sabato 5 agosto 2023

Il bimbo Notaio

Per il Carnevale del 1980 i miei compagni di scuola avevano scelto dei costumi “alla moda”: i maschietti da Sceriffo, da Zorro, da Superman, da Al Capone (Sergio Marquinoz, un bimbo colombiano che da grande è diventato un rinominato narcotrafficante, 3 Stelle Medellin), le bimbe da Ballerina, da Fatina Azzurra, da Regina Elisabetta…

Io, come PuroNanoVergine, scelsi il completino da notaio: pantaloni e giacca beige in lino, camicia azzurrina in tinta con il fazzolettino che usciva dal taschino della giacca.

Scelta che preoccupò i miei.

Riporto brani del colloquio fra mia madre e la Maestra Grimaldi, la prof che ebbi nei cinque anni di scuola elementare:

Non saprei, ma mio figlio mi dà da pensare, cioè, non mi sembra del tutto normale…”,

Guardi, se si riferisce all’altezza non deve preoccuparsi, PNV è consapevole della sua nanitudine, la vive serenamente”

Non è l’altezza, ma il carattere, cioè è un bimbo troppo serio e posato, a Carnevale m’ha chiesto il vestito da Notaio. Io pensavo al Pirata, all’Uomo Ragno, al limite a Brontolo, oppure, visto che studia sempre, a Dotto, ma il Notaio…!”

Sì, in effetti PNV è particolare, serio è serio, studioso è studioso, ma ogni tanto se ne esce anche con delle battute divertenti”

Tipo?”

Tipo, Rogito ergo sum, a proposito di notai”

Ma è terribile!”

???”
“Un bambino che cita Cartesio a nove anni! Mi dica lei, signora Maestra, devo forse dargli qualche bel scapaccione per riportarlo sulla retta via?”

La Grimaldi rispose, per fortuna, di no.

Alla fine la spuntai, indossai il completino da Notaio andandomene in giro vanitoso per le strade del quartiere (mia madre mi accompagnava, testa bassa, imbarazzata dal mio outfit).

La resa sull’abbigliamento di Carnevale peggiorò la situazione.

Riporto estratti del dialogo fra mia madre e mio padre:

Angelo, ti rendi conto che un bimbo di nove anni ci stila un contratto in 12 punti dove definisce le regole alle quali attenersi in casa?”

Ma dai, Rosina, si diverte a fare il notaio, mica mi vuoi dire che…”

Ti voglio dire che se non lo blocchiamo per tempo PNV rincitrullisce del tutto. Leggi qua…” gli porge il foglio con i 12 punti.

Punto 1) La colazione dovrà svolgersi nei giorni feriali dalle 7 e 30 alle 7 e 45. Punto 2) Il pranzo si dovrà tenere alle ore 13:45. Punto 3) La cena alle ore 19 e 30. Punto 4) I pasti principali dovranno basarsi su un corretto bilanciamento di carboidrati e proteine. Punto 5) La merenda pomeridiana non sarà mai a base di creme spalmabili quali la Nutella Ferrero…”

Ti rendo conto? Un bimbo che non ama la Nutella!? Angelo, dobbiamo chiamare lo Zamboni...” (N.d.A. era il medico di famiglia) “… per farci consigliare un buon psichiatra”

Punto 6) Nell’orario adibito ai compiti scolastici, 16:30 – 18:30, il suddetto PuroNanoVergine non dovrà essere mai disturbato. Punto 7) PuroNanoVergine è esentato a tempo indeterminato dall’interloquire con la Zuliani, la pettegola del terzo piano… (N.d.A. la Zuliani veniva spesso ospite a casa nostra, era solita regalare a mia madre riviste sensazionalistiche tipo Stop o Cronaca Vera, e riportava i pettegolezzi riferibili a circa metà delle persone del quartiere, cintura nera ottavo dan di zabettismo)

Sulla Zuliani come dargli torto…” era la difesa paterna.

Ok, ma imporci che non dobbiamo interrompere i suoi compiti per due ore di fila. Poi ti sembra normale che passi tutto questo tempo a studiare? A me non interessa avere un figlio con tutti 10 in pagella!”

Tutti 10 e un 11, in condotta.”

