In
fondo è un maccherone, un solo maccherone su trenta (o poco più).
L'unico
maccherone che nel passaggio dalla scolapasta al piatto si è
lanciato, sprezzante del pericolo, con ardore futurista, desideroso
di sperimentare la libertà di un volteggio carpiato, nel vuoto, lo
spazio che separa il lavello della cucina dal pavimento piastrellato
(mosaico di piccoli quadrati color rosso ciliegia).
Ho
posato il piatto con la pasta fumante sul tavolo e ho raccolto il
Greg Louganis di grano saraceno posandolo, con delicatezza, di nuovo
sul lavello.
Cosa
farne?
Dargli
una rapida lavata e poi aggiungerlo ai suoi fratelli di primo piatto?
No.
Il
contatto con l'acqua me lo renderebbe indigesto, il bagno potrebbe
influire sulla cottura (ben al dente) oltre a ridurne la sapidità.
Soffiargli
sopra, l'alito caldo della mia bocca, per togliere lo sporco delle
piastrelle?
No.
Sarebbe
un intervento palliativo, non sufficiente per eliminare le orde di
batteri che di sicuro vi saranno saliti sopra (piccoli cowboy a
cavalcioni dell'inaspettato puledro carboidratico) pronti a
introdursi nella mia delicata gola, per sua natura predisposta ad
arrossire.
L'unica
scelta possibile è ignorarlo, almeno per il tempo necessario a
mangiare il piatto di pasta, prima che raffreddi.
Lascio
quindi Louganis sul lavandino e, dandogli le spalle, mi siedo, pronto
a condire, parmigiano reggiano e un filo di olio, i suoi commilitoni.
"Sento"
il suo sguardo che mi osserva e mi giudica.
Forse
che parmigiano e olio siano un condimento non all'altezza?
Roba
per PuroNani rachitici inadatti alla cucina, incapaci a godere delle
sfiziosità culinarie?
Trenta
maccheroni (o poco più) avrebbero meritato un'amatriciana come
Masterchef comanda? O una quattro formaggi? O un timballo con
salsiccia e carciofi?
Fantascienza.
Ha
ragione Greg, certe ricette sono al di fuori della mia portata, per
non parlare dei sensi di colpa che avrei nel concedermi un primo
piatto ultracalorico.
Termino
i trenta (o poco più) maccheroni nel tempo di 2 minuti e 18 secondi!
Mi
volto, la bocca ancora ruminante e do un'occhiata all'unico
superstite.
Lui
mi ignora.
Anzi,
finge di ignorarmi (troppo facile giudicarmi mentre gli davo le
spalle: se sei un maccherone tutto d'un pezzo prova ora a criticare
le mie scelte di condimento, fusillanime!).
Lo
afferro, pollice (opponibile) e indice della mano destra a tastarne
il grado di vivezza.
È
morto.
Tre
minuti all'aria aperta lo hanno stecchito.
Posso
procedere, senza sensi di colpa, a lavarlo sotto l'acqua fredda.
Terminata
l'abluzione strappo un foglio di rotolone Scottex e asciugo ben bene
il fu Greg Louganis.
Prima
la parte esterna e poi, introduzione delicata del foglio di Scottex
nella cavità maccheronica, quella interna.
Cosa
farne ora?
Gettarlo
nel bidone dell'umido?
No.
Un
maccherone merita degna "sepoltura".
Sì,
ma dove?
Siamo
ai primi di gennaio: uscire, andare al parco pubblico, scegliere la
quercia secolare sotto la quale scavare una piccola buca per
infilarci il defunto?
Non
se ne parla: il parco è distante da casa mia circa un chilometro (un
sacrificio del genere sarebbe concepibile, forse, per un pesciolino
rosso, un gatto siamese, un chihuahua, una suocera ottantaduenne, non
per un cilindro di pasta, per quanto di grano saraceno Dop,
acquistato all'Esselunga).
No,
serve "sepoltura" casalinga.
Attimo
di riflessione (il cervello a immaginare una bara ad hoc, la memoria
a ricordare colui che fu) e... la soluzione!
La
custodia per gli occhiali Gucci che conservo, inutilizzata da
decenni, in uno dei cassetti del mobile del salotto.
Color
marrone, un'anima in alcantara, l'esterno in pelle (sintetica, lo
ammetto) una tridimensionalità sufficiente per poter adagiare, come
sto facendo ora, il maccherone al suo interno.
Una
volta posato, chiudo, con la dovuta partecipazione emotiva, solennità
del momento, l'astuccio.
"Ciao
Greg", sussurro, "che il rigor mortis ti conservi al dente, per sempre!".
Amen.
11 commenti:
"Fusillanime" è grandiosa. I boccolotti ribelli vanno ingollati all'istante, senza pietà e senza ripulirli. Rafforzano il sistema immunitario.
@Silver Silvan
Sul fusillanime l'ho pensata, so che ama fare giochi di parole (le vengono bene) e immaginavo apprezzasse ;-)
Hai un pavimento stupendo...
@tigli & gelsominO
In realtà è solo una parte del pavimento vicino all'angolo cucina (il resto è parquet).
Bello anche così, il mio è marmo del '73, vissuto...
Quando condividevo l'appartamento e la vita con sua felicità non dovevo mai preoccuparmi dei temerari maccheronici voli.
Nostalgia nostalgia canaglia
ops cane no, non si può dire.
Nostalgia gattaglia però fa veramente pena.
Vabbé...auguri tanti!
Provi con nostalgia c'attaglia, allora.
@tigli e gelsominO
Accidenti, 45 anni!
@CirINCIMPAI
Perchè sua felicità li acchiappava al volo? :-)
E' un problema che, fortunatamente, non mi affligge! Appena sta per cadere qualcosa in terra ho la belva pelosa (che devo ancora capire che bestia è.. dovrebbe essere un cane) che lo afferra al volo e lo fa sparire. QUALSIASI COSA, compresa l'insalata, la buccia dei mandarini, i fiori....
@Sara Scavolini
La belva pelosa?
Non capisco, è forse un pupazzo delle bambine?
no dovrebbe essere il cane di famiglia uno yorkshire.
Posta un commento