La
giornata sembra raddrizzarsi quando riesco, con uno scatto stile Pietro Mennea
dei tempi d’oro, a conquistare un posto a sedere sul locale delle 8 e 02, treno
ad alta densità di pendolari che occupano ogni centimetro quadrato delle nove
carrozze a due piani del convoglio.
Comodamente seduto apro il
giornale di enigmistica e riprendo la compilazione del sudoku che da due giorni
tiene in allenamento i miei neuroni.
Appena lasciata la stazione
alzo un attimo gli occhi.
Sorpresa.
Chi ti vedo in piedi, intenta
a osservarmi, con il suo classico sguardo viscido supplichevole?
La Finta Gravida.
Conosco il trucco.
Indifferente mi rituffo nel
giornalino.
Il tempo di aggiungere un 7
nel riquadro in alto a sinistra dello schema che un’improvvisa rigidità si impossessa
delle mie dita rendendole gelide e semiparalizzate.
Anticipo l’apoplessia
ruotando lentamente il collo dal basso verso l’alto.
La visione delle ottantuno
caselle da numerare è sostituita dalle lenti bifocali sostenute dalla montatura
di bachelite marrone che a sua volta poggia sul naso gibboso della
Giudicatrice.
* * *
Raramente, per mia fortuna,
mi capita di incrociare la
Giudicatrice sul treno.
La sua presenza incute una
sudditanza reverenziale nei poveri passeggeri che si trovano a lei vicino.
La Giudicatrice non parla.
Osserva.
Osserva e valuta.
Osserva, valuta e nove
volte su dieci condanna.
Non ha bisogno di aprire
bocca: basta una sistematina alla montatura degli occhiali, un sopracciglio che
si alza, una piccola smorfia del labbro superiore e il malcapitato di turno,
causa della mimica da rimprovero della donna, sente il gelo del peccato
penetrare nelle sue viscere.
Magari non è consapevole
del motivo della colpa, ma sa, eccome se lo sa, di aver commesso un delitto non
espiabile.
Nell’ultima predica
settimanale Don Franco si è lamentato delle scarse offerte dei fedeli nelle
questue domenicali, pochi spiccioli se raffrontati alle somme considerevoli
raccolte nella Parrocchia di Falcidiate.
Quello che Don Franco non
sa, o finge di non sapere, è che a occuparsi del recupero soldi, in quel di
Falcidiate, è la
Giudicatrice in prima persona.
Passa fra i banchi della
chiesa, lento progredire il suo a causa dell’età e della tozza corporatura e
miracolosamente, dalle mani dei donatori, cascano fruscianti banconote di 5,
10, talvolta 20 euro.
L’influenza dell’anziana
signora non riguarda i soli fedeli ma si estende fino al Parroco, suo datore di
lavoro (lei ne è la perpetua).
“Don Basilio: è pronto con la lista peccatorum?”
“Si, sono pronto.”
“Prego, inizi.”
“Airoldi Giacomo, ha messo
le corna alla moglie in tre occasioni.”
“Con chi?” la Giudicatrice esige
maggiori dettagli.
“Con la cognata, con la
baby-sitter della cognata, con la portinaia del condominio dove abita la
cognata. Mi sa che il problema è la cognata. Se allontaniamo lei l’Airoldi
torna all’ovile.”
“Il problema è lui, altro
che la cognata. Sudicione di un sudicione. Non vedo attenuanti. Condannato.
Richiesta di scomunica da inoltrare alle autorità competenti entro e non oltre
il 15 febbraio. Interdizione immediata dai luoghi di culto della diocesi. Il
prossimo?”
“Baccelli Lidia, ha chiesto
per il figlio la dispensa dall’ora di religione.”
“Condannata. Obbligo
frequentazione quotidiana Santa Messa delle 6 e 30 del mattino, accompagnata
dal pargolo. Iscrizione riparatrice all’ora rifiutata. 10 Pater Noster, 15 Ave
Maria.”
“Ferrari Fulvio, le sue
offerte domenicali non superano i 50 centesimi.”
“Condannato.“
“Ma è cassaintegrato.”
timida intercessione del Parroco a favore del Ferrari.
“Condannato alla pulizia
settimanale, gratuita, della Sacrestia. Se è disoccupato di tempo per passare
lo spazzolone ne ha a sufficienza.”
“Moiraghi Laura. Parcheggio
in doppia fila sabato scorso davanti all’ingresso Oratorio Femminile.”
“Condannata. 8 Pater
Noster, 2 Salve Regina. 4 torte da preparare per la Festa di Inizio Primavera
dell’Oratorio delle quali almeno una al cioccolato e una meringa. Don Basilio,
sapesse quanto è buona la meringa.”
Il parroco non commenta le
preferenza dolciarie della perpetua e prosegue con la lista imputati.
“Zucca Patrizia. Non ha
rinnovato l’abbonamento al giornale parrocchiale devolvendo una somma, di pari
entità al costo del rinnovo, all’A.Na.G.I.”
“Assolta.”
“Assolta?”
“Assolta.” conferma la
perpetua.
