Ormai
non ho più speranza, la probabilità di potermi accoppiare con una
rappresentante dell'altro sesso, in carne e ossa, priva (quasi del
tutto) di lattice, in grado di intendere e soprattutto di voler...
mi, tende asintodicamente allo zero.
L'andropausa
dietro l'angolo e la verginità che mi dà una pacca d'ironica
solidarietà sulle spalle (curve).
Eppure
devo dire che ero partito con il piede giusto...
Primi
anni '70.
La
rivoluzione del sessantotto fra le altre cose aveva toccato la sfera
della sessualità, i freni inibitori scricchiolavano, il "peace
and love" si diffondeva, le gonne si mini-mizzavano, comparivano
i primi cinema porno e anche i film d'autore divenivano sempre più
audaci nelle scene di nudo mostrate.
Erano
gli anni di Ultimo tango a Parigi, dei panetti di burro usati in modo
improprio e un giovanissimo, bambinesco, PNV si trovò come amichetta
di condominio una giovanissima, bambinesca, fanciulla italo-francese
di nome Ellen (la madre divorziata, due sorelle, Vera e Rossana, a
farle compagnia) che io avevo ribattezzato Lele (le due 'e' aperte).
Per
lei ero il suo Pinavegine.
Lele
e Pinavegine.
Due
frugolini di 4 e 5 anni.
Ricordo
i pomeriggi passati insieme nel bilocale al quarto piano dove viveva
(oltre la mamma e le sorelle anche il nonno materno) quasi sempre in
camera da letto, sotto il letto per la precisione, a giocare al
dottore.
Ora,
di Marlon Brandi e Marie Schneider noi, piccoli (quasi) innocenti
pargoletti, non ne eravamo a conoscenza (preferivamo i fumetti di
Supergulp ai film di Bertolucci), ma le performance "sanitarie"
erano audaci, a posteriori potrei parlare di petting spinto.
Esplorazioni intime di coppia che talvolta si trasformavano in un
ménàge a trois quando Vera (di un anno più grande del
sottoscritto, di due rispetto alla sorella) ci raggiungeva (erano
italo-francesi, il ménage a trois era loro famigliare, quasi quanto
la baguette e l'escargot).
Ore
e ore dove PNV stuzzicava Lele, Lele ricambiava, poi era Vera a
inserirsi, PNV indeciso su quale delle due sorelle avesse la
precedenza, le due sorelle che all'improvviso ignoravano il nano
titubante e se la sbrigavano fra loro, il nano perplesso che iniziava
a singhiozzare, la mamma di Lele e Vera, richiamata dai singhiozzi
naneschi, che entrava nella stanza, a voce alta ci ordinava di uscire
da sotto il letto, le due sorelle prese per le orecchie e spinte in
sala da pranzo, PNV colpito col battipanni sulle tenere e rosee
chiappe, le rosee chiappe ora rosse dal battipanni, PNV che scendeva
le scale del condominio (abitavo al primo piano) versando lacrimoni
salatissimi sui gradini e, talvolta, rotolando sui medesimi in modo
disastroso (la vergogna e lo spavento erano tali che in alcuni casi
dimenticavo di tirarmi su i pantaloncini, uscivo dall'appartamento
del peccato transalpino muovendo a fatica le piccole gambette, i
calzoni abbassati a rendere difficoltosa la camminata, il conseguente
scontato ruzzolone nella discesa).
Ero
partito con il piede giusto, a 5 anni il petting avanzato, direi
cintura nera, secondo dan, poi... poi, la scomparsa di Lele, di Vera,
di Rossana, della mamma e pure del nonno materno.
Un
trasloco per non so quale nuova località, altro appartamento, altra
città, altra nazione, forse.
Gli
anni che iniziavano a correre, una corsa accelerata che non si è più
fermata, un PNV prima bimbo fatto e finito, fermo al petting con
Lele, raggiunto, in termini di esperienze pruriginose, dai suoi
compagni delle elementari, seguito da un PNV adolescente, fermo al
petting con Lele, superato, in termini di esperienze pruriginose, dai
compagni delle medie, seguito da un PNV ragazzo, quasi adulto, fermo
al petting con Lele, distanziato, in termini di esperienze
pruriginose, dai compagni delle superiori, seguito da un PNV adulto,
fermo al petting con Lele, doppiato, in termini di esperienze
pruriginose, dai colleghi di lavoro, seguito da un PNV sull'orlo
della terza età, che passa le giornate a pigiare i tasti di un
portatile (alternativa 2.0 all'osservazione del cantiere della
metropolitana) che ricorda con nostalgia le prime e uniche esperienze
pruriginose, ma soprattutto il grande amore, un amore condito da un
panetto di burro (e non solo... petting avanzato, cintura nera,
secondo dan), l'amore per una fanciullina italo-francese che aveva
ribattezzato Lele (le due 'e' aperte).
4 commenti:
Ciao sig. E sig.ra
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Cordiali saluti
Sig.ra Daniela Petrucci
@Daniela Petrucci
La ringrazio, ma sono schifosamente ricco di mio.
Ahahahah, era la risposta che davo ai rompiballe che mi chiamavano per contratti vari al telefono! Puntualmente, sorpresi dal fatto che non fossi per niente interessata, arrivava la domanda (manco fossi scema): “Ma come? Non vuole risparmiare?” e io rispondevo che ero ricca e avevo soldi da buttare!
@Silver Silvan
Probabilmente il "commento" di D.P. è un phishing e nulla più.
A un tizio che voleva propormi un contratto del gas e che si meravigliava del mio rifiuto, alla sua domanda "In base a cosa rifiuta l'offerta" una volta risposi, di botto, che rifiutavo in base al libero arbitrio che mi permetteva di scegliere il fornitore di gas che volevo, e non solo quello (ci mettemmo a ridere entrambi).
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