Un
colpo di fortuna che mi porta 80 euro nelle tasche, soldi sufficienti
per invitare a cena Silvia, consapevole che la vincita al Lotto sarà
probabile preannuncio dell’ennesimo due di picche.
“PNV,
lo sai come si dice in questi casi?”
“Sì, ma stiamo parlando di un misero ambo.”
“Su
ruota fissa, però.”
“Non era un ambo secco. Bastava che uscissero due dei tre numeri prescelti. In questo modo aumentano le probabilità di azzeccare.”
“Aumento relativo. Non a caso la vincita è pagata 80 volte la posta. Quanto hai giocato?”
“1
euro.”
“Per
un guadagno di 80 euro.”
“Che
ho deciso di impiegare ora, per questa fantastica cena.”
“Non
mi starai rinfacciando che pagherai tu il conto?”
“No, era solo per precisare che”
“Che
non siamo compatibili. Ricomincio da capo. Lo sai cosa si dice in
questi casi?”
“Fortunato nel gioco, sfortunato in amore.”
“Appunto.”
Peccato.
Nell’ipotesi
improbabile di non venir “rimbalzato”, avrei invitato la collega
nel minuscolo bilocale per mostrarle non la solita collezione di
farfalle, ma un fantastico divano a due posti, in tessuto sintetico
bianco con striature rosse, senza braccioli, scomodo come pochi, ma
dalla personalità light & easy, prodotto ideale per una design
minimalist living room, la cui destinazione naturale sarebbe la sala
d’attesa di uno studio dentistico (il tessuto bianco a ricordare lo
smalto dei denti, le striature rosse il sanguinamento gengivale) e
non un salotto con parquet e tavolino basso (altezza nano) in legno
di ciliegio.
“Prego,
accomodati.”
“Questo divano è un pugno in un occhio.”
“Condivido,
Silvia. Non è un acquisto, ma il Primo Premio alla Lotteria di
Ferragosto, organizzata dall’Associazione Commercianti del
quartiere, due anni fa.”
La
ragazza, espressione a metà fra lo schifato e il perplesso, osserva
un quadrato di marmo che occupa il centro del tavolino in legno,
posto di fronte al divano vip (divano che, pur con tutti gli sforzi
fatti a suo tempo, non riuscii a sbolognare: i 1.600 euro del costo
di listino erano scesi, nel proporne la vendita ad amici e colleghi,
a un prezzo “imperdibile” di soli 400 euro, consegna a domicilio
inclusa).
“E
quella roba lì cosa mi rappresenta?”
“È
una formella in marmo che raffigura San Francesco in dialogo con il
lupo.”
“Un
uomo che parla coi lupi?”
“Un
santo. Il lupo era sull’incazzoso forte, minacciava il paesello
dove San Francis abitava, e lui cosa ti fa?”
“Gli
spara?”
“No, ci parla, lo accarezza e lo convince che deve delupizzarsi, trasformarsi in agnello mansueto.”
“Io gli avrei sparato, con i lupi non si può mai sapere! Ma lo sai quanti lupi si mimetizzano in agnelli e poi...”
“E
poi?”
“Mentre
sei lì nel loro salotto, su un orrendo divano mezzo bianco mezzo
rosso, davanti a un coso di marmo che fa venire i brividi da quanto è
brutto, vorrebbero saltarti”
“A
me la formella non dispiace e comunque, al pari del divano, non l’ho
comprata.”
“Altra
lotteria?”
“Sì,
Secondo Premio Lotteria Parrocchiale dell’anno scorso.”
“Vabbè,
resta il fatto che pretendi, te lo si legge negli occhietti bavosi,
di saltarmi addosso, di sdraiarmi su questo coso di tessuto sintetico
e angosciante, con un Santo e un lupo che ci osservano mentre ci
accoppiamo”
“Sorry,
ma non faccio parte della categoria.”
“Perché,
non vorresti forse portarmi a letto?”
“A
letto, sì. Ma questo è tecnicamente un divano.”
“Porco!”
