sabato 30 maggio 2020

Cuore d'oro

La signora Mastrobuoni, vedova Meravigli, trascina a fatica il carrello della spesa, la schiena curva, lo sguardo annebbiato da un paio di lenti spesse a intravedere il paesaggio urbano che le sta di fronte.

Bordo marciapiede.

L’ultimo ostacolo, prima del ritorno nel bilocale (più bagno e balconcino) dove vive sola da 7 anni, da quando il buon Peppino l’ha abbandonata per sempre, e dove potrà gustare due formaggini Tigre (al gusto salmone) da immergere nella pastina serale, è l’attraversamento della strada, la via principale che divide in due il quartiere.

“Signora, ha bisogno?”

Una voce alla destra della Mastrobuoni che si volta e scorge una sagoma tondeggiante, un grigio predominante con tracce di rosso.

“No, si figuri, ce la faccio, basta stare attenti” la risposta sulla difensiva della vecchina.

“Ha ragione, ci vuole attenzione, molta attenzione. Mi perdoni l’insistenza, ma questa strada è pericolosa, un via vai di macchine che è ripreso tale e quale a prima...” (prima del lockdown è il sottinteso) “… vederla attraversare col carrello, senza un aiuto, mi si stringe il cuore.”

(il ricordo di quando il Peppino le offriva il braccio nelle loro passeggiate romantiche)

“Va bene, se proprio ci tiene” la Mastrobuoni abbassa le difese e offre lo scheletrico braccio destro.

“Lei è sempre così gentile con le persone anziane?”

“Sempre! Sa, mi immagino che pure io, un giorno, lo diventerò e, insomma, mi farebbe piacere ricevere un aiuto, anche se da uno sconosciuto”.

“A proposito, come si chiama?”

“CO… CO… Corrado”

“Piacere Corrado, se vuole possiamo partire” la vecchietta si muove in avanti trascinando con sé il “braccio” dell’accompagnatore dal cuore d’oro.

“Mi parli di lei, Corrado. È sposato?”

“No, signora, non lo sono.”

“Peccato, fortunata la donna che l’avrà come marito.”

“Così mi fa arrossire.”

In effetti la Mastrobuoni nota un rossore accentuato nel suo cavaliere inaspettato.

I due proseguono per alcuni passi, avvicinandosi alla linea di mezzeria della strada.

La signora, affaticata, alterna corti passi a un respiro altrettanto corto, dovuto allo sforzo del camminare e del mantenere vivo il dialogo (difficile trovare argomenti da condividere con un ragazzo che potrebbe essere tuo nipote).

“Mi dica altro di lei, so solo come si chiama e che è singol

Il braccio destro della signora cade verso il basso, nessun appiglio a sostenerla, come se… come se… CO… CO… Corrado fosse svanito.

“Corrado, Corrado, ma dov’è Corrado? Mi abbandona, così, di colpo!?!”

Palpitazione, tachicardia, respiro affannoso, come se l’aria fosse svanita, al pari di Corrado, PANICO, sola, di nuovo sola, in mezzo alla strada, trafficata come prima, prima del lockdown si intende, il giovane aiutante volatilizzato, il carrello della spesa un macigno che la inchioda in mezzo alla carreggiata, PANICO, il cuore che le sale in gola, la gola che sembra bruciarle, all’improvviso, alternarsi rapido di brevi inspirazioni ed espirazioni, il martellare delle tempie, PANICO, oppressione al petto, la schiena a curvarsi ulteriormente, aria, aria, manca l’aria, il rumore delle macchine, i clacson, poi...


4 commenti:

fracatz ha detto...

ho capito che er nano puro nun c'entra niente co' Corado, dalla mancanza della relativa tag

Silver Silvan ha detto...

Con tutte quelle M dei cognomi, una fine di M ... è inevitabile, credo.

Manoel O. Dias ha detto...

sto valutando la riapertura. ma tu scrivi ancora! pazzesco. una perseveranza streordineria. mi congratulo, PNV.

PuroNanoVergine ha detto...

@fracatz
No, CO... Corado è molto più famoso (di questi tempi poi)

@Silver Silvan
Il destino nel cognome.

@Manoel O. Dias
Grazie, bentornato.
Noi nani non molliamo mai :-)

;