sabato 18 maggio 2019

CreaturaAngelicaDagliOcchiBlu


Avvicinare la CreaturaAngelicaDagliOcchiBlu era impresa al limite dell‘impossibile.

Sempre circondata da colleghe e colleghi (quest’ultimi spesso nella versione “moscone che ronza intorno alla preda”) non trovavo mai l’occasione per potermi presentare e confessarle l’enormità del mio amore per lei.

E poi, sarei stato in grado di farlo se il Caso mi avesse regalato l’opportunità di trovarmela di fronte, da sola, magari in uno dei corridoi dell’open space dove lavoravo, lei che ogni tanto bazzicava dalle mie parti (lavoravamo in due edifici posti l’uno di fronte all’altro, uno spiazzo di circa 50 metri a dividerci)?

La risposta era No.

La timidezza, la nanitudine, la precoce stempiatura, l’occhio pescelessico, erano ostacoli che toglievano il coraggio di farmi avanti, il PuroNanoVergine e la CreaturaAngelicaDagliOcchiBlu, versione moderna del Cyrano e di Rossana (anche a naso non me la cavavo male, le rime d’amor poetiche, alla bisogna, le sapevo sfornare, mi mancava solo il tirar di spada).

Fu così che un Amore già grande in partenza divenne un Amore Maestoso, Imponente, Ciclopico, Gigantesco, un Amore che non mi mollava un attimo, il pensiero fisso alla CreaturaAngelica… un Amore che anche nel bilocale dove abitavo mi marcava stretto (come Gentile con Maradona ai Mondiali di Spagna dell’82), mi toglieva spazio vitale: al mattino, poco dopo la sveglia, andavo in bagno e me lo ritrovavo nel box doccia che usava la “mia” acqua per lavarsi; la sera occupava tre quarti del letto obbligandomi a dormire in un angolo del materasso; di giorno aprivo la credenza e scoprivo (orrore!) che qualcuno (e chi se non Lui?) aveva fatto fuori i Gianduiotti al Caffè di Guido Gobino…

Situazione insostenibile: era necessario, questione di sopravvivenza, sgonfiare un Amore del genere (o degenere), un Amore platonico al quale dovevo togliere aria, ridurlo da pallone aerostatico, da mongolfiera ingombrante (provate voi a convivere con una mongolfiera in un bilocale di 50 mq) a palloncino da lunapark semisgonfio.

Come farlo?

Serviva una valvola di sfogo, da aprire, per permettere a un sentimento compresso e represso per mesi e mesi (a dire il vero per oltre tre anni, mille e più giorni di adorazione estatica e a distanza della CreaturaAngelicaDagliOcchiBlu) di uscire, di manifestarsi, in modo che, al di là dell’esito della manifestazione (ovvero, indipendentemente da un sicuro due di picche che avrei ricevuto una volta confessatomi con la Creatura…) la mongolfiera si sarebbe ridotta a dimensioni tali da poter uscire dalla porta di casa, lasciandomi finalmente solo, la doccia a completa disposizione, così come il materasso per poter dormire e soprattutto i Gianduiotti al Caffè per addolcire l’amara sensazione di un rifiuto angelico.

Novello Cyrano, iniziai ad inviare dal mio account di posta al suo (creatura.angelica@dagli.occhi.blu) una serie di email adoranti, dove a smorzare la pesantezza del sentimento era l’ironia (talvolta declinata in autoironia), la donna della mia vita ritratta nelle sue fattezze ultraterrene, il nano adorante impacciato nel corteggiarla (in avventure improbabili, vagamente fantozziane, per quanto lei non somigliasse affatto alla signorina Silvani).

Una liberazione.

Il solo sapere che il suo sguardo cobalto si posava, email dopo email, sullo schermo del pc per leggere i miei vaneggiamenti svenevoli, aveva innescato il processo di alleggerimento della zavorra amorosa.

Liberazione momentanea.

Il rischio di ricadere nel rimbambimento passionale era dietro l’angolo.

Per quanto non credessi, razionalmente, nella possibilità di coronare il sogno d’amore con la CreaturaAngelica… sotto sotto, in un angolo del cervello, più o meno in corrispondenza dell’amigdala, si era rannicchiata la speranza di evadere dalla condizione di puro, nano e (soprattutto) vergine, per unirmi indissolubilmente, nei secoli dei secoli, con il subject, ops, con il soggetto dei miei desideri.

Il tutto nei tempi dovuti: avevo atteso tre anni per farmi “vivo”, seppur in una versione mediata dalla posta elettronica, avrei quindi realizzato il mio obiettivo con calma, un primo caffè preso insieme, in ufficio, entro i 6 mesi successivi, seguito da una pausa pranzo (nella mensa aziendale) nei primi 12, per poi passare a un più impegnativo aperitivo nei 24 mesi, 36 i mesi necessari per un invito a cena e, una volta maturi i tempi, più o meno fra i 5 barra 6 anni, un dopocena tanto infuocato quanto breve (24 secondi di accoppiamento e la precoce conclusione del “tutto”).

