimenoche Ulan-Bakula, la Madre di tutte le Pozzanghere!
Narrano
le leggende metropolitane che Ulan-Bakula abbia inghiottito, negli
anni, decine di ciclisti che abbiano osato sfidarla nel tentativo di
attraversarla (fra gli scomparsi anche l’Ingegner Borghetti,
abitante nel mio palazzo, che lasciò nel più costernato dolore la
moglie e la coppia di gemellini di quattro anni. Scomparsa, quella
del Borghetti, a cui fece seguito, secondo le maldicenze di alcuni
vicini di casa, una successiva ricomparsa del medesimo in zona
Piazzale Piola, in compagnia di una nuova fiamma biondo platino di
probabile provenienza baltica).
Cosa
fare?
Tornare
indietro e allungare il percorso (spostandosi in zona Viale Farini)
pur di evitare l’insormontabile barriera d’acqua?
Neanche
per sogno!
Se
un ciclista, un solo ciclista al mondo, è in grado di uscire indenne
dal confronto con Ulan-Bakula, quel ciclista sono io.
Mi
avvicino alla pozzanghera, andatura lenta e regolare, i piedi che
premono felpati sui pedali, un Gene Kelly fischiettato a volume
bassissimo, sorriso di finto rilassamento sul volto (per quanto
percepisca, nella gola che inghiotte saliva, una tensione non del
tutto mascherabile).
Ultime
pedalate e un primo contatto con Ulan-Bakula, la sua acqua sudicia
bagna il copertone della ruota anteriore.
Stesso
trattamento, pochi secondi dopo, per il tubolare posteriore.
Avanzo
osservando il progressivo innalzarsi del livello dell’acqua (anche
i cerchioni vengono via via inghiottiti).
Mi
trovo in una terra, o per meglio dire, in una pozza di mezzo.
Metà
della ruota è scomparsa, pedali e piedi (protetti da galosce) a loro
volta svaniscono sott’acqua mentre spingono a fatica la mountain
bike in avanti.
Stupore:
stranamente l’ansia non mi avvolge.
Calma
interiore.
Provo
una sensazione di “accoglienza” da parte della nemica presunta:
Ulan-Bakula sembra apprezzare il mio sforzo amichevole,
l’atteggiamento rispettoso del timido (finto impavido) ciclista
che, cauto, delicato, prosegue nella sua penetrazione.
Ho
come l’impressione che faciliti il mio progredire: le acque misto
fango che si aprono davanti la ruota anteriore e si richiudono, a
passaggio avvenuto, dietro quella posteriore.
Mi
percepisco come un essere strano, un ibrido, una via di mezzo fra un
profeta e un ciclista.
Metà
Mosè, metà Moser.
“I’m
cycling in the rain, just cycling in the rain...”.
Le
note, un poco stonate, trovano consenso in un inaspettato gorgoglio
della pozzanghera.
Ulan-Bakula
gradisce il musical.
I
metri finali, prima di completare l’attraversamento, volano via
rapidi.
La
Madre di tutte le Pozzanghere è ora alle mie spalle!
Mi
volto, le sorrido, il gorgoglio si accentua, un saluto dove acqua e
fango fanno a gara per mettersi in mostra.
Direzione
Piazzale Maciachini.
Una
volta giunto in Piazza, svolterò a destra.
Ad
aspettarmi, il mio palazzo, l’appartamento di via Borsieri, la
“vedova” Borghetti e i due gemellini che da poco hanno iniziato a
chiamarmi: “Papà”.
9 commenti:
Un capolavoro! Metà Mose e metà Moser è da Oscar. La trovata dell’accostamento al musical e alla sua celeberrima scena mi ha fatto scoppiare a ridere, anche se il nana nana na mi ha subito fatto venire in mente Kylie Minogue e la sua I can’t get you out of my mind (ho pensato: Ma che c’entra?!) interrompendo la risata nel tentativo di capire il nesso; che, ovviamente, non c’era. Però il tarlo è rimasto, come da titolo, col risultato che adesso io, a ‘sta vedova, non posso non dare la faccia di Kylie Minogue: anche se ritengo abbastanza improbabile che lei si trombi Kylie Minogue, che non credo abbia dei gemelli. A meno che ... signor PNV, lei si tromba Kylie Minogue e ‘sto Borghetti che l’ha piantata, in realtà è Olivier Martinez!
@Silver Silvan
Grazie.
Il racconto è in buona parte reale (la pozzanghera l'ho un poco allargata e la vedova Borghetti in effetti non esiste: il resto è roba vissuta una ventina di anni fa, Gene Kelly, Mosè e Moser, compresi).
Kylie Minogue mi piaceva (quando vidi la prima volta il video di Can't... inquadrata spesso dal basso, mi sembrava una stangona: non avevo capito che fosse K.M.).
@Silver Silvan
Ho visto ora la "carriera sentimentale" di Martinez (non lo conoscevo): impressionante!
Eh, lui è davvero bello. Non bastasse, è francese e quindi, nell’immaginario delle americane, romantico, europeo, seducente, appassionato di raffinatezze varie, gastronomiche, enologiche. E un po’ stronzo, che non guasta. Scontato che faccia man bassa tra le gnocche dello star system. Signor PNV, cominci ad allenarsi con la erre moscia, cadranno ai suoi piedi.
@Silver Silvan
Ci pvovevò.
un nano con la sua erre sempre moscia e' decisamente n'antra cosa
@fracatz
Sottolineo quel "sempre".
Fantastico!!!!
@NonPuòEssereVero
Grazie :-)
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