sabato 5 maggio 2018

Il gioco del dottore


Ormai non ho più speranza, la probabilità di potermi accoppiare con una rappresentante dell'altro sesso, in carne e ossa, priva (quasi del tutto) di lattice, in grado di intendere e soprattutto di voler... mi, tende asintodicamente allo zero.
L'andropausa dietro l'angolo e la verginità che mi dà una pacca d'ironica solidarietà sulle spalle (curve).
Eppure devo dire che ero partito con il piede giusto...

Primi anni '70.

La rivoluzione del sessantotto fra le altre cose aveva toccato la sfera della sessualità, i freni inibitori scricchiolavano, il "peace and love" si diffondeva, le gonne si mini-mizzavano, comparivano i primi cinema porno e anche i film d'autore divenivano sempre più audaci nelle scene di nudo mostrate.
Erano gli anni di Ultimo tango a Parigi, dei panetti di burro usati in modo improprio e un giovanissimo, bambinesco, PNV si trovò come amichetta di condominio una giovanissima, bambinesca, fanciulla italo-francese di nome Ellen (la madre divorziata, due sorelle, Vera e Rossana, a farle compagnia) che io avevo ribattezzato Lele (le due 'e' aperte).

Per lei ero il suo Pinavegine.
Lele e Pinavegine.
Due frugolini di 4 e 5 anni.

Ricordo i pomeriggi passati insieme nel bilocale al quarto piano dove viveva (oltre la mamma e le sorelle anche il nonno materno) quasi sempre in camera da letto, sotto il letto per la precisione, a giocare al dottore.
Ora, di Marlon Brandi e Marie Schneider noi, piccoli (quasi) innocenti pargoletti, non ne eravamo a conoscenza (preferivamo i fumetti di Supergulp ai film di Bertolucci), ma le performance "sanitarie" erano audaci, a posteriori potrei parlare di petting spinto. Esplorazioni intime di coppia che talvolta si trasformavano in un ménàge a trois quando Vera (di un anno più grande del sottoscritto, di due rispetto alla sorella) ci raggiungeva (erano italo-francesi, il ménage a trois era loro famigliare, quasi quanto la baguette e l'escargot).
Ore e ore dove PNV stuzzicava Lele, Lele ricambiava, poi era Vera a inserirsi, PNV indeciso su quale delle due sorelle avesse la precedenza, le due sorelle che all'improvviso ignoravano il nano titubante e se la sbrigavano fra loro, il nano perplesso che iniziava a singhiozzare, la mamma di Lele e Vera, richiamata dai singhiozzi naneschi, che entrava nella stanza, a voce alta ci ordinava di uscire da sotto il letto, le due sorelle prese per le orecchie e spinte in sala da pranzo, PNV colpito col battipanni sulle tenere e rosee chiappe, le rosee chiappe ora rosse dal battipanni, PNV che scendeva le scale del condominio (abitavo al primo piano) versando lacrimoni salatissimi sui gradini e, talvolta, rotolando sui medesimi in modo disastroso (la vergogna e lo spavento erano tali che in alcuni casi dimenticavo di tirarmi su i pantaloncini, uscivo dall'appartamento del peccato transalpino muovendo a fatica le piccole gambette, i calzoni abbassati a rendere difficoltosa la camminata, il conseguente scontato ruzzolone nella discesa).

Ero partito con il piede giusto, a 5 anni il petting avanzato, direi cintura nera, secondo dan, poi... poi, la scomparsa di Lele, di Vera, di Rossana, della mamma e pure del nonno materno.
Un trasloco per non so quale nuova località, altro appartamento, altra città, altra nazione, forse.

Gli anni che iniziavano a correre, una corsa accelerata che non si è più fermata, un PNV prima bimbo fatto e finito, fermo al petting con Lele, raggiunto, in termini di esperienze pruriginose, dai suoi compagni delle elementari, seguito da un PNV adolescente, fermo al petting con Lele, superato, in termini di esperienze pruriginose, dai compagni delle medie, seguito da un PNV ragazzo, quasi adulto, fermo al petting con Lele, distanziato, in termini di esperienze pruriginose, dai compagni delle superiori, seguito da un PNV adulto, fermo al petting con Lele, doppiato, in termini di esperienze pruriginose, dai colleghi di lavoro, seguito da un PNV sull'orlo della terza età, che passa le giornate a pigiare i tasti di un portatile (alternativa 2.0 all'osservazione del cantiere della metropolitana) che ricorda con nostalgia le prime e uniche esperienze pruriginose, ma soprattutto il grande amore, un amore condito da un panetto di burro (e non solo... petting avanzato, cintura nera, secondo dan), l'amore per una fanciullina italo-francese che aveva ribattezzato Lele (le due 'e' aperte).

4 commenti:

Daniela Petrucci ha detto...

Ciao sig. E sig.ra
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Cordiali saluti

Sig.ra Daniela Petrucci

PuroNanoVergine ha detto...

@Daniela Petrucci
La ringrazio, ma sono schifosamente ricco di mio.

Silver Silvan ha detto...

Ahahahah, era la risposta che davo ai rompiballe che mi chiamavano per contratti vari al telefono! Puntualmente, sorpresi dal fatto che non fossi per niente interessata, arrivava la domanda (manco fossi scema): “Ma come? Non vuole risparmiare?” e io rispondevo che ero ricca e avevo soldi da buttare!

PuroNanoVergine ha detto...

@Silver Silvan
Probabilmente il "commento" di D.P. è un phishing e nulla più.
A un tizio che voleva propormi un contratto del gas e che si meravigliava del mio rifiuto, alla sua domanda "In base a cosa rifiuta l'offerta" una volta risposi, di botto, che rifiutavo in base al libero arbitrio che mi permetteva di scegliere il fornitore di gas che volevo, e non solo quello (ci mettemmo a ridere entrambi).

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