domenica 21 ottobre 2018

Pickpocket coffee


Il dopopranzo in ufficio prevede un caffè al distributore automatico.

Nulla in confronto all’espresso del bar (o a quello con la Moka monodose di casa) ma pur sempre un piccolo piacere utile a digerire, nel mio caso, le zucchine lesse e, per il collega Piero, il riso in bianco al dente (molto al dente) che ogni giorno, tutti i giorni, mangiamo al solito tavolo della mensa aziendale.
Zucchine lesse il sottoscritto, riso in bianco per l’amico: any given day.

“PNV, pensavo di definire i turni per chi offre il caffè.”

“Turni? Non facciamo prima a decidere al momento a chi tocca? Abbiamo tutte e due la chiavetta carica di soldi. Il primo che la infila nella distributrice lo paga all’altro.”

“Meglio di no, meglio non lasciare nulla al caso. Ci vuole pianificazione.”

Piero, per gli amici Pierone, collega da ormai venticinque anni, è un ingegnere dalla taglia extralarge, in particolare nella zona addominale. Si vanta di non avere le maniglie dell’amore, ma i maniglioni antipanico.

“Proporrei, se sei d’accordo, di alternare le giornate. Il lunedì, il mercoledì e il venerdì sono tuoi. Io ricambio martedì e giovedì.”

Primo attimo di perplessità.

“Scusa Pierone, ma finisce 3 a 2 per me! Anzi 2 a 3 per te! Non è bilanciata la tua pianificazione.”

“Vero, ma così facendo pensavo di venire incontro alla tua generosità. Non ti vanti sempre di avere le mani bucate? In questo modo assecondo la tua indole, caro PNV.”

Secondo attimo di perplessità, poi l’illuminazione.

“Hai ragione, Piero. Non ci avevo pensato. Stuzzichi il mio altruismo e pure il mio lato più vanitoso. Mossa generosa la tua.”

“Sei tu quello generoso, PuroNano”

“Giusto, me ne stavo dimenticando.”

E così il lunedì, dopo le zucchine lesse e il riso in bianco, infilo la chiavetta rossa carica (carica di soldi, ben 9 euro e 60) nella distributrice.
Un espresso senza zucchero per il sottoscritto, uno con cinque tacche di zucchero per Pierone.

Il martedì, dopo le zucchine lesse ripiene di zucchine lesse e il riso bianco al dente con contorno di riso bianco al dente (la mensa aziendale si sbizzarrisce in ricette improbabili a tema: quello del martedì si intitola “Ricette al quadrato”) ci ritroviamo, io e il collega extralarge, alla solita macchinetta.
Ravanamento nelle tasche per l’Ingegnere.

“Oh cavoli, PNV, devo aver lasciato la chiavetta nel cassetto della scrivania. Per favore evitami la sfacchinata di andare a prenderla. Metti che poi, facendo una camminata non prevista, dimagrisco. Ahahah!”

“No problem, Piero. Come ti dicevo, meglio lasciar scegliere il Caso. Non ha senso pianificare.”

“Ma no, un senso ce l’ha. Sono io a essere sbadato! Comunque per ora grazie”.

Il Mercoledì per meglio digerire i fusilli alle zucchine lesse defusillizate e il riso con i piselli depisellizzato, matematicamente esprimibile come:

(fusilli+zucchine)-fusilli=zucchine

(riso+piselli)-piselli=riso

secondo il tema culinario: “Ricette a sottrazione”, sono io, in base alla pianificazione e forte di una memoria di ferro che mi impedisce di scordare chiavette nel cassetto della scrivania, a offrire l’espresso (amaro o iperglicemico).

Il giorno successivo, giovedì, la mensa si inventa il menù a “Inversione dei ruoli”, che porterebbe Pierone a strafogarsi con le zucchine lesse e i miei molari traballanti a masticare del riso semicrudo.

“No PNV, non mi va di scambiare le portate.”

“Come vuoi Pierone. Però se lo avessimo fatto avremmo potuto invertire pure la pianificazione. Avrei offerto io il caffè nonostante fosse toccato a te.”

L’amico sorride divertito alla mia battuta.

A pranzo terminato ci troviamo come solito al distributore.

Finalmente vedo Piero infilare la chiavetta nella fessura e:

“Oh cavoli, PNV. Ho solo 20 centesimi...” ravanamento nelle tasche “… e come sospettavo mi mancano i soldi per caricarla. Forse nella scrivania qualche spicciolo ce l’ho, ma ti prego, evitami la fatica di andare a cercare delle monetine. Sai, i maniglioni antipanico dell’amore mi rendono difficile camminare.”