Che colpa può avere Don
Basilio se non conosce l’Associazione Nazionale Giudicatrici Inflessibili?
* * *
Mi alzo sconfitto dal
sedile e faccio cenno alla Finta Gravida di sedersi evitando l’espressione di untuoso ringraziamento che
sa assumere in questi casi.
Se la Giudicatrice avesse
fiutato l’inganno della donna, che mi ha rubato il posto a sedere, non
sorriderebbe beata pensando fra sé e sé:
“La Giustizia del Signore, e
un poco anche la mia, si è compiuta.”
Mi manca il fegato.
Dovrei avvicinarmi alla
Finta Gravida con uno spillone e ZAC! infilarglielo in quel palloncino pieno di
elio che nasconde sotto il maglione.
Saranno almeno tre anni che
la malandrina si muove sul treno con la pancia di ordinanza, pancia che,
particolare fondamentale, non varia mai nelle sue dimensioni.
Le prime volte che
l’incrociavo non avevo fatto caso all’invariabilità ventrale, stupendomi che
una ragazza moderna fosse poco avvezza ai metodi contraccettivi da sfornare,
senza soluzione di continuità, un figlio dietro l’altro.
In realtà quella che
mancava nella Finta Gravida, mi ci è voluto del tempo per rendermene conto, era
la fase di sfornamento pupo.
Il nervoso per il
seggiolino perduto è accentuato dall’equilibrio precario nel quale mi trovo
ora, in piedi, una sardina fra le tante inscatolate nel vagone ferroviario.
Evito lo sguardo degli
altri passeggeri, testa bassa e persa nel fantasticare su una improbabile vita
da sovrano dove indosso i panni regali di Filippo VIII detto Lo Spillonatore,
marito della bellissima Karin di Haugendheim, monarca sanguinario passato alla
storia per aver ordinato lo sterminio di tutti i neonati all’elio venuti alla
luce nelle inospitali terre del regno di Norvegia, anno di grazia 1297.
Le gesta dello Spillonatore
lasciano spazio a una voce registrata:
“Dlin Dlon - I signori
passeggeri…”
“E le signore?” la Giudicatrice si sente
in dovere di interrompere anche un annuncio vocale.
“Dlin Dlon - Le signore
passeggere e i relativi signori sono invitati a porre attenzione ai propri
effetti personali. E’ segnalata la presenza nelle carrozze di borseggiatori e
commercialisti – Dlon Dlin”.
Mi guardo intorno
preoccupato.
Alle mie spalle un
elegantone profumato tiene in mano una borsa di pelle e una copia del Sole 24
Ore.
Con finta nonchalance mi muovo
quanto basta per distanziarmi dal commercialista maramaldo.
8 commenti:
Ma come? Nessun commento? Allora commento io. Signor PNV, doveva succedere, prima o poi. Questo è il suo primo post che non mi piace! È sconclusionato!
Ho trovato divertentissimo il tuo pezzo, caro PNV, e particolarmente suggestivo là dove ricami con le parole sul senso di colpa indotto dalla Giudicatrice: mi hai fatto pensare - ma sorridendo, questa volta- a Joseph k. ;-) Bravo!!!
la Lisistratica (ex belfagorica, stiamo facendo le prove generali, ormai!)
@Silver Silvan
Mi verrebbe da dire: "Finalmente" (sul commento col pollice verso) :-)
Il post è un racconto (non legato a PNV) che fa parte di qualcosa di più ampio (tipo un libro: a chiamarlo romanzo mi vergogno).
Credevo (ma in realtà continuo a credere) che possa vivere di vita propria, nel senso che anche estrapolandolo dal contesto si possa leggere.
In ogni caso ben venga la stroncatura.
@Lisistrata
Sei sempre esageratamente gentile coi complimenti ;-)
A me il pezzo piace (altrimenti non l'avrei postato).
I personaggi sono caricature, ma ti assicuro che almeno in parte sono ispirati dalla realtà.
Pensi, non l'ho scritto ma l'obiezione principale riguardava proprio il fatto che mi avesse spezzato il pathos, con la digressione. Mi ha infastidito moltissimo! Di solito i suoi racconti hanno una progressività lineare, in un crescendo molto coinvolgente. Insomma, ha presente quando ti stai per trombare qualcuno e quello si alza per andare a prendere i preservativi, e già scoccia l'attesa, poi, già che c'è si beve un bicchier d'acqua, controlla la posta e quando torna hai voglia di mandarlo a quel paese. Ecco. Una roba simile! Però sono lieta di sapere che si sta librando. Buona librazione!
@Silver Silvan
La metafora del trombing rende bene l'idea (l'ha resa pure a me, nonostante l'argomento mi sia del tutto oscuro :-)).
Oops, che gaffe! Mi scusi tanto!
Certo che, come tipi umani, anche se magistralmente disegnati,non sono tra i più simpatici! Anzi,direi che sono decisamente antipatici, da evitare. Sicuramente mi ricorderò dell'una e dell'altra la prossima volta che dovrò muovermi in metropolitana.
@Sefora
Grazie per il "magistralmente".
Sì, i due tipi oltre che antipatici sono incrociabili anche in metropolitana.
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