Speranza morta in partenza.

La CreaturaAngelicaDagliOcchiBlu non rispondeva alle email (immaginavo che avesse scoperto l’identità del mittente rincitrullito evitando, al nano grafomane, una stroncatura che gli avrebbe spezzato il cuore: meglio un silenzioso diniego rispetto a un traumatico due di picche), mail che nel loro susseguirsi si caricavano di un’intensità citrullica crescente (l’involontaria ridicolezza di quando si perde la testa).

Dovevo presentarmi.

Non aveva senso, giunto alla 12esima lettera, dopo 7 mesi di farneticazioni bacioperuginiche, continuare in un inutile (e frustrante) corteggiamento a distanza.

Dovevo vincere il terrore di mostrarmi, in carne e ossa, con i limiti estetici che mi accompagnavano dall’infanzia, davanti al suo viso celestiale il quale, speravo, non avrebbe tradito un’espressione contrariata per l’inadeguatezza del puffo (e buffo) spasimante.

L’occasione si presentò in un tiepido pomeriggio dei primi di giugno, la CreaturaAngelica stava uscendo dal mio open space per dirigersi, da sola, in tutta la sua sovraterrena soavità, verso il proprio ufficio.

Lasciai passare una ventina di secondi e poi, lei esattamente a metà del percorso, misi in moto le due gambette sottodimensionate, iniziando la breve tachicardica rincorsa.
15 metri, 12 metri, 8 metri, 5 metri, 2 metri… e… con voce tremolante:

“Creatu… turaAnge… gelicaDa… dadada… dagliOcchiBlu!?”
l’avevo chiamata, il suono dalla mia ugola a sfiorare i timpani della Divina Fanciulla.

Il suo voltarsi.

Espressione sorpresa negli occhi blu cobalto.

Cosa dirle?

La lingua incollata al palato, rivoli di saliva ai bordi della bocca.

“CreaturaAngelicaDagliOcchiBlu, scu… scu… scusa… mi… sai per ca… caso… di… dire che ore so… sono?”

“No, non ho l’orologio. Mi spiace.”

Statua di sale: il sottoscritto.

Impietriro, l’osservo riprendere, rapida, il cammino.

2 metri, 5 metri, 8 metri, 12 metri, 15 metri… l’universo, a dividerci.

La CreaturaAngelicaDagliOcchiBlu a chiedersi, forse, il perché di una domanda idiota da parte di uno sconosciuto, il PuroNanoVergine in grado di rispondere al quesito, in mezzo a un piazzale, in un gradevole pomeriggio primaverile, le lacrime a rigargli le guance per poi tuffarsi nella bocca salivante.

8 commenti:

Silver Silvan ha detto...

Signor PNV, lei ha avuto a che fare con delle grandissime stronze!

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Ma non posso incolpare la CreaturaAngelica... di non indossare un orologio :-)

Silver Silvan ha detto...

Manco io indosso gli orologi! Del resto, il tempo è una convenzione e non mi sento in dovere di condividere le convenzioni altrui. Signor PNV, la smetta di farsi attirare dalle donne anticonvenzionali, anche se hanno gli occhi blu: sono delle grandissime stronze! Quindi, da oggi in poi, guardi quelle con gli occhi blu, ma badi bene che siano munite di orologio, smartphone, sito Facebook, tacco 12 e vestite all’ultima moda. Saranno noiosissime e per nulla originali, però, la avverto.

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Vada per le donne dagli occhi blu convenzionali e noiose (ho solo qualche dubbio per il tacco 12, vista la mia bassezza, un tacco simile mi renderebbe ancora più nano).

Silver Silvan ha detto...

Caspita, non ci avevo pensato! Non si preoccupi, una col tacco 12 mica diventa più alta, lo vuole solo sembrare.

fracatz ha detto...

ammazza ahò, 'sta storia me aricorda le mie vicende prima dell'incontro col grande Giancarlo. Er Gianca, un nano secco e col tacco normale, viaggiava in spider mentre io pensando al futuro in 500 rossa. Er Gianca era sempre con belle figliole, tanto che poi si comprò puro un bel cabinato che posteggiava ad Anzio, sicché un giorno commossosi del mio stato, volle analizzare la mia situazione e se ne uscì direttamente: "a Pié guarda che a la prima uscita con le donne io devi da mette in mano vedrai che se lo lasciano comunque nun te casca per terra"
Chissà quant'amori sofferti non hanno mai visto la luce e moriremo senza mai saperlo

Silver Silvan ha detto...

Il mondo è pieno di donne col gusto dell’orrido ... al suo amichetto avrei rifilato una bella ginocchiata nelle parti basse, senza esitazione.

PuroNanoVergine ha detto...

@fracatz
Er Gianca mi ricorda Er Monnezza: in parte mi fa senso un tipo così, ma in fondo in fondo lo invidio :-)

@Silver Silvan
E quando mena Silver Silvan...!

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