Mia madre scuoteva la testa, lacrime amare iniziavano a rigarle il volto.

La carriera da notaio si andava nel frattempo a consolidare. Mi ero proposto come garante nella compravendita dei pacchetti di figurine Panini, che i miei compagni erano soliti maneggiare: in qualità di notaio certificavo la validità dello scambio figurine/soldi che avveniva tutti i giorni in classe. La tariffa per la mia prestazione era pari a un decimo del prezzo pagato dall’acquirente.

Tutto procedeva a gonfie vele, i 12 punti stilati con mamma e papà, l’intermediazione negli scambi fra compagni di classe, il completino da beige che indossavo tutti i giorni. Mi si prospettava un futuro da notaio, già mi immaginavo un bello studio in centro città, 200 mq. rivestiti da una moquette verde scuro calpestata da un bel paio di mocassini in pelle (i miei), con due segretarie altamente professionali (le mie) a completa disposizione (da un punto di vista strettamente lavorativo, data la mia serietà), quadri d’arte contemporanea alle pareti, una gigantografia che mi vedeva ritratto con mia moglie e mio figlio (PuroNanettoVergine) seduti nel giardino della nostra villa di Montecarlo.

Ipotesi di un futuro notarile sfumate quando a metà dell’anno scolastico 1980/81 fece il suo ingresso nella IV B una nuova compagna di classe (e di banco), Paoletta, biondina vaporosa dagli occhi azzurri, il viso lentigginoso, la voce stridula e una naturale propensione per la frivolezza come stile di vita. In teoria la mia serietà era in netto contrasto con la sua superficialità, il mio completo beige di formale eleganza stonava con la sua gonna rosa ricoperta di fiorellini bianchi e un maglione bianco con perline di strass, il mio interesse per Cartesio faceva a pugni con la sua lettura approfondita di Cioè… in teoria… perché ogni giorno averla a fianco provocava nel mio debole cuore notarile delle botte di tachicardia micidiali.

PNV, per il prossimo Carnevale cosa indosserai?” mi chiese ai primi di febbraio del 1981.

Direi nulla, il mio costume è quello che indosso ora, non ho bisogno di mettere altro, mi sento notaio e quindi…”

Che roba noiosa il Notaio!” fu la sua interruzione.

Perché noio…”

Se penso a un ragazzo con il quale stare insieme, l’ultimo ragazzo che mi viene in mente è un Notaio.”

E tu allora cosa indosserai?”

La mamma mi ha comprato un vestitino rosa da Barbie, la Barbie Monella. Sarò uno schianto. Secondo te una Barbie Monella potrebbe mai mettersi insieme a un Notaio?” domanda impertinente di Paoletta che aveva intuito il mio debole per lei.

No, in effetti…” non finii la frase, lo sguardo basso, due goccioloni a scendere lungo le guance.

Fu così che dal giorno dopo abbandonai il completo beige, la camicia azzurrina e il fazzoletto in tinta. Tornai ai jeans, ai maglioncini, alle scarpe da tennis e per Carnevale, per Carnevale, avendo Barbie Monella compagna di banco, indossai un vestitino da PuroNanoKen… vergognandomi come un ladro.

4 commenti:

Silver Silvan ha detto...

Ahahahah, che spasso di racconto! Bravo, signor PNV, si è davvero superato: i dialoghi sono esilaranti, mentre leggevo si susseguivano davanti ai miei occhi buffissime scenette immaginarie, era un pezzo che non mi succedeva di avere le “visioni” scatenate dalle parole. Le invio un affettuoso buffetto sulla guancia per avermi fatto ridere!

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Grazie per l'apprezzamento.
Accetto con piacere il buffetto sulla guancia :-)

Filippo ha detto...

Nooo ha abbandonato la ricchezza per la figa! Ma un bambino così precoce doveva capirlo che con la ricchezza, poi, avrebbe avuto tutta la figa che voleva! Adesso poteva invitarci tutti nella sua casa di Montecarlo!
“cintura nera ottavo dan di zabettismo” ahahahah

PuroNanoVergine ha detto...

@Filippo
In realtà più che la ricchezza il piccolo (d'età) PNV era attratto dall'ordine.

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