sabato 14 aprile 2018

L'età dell'innocenza perduta


Sono stati i 40 anni di Goldrake (trasmesso per la prima volta su Rai2 nell'aprile 1978) a riportarmi immediatamente all'infanzia, ai ricordi televisivi del PNV bambino.
Prima di Atlas Ufo Robot (la fatina bionda delle teleannunciatrici, Maria Giovanna Elmi, lo presentava in questo modo) i cartoni animati che Mamma Rai proponeva erano di tutt'altra natura: fra tutti Supergulp (contenitore dove passavano Nick Carter, Alan Ford, l'Uomo Ragno, i Fantastici 4... di manga e anime giapponesi nemmeno l'ombra).
Goldrake era a tutti gli effetti qualcosa di insolito, la comparsa di un mondo popolato da robot, da alieni invasori, coinvolgente per la dinamicità delle immagini animate, le musiche ritmate a sostenere gli sforzi sovrumani di Actarus contro i temibili Vegani (che, se Actarus fosse stato un cowboy U.S.A., avrebbe annientato non a colpi di alabarda spaziale o raggi protonici, ma lanciandogli contro dei Big Mac ripieni di carne di manzo e ketchup).
Goldrake fu l'apripista, seguito subito dopo da Jeeg Robot d'Acciaio, da Mazinga Z (filone robotico spaziale) e in parallelo da cartoni più tradizionali, pensati, credo, per un pubblico di bambine, tipo Heidi o Remi.
Se Goldrake mi vedeva ancora nei panni di un tenero pargoletto di un metro e diciotto (altezza mantenutasi costante nei successivi quattro decenni) le serie che lo seguirono incrociarono un PNV in fase di maturazione, un nanetto che evolveva, alle prese con un mutamento nel proprio corpo (altezza a parte) che lo portava a guardare le animazioni nipponiche sotto un altro punto di vista.
Per essere più chiari: la fascinazione per l'alabarda spaziale e le lame rotanti di Goldrake, per i componenti che componevano (essendo componenti) Jeeg Robot, per il raggio termico di Mazinga, lasciò posto alla fascinazione al quadrato per le tette missili di Venus.
Partivano le sue poppe e io percepivo un automatico "friccicore" nelle zona pelvica, in pieno subbuglio ormonale.
Venus fu il primo contatto del terzo tipo con l'universo femminile (per quanto meccanico e dotato di bulloni e giunture d'acciaio), un incontro preliminare che fu sostituito dalla Margot (Fujiko Mine il nome originale) di Lupin III.
Se la collega di Mazinga era caratterizzata da una femminilità un filo rigida (la ferraglia non è flessibile di suo) al servizio della lotta contro i nemici extraterrestri, la compagna di Lupin mostrava in modo chiaro che ben più dei missili tettonici erano la sensualità, la malizia, la flessuosità nelle curve, le vere armi che una ragazza poteva utilizzare quando se ne fosse presentata l'occasione (in particolare per abbindolare i maschi arrapati, Lupin in testa, che le gravitavano intorno).
Certo, una visione della donna da un punto di vista maschile, opinabile, ma che fece presa su un ragazzino che trasudava ormoni da tutti i pori, trasudamento che esigeva un quotidiano ricorso alla doccia, acqua e bagnoschiuma, per mitigarne l'effluvio.
A proposito di igiene del corpo, il PNV telespettatore, nel giro di pochi anni, fine '70, primi '80, concluse l'apprendistato di osservatore con pulsioni onanistiche via via crescenti, sostituendo, come detto, i Goldrake, i Jeeg e i Mazinga della prima ora (Pulsione Onanistica di Livello 0, in un range da 0 a 5) con Venus (P.O.d.L. 2), proseguendo con Margot (P.O.d.L. 3,5), per terminare con le esibizioni, a colpi di spugna e strofinamenti vari, sotto il getto d'acqua calda di una doccia istigatrice di pensieri birbantelli, di Edwige Fenech (P.O.d.L. 5++).
Il passaggio da eroine di cartone a un'attrice in carne e ossa rappresentò un salto di qualità, un cambio di paradigma per il PNV testosteronico.
Se da piccolo erano, nell'ordine, l'astronomo, lo scrittore, il ciclista, le professioni che avrei voluto fare una volta cresciuto, fu solo nel pieno dell'adolescenza (le mani di Edwige che accarezzavano i seni burrosi, sui quali scie di Bagno Schiuma Vidal tracciavano ipnotiche traiettorie) che optai senza esitazione alcuna, consapevole della bontà della scelta, per la carriera (posso dire a posteriori, soddisfacente) di onanista professionista.

5 commenti:

CirINCIAMPAI ha detto...

In quegli anni ho avuto la brillante idea di andare al mare a prendermi una bella broncopolmonite.
Un mese a casa, 90% del tempo a letto.
Mia zia regolava gli orari per misurare la febbre su quelli della puntata di Goldrake.
Oh, con Goldrake mi saliva di brutto!!!
(Poi dice "generazione di fenomeni"...)

PuroNanoVergine ha detto...

@CirINCIAMPAI
Beh, avevi una zia moderna :-)

MaryA ha detto...

La domanda è quale è stata la seconda, Venus la prima, Fujiko la seconda?
Parte il Pool XD

Nia ha detto...

Tranne qualche puntata di lupin ammetto di aver visto poco tutti gli altri citati. Sarà che io pulsioni per l' anatomia femminile non le avevo ;)

PuroNanoVergine ha detto...

@MaryA
Sì, Venus la prima e poi Fujiko (mi sa che non ho capito la domanda (???))

@Nia
Posso capirlo.
Le passioni per l'anatomia femminile hanno fatto capolino coi cartoni, per poi "esplodere" con la divina Edwige.

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