Silvia
accompagna l’apprezzamento con un colpo di tacco (a spillo) sul mio
ginocchio destro.
Approfittando
della momentanea defaillance, la collega mi molla dolorante sul
divano e lascia il bilocale.
Vivo
attimi di estasi mistica: San Francesco esce dalla formella, sotto
forma di ologramma, attestandosi a mezz’aria.
“Stai
tranquillo PNV, non reagire. Lascia che la ragazza segua il suo
istinto, quello che le detta il cuore.”
“E cosa le suggerirebbe il cuore, caro Francis?”
“Di non elargirti le sue grazie.”
“E cosa le suggerirebbe il cuore, caro Francis?”
“Di non elargirti le sue grazie.”
“Apprezzo
la delicatezza nel dirmi che non me l’avrebbe mai”
“Fermati
PNV, così mi diventi volgare.”
L’ologramma
ridiscende per rientrare nella formella in marmo.
Il
Santo e il lupo mi sorridono, uno sguardo compassionevole sul nano
gambizzato che deve la propria verginità a una fortuna nei giochi
fuori dal normale.
Mi
alzo dal divano e zoppicando, un rivolo di sangue che partendo dalla
rotula scorre fino alla caviglia della gamba destra, raggiungo il
letto.
Il
tempo di stendermi, la testolina appoggiata sul guanciale in piuma
d’oca (risultato di una tombola giocata il mese scorso) e di
rilassarmi.
Gli
occhi socchiusi, inumiditi da un principio lacrimale (per il dolore
fisico del ginocchio: come nano tutto d’un pezzo mai potrei
piangere per sofferenze d’amore) e di focalizzare l’attenzione
sul prossimo appuntamento con la (s)fortuna nell’accoppiata
“vincente ai giochi - sconfitto in amore”.
Dunque,
potrei puntare 10 euro sulla vittoria di Nibali nel Campionato del
Mondo di Ciclismo e invitare Eleonora (la tipa dagli occhi verdi,
lentigginosa, del Commerciale) a un apericena in quel nuovo locale...
12 commenti:
Io proverei il fantacalcio, male che vada potrai sempre dire a Eleonora che quel superset da tifoso sfegatato ( con pallone autografato da CR7 incluso) è una vincita fortuita e casuale e non il segno inequivocabile del fatto che tu sei il tipico itagliano medio semi-hooligan tutto auto, tette e calcio...
@H P L
Al Fantacalcio non ho mai giocato (lo seguo poco per ritenermi "esperto").
Ogni tanto scommetto con una collega e amica sul tennis.
Se tu fossi veramente fortunato al gioco non vivresti in un bilocale con uno squallido divano. Quindi puoi.ancora sperare nell'amore
@ PNV
La mia era solo una battuta eh, ;) , sinceramente odio le scommesse, di qualunque tipo, ma son gusti.
(E poi concordo con Nia)
@Nia
Giusta osservazione ;-)
Le mie sono fortune al gioco frequenti (nei racconti esagero sempre, però) ma di entità modesta. Temo il 6 al SuperEnalotto e la verginità nei secoli dei secoli :)
@H P L
Certo, lo avevo capito.
provarci solo quando si è sicuri che te la dia
lo dico per esperienza ahimè
Uff, che ha contro i salotti col parquet e il tavolino basso in ciliegio?!
P.S. Io non le ho scritto niente, eh.
https://www.corriereadriatico.it/attualita/dongiovanni_invita_donne_ristoranti_abbandona_conto-3973553.html
@Stefano
Benvenuto.
Se dovessi attendere la certezza dovrei rimandare e rimandare e rimandare... :-)
@Silver Silvan
Non ho nulla: è la descrizione di casa mia :-)
Avevo sentito del Don Giovanni scroccatore.
Beh provaci.
Stavolta potrebbe arrivarti direttamente lo stiletto nello stomaco.
Ciao!
@Mariella
Benvenuta.
No, di stomaco sono già debole di mio.
Ma chi è Stefano?!
@Silver Silvan
Ops, era Francesco (chiedo scusa, ma devo essermi bevuto il cervello).
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