“No problem, Piero. Togli pure quell’affare da lì” Piero estrae la chiavetta, sostituita, un attimo dopo, dalla mia, forte dei 7 euro e 20 centesimi residui.

Venerdì nessun menù originale.
La mensa aziendale, di una multinazionale fondata a Londra, obbliga i dipendenti al Fish and Chips.
Per una volta NO zucchine, NO riso al dente.
Fish (scaduto?) and Chips (avariate?) di difficile, se non impossibile, digestione.
Forse il solo caffè può aiutarci.
Mi ritrovo con l’Ingegnere al distributore quando, meravigliato, mi accorgo che la memoria di ferro si è deferrizzata.
Concitato ravanamento nelle taschine dei pantaloncini (sono un nano, i vestiti a misura conseguente).

“Oh cavoli, Pierone. Devo aver scordato la chiavetta!”

Sguardo di terrore dell’amico.

“L’avrai lasciata in un cassetto della scrivania.”

“Probabile, ma sai, sono un nanetto di un metro e diciotto, ho delle gambette mini che mi obbligano al triplo dei passi di un uomo normale per coprire la medesima distanza. Non me la sento di andare al posto per recuperarla.”

“Non preoccuparti PNV, ci penso io!”

Sbigottito, incredulo, vedo un Pierone insolitamente leggiadro, a dispetto dei maniglioni antipanico addominali, procedere a saltelloni, il passo rapido, privo di apparente fatica, in direzione della mia scrivania.
Ne sono certo, tornerà con la chiavetta del PuroNano nella mano, la mano grassoccia e trionfante, la infilerà nel distributore e si offrirà, con i miei soldi, il quinto caffè della settimana.
Un en plein di scroccaggio caffè indigeribile per il sottoscritto quanto il pessimo pranzo a base di pesce scaduto e patatine avariate.
Non ho speranze.
L’amico Pierone è un Ingegnere sui generis, un Ingegnere fantasioso che approfitta della limitata scaltrezza del suo nano collega.
Come poter uscire da questa situazione?
Se qualcuno ha suggerimenti da darmi, una soluzione al problema che mi procura mal di stomaco e una diminuzione inesorabile e costante della somma di denaro presente sulla chiavetta, avrebbe non solo la mia eterna riconoscenza ma, ça va sans dir, come minimo una tazzina di caffè di quello buono (no distributore, grazie) in omaggio.

12 commenti:

H P L ha detto...

(Volendo sperare che l' 80% del racconto tu te lo sua inventato)una soluzione sarebbe o mandarlo a fanculo, oppure inventarsi una sorta di raccolta punti fedeltà che premia l'impiegato aziendale più spendaccione durante la pausa pranzo/caffè con [inserire qualcosa che potrebbe far gola all'ingegnere]

Nia ha detto...

Di che causa pressione alta non puoi più prendere il caffè, e vai a bertelo al bar da solo

PuroNanoVergine ha detto...

@H P L
E' inventato l'88,15% del racconto. Il mio collega sa del post e di come sia ingiustamente accusato di scroccare i caffè :-)

@Nia
Ci sarebbero altri distributori dove lavoriamo ;-)

CirINCIAMPAI ha detto...

Allora non è che lo scroccone sei tu?

H P L ha detto...

@ PNV

Emmenomale... ;)

PuroNanoVergine ha detto...

@CirINCIAMPAI
No, te lo assicuro.

La spettinata ha detto...

@io consiglio di fingere una bella gastrite, di non bere il caffè, di fingere di andare in bagno e invece di uscire dall'edificio, andare al bar, bere uno squisito caffé in solitaria e tornare raggiante in ufficio dopo aver ingerito una mentina per mascherare l'alito caffeino

PuroNanoVergine ha detto...

@La spettinata
Grazie per il consiglio :-)
Un po' complicato da mettere in atto (lavoro "in mezzo ai campi") però ingegnoso.

Mira Queen ha detto...

Io sosterrei come soluzione diplomatica quella de La Spettinata, ma visto che sono bastarda proporrei di portare la moka da uno e fare il caffè solo per te. Se lui ne vuole che ti porti un pacchetto di caffè ogni tanto.

PuroNanoVergine ha detto...

@Mira Queen
Ci sono dei colleghi che hanno portato la macchina che usa le cialde,
ma in teoria è vietato farlo.

Bloody Silver Silvan ha detto...

Io gli darei un mon cheri’. Nel senso che gli amputerei la mano che si tiene puntualmente in tasca.

PuroNanoVergine ha detto...

@Bloody Silver Silvan
Sarebbe un epilogo perfetto per un post del blog di PNV (PulpNanoVergine)

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