domenica 26 aprile 2020

La maturazione dell'alopecico


Probabilmente mi sono sbagliato, quella comparsa di alcuni pelucchi intorno alle tempie non era l’annunciarsi di un rinfoltimento della mia chioma castano, un tempo bionda, ma l’ultimo anelito di vita di capelli che mi stavano lasciando.

Avrei dovuto dedicargli una poesia, una canzone, un’ode d’addio, oppure no, per quale motivo? In fondo si trattava di un semplice processo naturale, ereditario, vista la calvizie del babbo e del nonno.

Per qualche settimana ho creduto nella ricrescita, nell’inversione di un processo che di norma porta al diradamento e alla scomparsa, poi, quando la nuda pelle che ricopre il cranio si è mostrata, oltre sulla zona temporale anche sulla sommità del capo, ogni dubbio è svanito.

“Moreno” mi chiede mamma “non sei dispiaciuto per quello che ti sta accadendo? Tu, così giovane, giovanissimo, che perdi i capelli! Perlomeno il papà ha atteso l’avvicinarsi dei quarant’anni. Che ne dici se prenotiamo una visita da un tricologo?”

E così, giusto per accontentare mia madre, mi sono presentato, in un tiepido pomeriggio primaverile, nello studio del Professor Chiomarelli, un corpulento e rubicondo dottore sulla sessantina, che mi ha puntato una lampada inquisitoria sul capo, ha afferrato una lente d’ingrandimento stile Sherlock Holmes e ha vivisezionato ogni centimetro quadro del cuoio semi-capelluto.

“Alopecia androgenica” la sentenza scontata “se vuole le posso prescrivere delle lozioni di Minoxidil”.

“Come desidera” gli ho risposto, non per fiducia nella cura, il mio acconsentire serviva solo a certificare la statura professorale del prescrittore.

Il Minoxidil non ha sortito effetto alcuno, neppure un accenno di peluria resuscitante, a dimostrazione che fra l’alopecia del nonno (anni 30), quella del babbo (anni 70) e la mia (anni 90) di costante vi sono state da un lato la forza di gravità che ha richiamato al suolo le ciocche dei nostri peli e dall’altro l’impotenza medica che avrebbe dovuto garantire un freno all’attrazione gravitazionale.

“Neppure il Minoxidil ha funzionato” il commento materno accompagnato da un inumidirsi dei suoi occhi grigioverdi.

“Vero, non è servito a molto, d’altronde la medicina in questo settore di passi avanti ne ha fatti ben pochi” chioso, mantenendo un’invidiabile imperturbabilità.

“Ma come fai a essere così tranquillo? Se fossi al tuo posto mi strapperei i capelli dalla disperazione!”

“Con l’effetto di accelerare il processo. Non mi sembra una buona idea”.

La mamma mi guarda stupita: “Giusta osservazione. L’ho sempre detto che sei un bimbo intelligente.”

“Mamma, ho 21 anni, confermo l’intelligenza, ma non sono più un bimbo. Lo vedi, ho persino perso i capelli”.

“Capelli persi” ripete mormorando fra sé e sé “capelli persi. E sì, non sei più un bimbo. Ora sei un uomo, un uomo fatto e finito. Questa sera il prosciutto cotto come secondo e i pomodori di contorno non te li preparerò più io. Sono sicura che ci riuscirai da solo”.

Accetto la sfida materna, è arrivata l’età adulta, penso sia giusto prendersi delle responsabilità.

5 commenti:

Nia ha detto...

Ma via che un ragazzo calvo ha sempre un suo fascino

fracatz ha detto...

Ho provato una lozione più sicura e consigliata
la chinina è di rigore ma la testa è ancor pelata, ancor pelata.
Coraggio amico, non ti disperar.

PuroNanoVergine ha detto...

@Nia
Vero, per quanto all'epoca (sono passati un sacco di anni) il pelato non era di moda.

@fracatz
Chi(ni)nerò il capo per provare la lozione. Grazie del suggerimento.

Silver Silvan ha detto...

Pelato, pelato, pelatoooo, così carino così educatoooo!

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
:-)

;