Il
dopopranzo in ufficio prevede un caffè al distributore automatico.
Nulla
in confronto all’espresso del bar (o a quello con la Moka monodose
di casa) ma pur sempre un piccolo piacere utile a digerire, nel mio
caso, le zucchine lesse e, per il collega Piero, il riso in bianco al
dente (molto al dente) che ogni giorno, tutti i giorni, mangiamo al
solito tavolo della mensa aziendale.
Zucchine
lesse il sottoscritto, riso in bianco per l’amico: any given day.
“PNV,
pensavo di definire i turni per chi offre il caffè.”
“Turni?
Non facciamo prima a decidere al momento a
chi tocca?
Abbiamo tutte e due la chiavetta carica di soldi. Il primo che la
infila nella distributrice lo
paga
all’altro.”
“Meglio
di no, meglio non lasciare nulla al caso. Ci vuole pianificazione.”
Piero,
per gli amici Pierone, collega da ormai venticinque anni, è un
ingegnere dalla taglia extralarge, in particolare nella zona
addominale. Si vanta di non avere le maniglie dell’amore, ma i
maniglioni antipanico.
“Proporrei,
se sei d’accordo, di alternare le giornate. Il lunedì, il
mercoledì e il venerdì sono tuoi. Io ricambio martedì e giovedì.”
Primo
attimo di perplessità.
“Scusa
Pierone, ma finisce 3 a 2 per me! Anzi 2 a 3 per te! Non è
bilanciata la tua pianificazione.”
“Vero,
ma così facendo pensavo di venire incontro alla tua generosità. Non
ti vanti sempre di avere le mani bucate? In questo modo assecondo la
tua indole, caro PNV.”
Secondo
attimo di perplessità, poi l’illuminazione.
“Hai
ragione, Piero. Non ci avevo pensato. Stuzzichi il mio altruismo e
pure il mio lato più vanitoso. Mossa generosa la tua.”
“Sei
tu quello generoso, PuroNano”
“Giusto,
me ne stavo dimenticando.”
E
così il lunedì, dopo le zucchine lesse e il riso in bianco, infilo
la chiavetta rossa carica (carica di soldi, ben 9 euro e 60) nella
distributrice.
Un
espresso senza zucchero per il sottoscritto, uno con cinque tacche di
zucchero per Pierone.
Il
martedì, dopo le zucchine lesse ripiene di zucchine lesse e il riso
bianco al dente con contorno di riso bianco al dente (la mensa
aziendale si sbizzarrisce in ricette improbabili a tema: quello del
martedì si intitola “Ricette al quadrato”) ci ritroviamo, io e
il collega extralarge, alla solita macchinetta.
Ravanamento
nelle tasche per l’Ingegnere.
“Oh
cavoli, PNV, devo aver lasciato la chiavetta nel cassetto della
scrivania. Per favore evitami la sfacchinata di andare a prenderla.
Metti che poi, facendo una camminata non prevista, dimagrisco.
Ahahah!”
“No
problem, Piero. Come ti dicevo, meglio lasciar scegliere il Caso. Non
ha senso pianificare.”
“Ma no, un senso ce l’ha. Sono io a essere sbadato! Comunque per ora grazie”.
Il
Mercoledì per meglio digerire i fusilli alle zucchine lesse
defusillizate e il riso con i piselli depisellizzato, matematicamente
esprimibile come:
(fusilli+zucchine)-fusilli=zucchine
(riso+piselli)-piselli=riso
secondo
il tema culinario: “Ricette a sottrazione”, sono io, in base alla
pianificazione e forte di una memoria di ferro che mi impedisce di
scordare chiavette nel cassetto della scrivania, a offrire l’espresso
(amaro o iperglicemico).
Il
giorno successivo, giovedì, la mensa si inventa il menù a
“Inversione dei ruoli”, che porterebbe Pierone a strafogarsi con
le zucchine lesse e i miei molari traballanti a masticare del riso
semicrudo.
“No
PNV, non mi va di scambiare le portate.”
“Come
vuoi Pierone. Però se lo avessimo fatto avremmo potuto invertire
pure la pianificazione. Avrei offerto io il caffè nonostante fosse
toccato a te.”
L’amico
sorride divertito alla mia battuta.
A
pranzo terminato ci troviamo come solito al distributore.
Finalmente
vedo Piero infilare la chiavetta nella fessura e:
“Oh
cavoli, PNV. Ho solo 20 centesimi...” ravanamento nelle tasche “…
e come sospettavo mi mancano i soldi per caricarla. Forse nella
scrivania qualche spicciolo ce l’ho, ma ti prego, evitami la fatica
di andare a cercare delle monetine. Sai, i maniglioni antipanico
dell’amore mi rendono difficile camminare.”
“No
problem, Piero. Togli pure quell’affare da lì” Piero estrae la
chiavetta, sostituita, un attimo dopo, dalla mia, forte dei 7 euro e
20 centesimi residui.
Venerdì
nessun menù originale.
La
mensa aziendale, di una multinazionale fondata a Londra, obbliga i
dipendenti al Fish and Chips.
Per
una volta NO zucchine, NO riso al dente.
Fish
(scaduto?) and Chips (avariate?) di difficile, se non impossibile,
digestione.
Forse
il solo caffè può aiutarci.
Mi
ritrovo con l’Ingegnere al distributore quando, meravigliato, mi
accorgo che la memoria di ferro si è deferrizzata.
Concitato
ravanamento nelle taschine dei pantaloncini (sono un nano, i vestiti
a misura conseguente).
“Oh
cavoli, Pierone. Devo aver scordato la chiavetta!”
Sguardo
di terrore dell’amico.
“L’avrai
lasciata in un cassetto della scrivania.”
“Probabile,
ma sai, sono un nanetto di un metro e diciotto, ho delle gambette
mini che mi obbligano al triplo dei passi di un uomo normale per
coprire la medesima distanza. Non me la sento di andare al posto per
recuperarla.”
“Non
preoccuparti PNV, ci penso io!”
Sbigottito,
incredulo, vedo un Pierone insolitamente leggiadro, a dispetto dei
maniglioni antipanico addominali, procedere a saltelloni, il passo
rapido, privo di apparente fatica, in direzione della mia scrivania.
Ne
sono certo, tornerà con la chiavetta del PuroNano nella mano, la
mano grassoccia e trionfante, la infilerà nel distributore e si
offrirà, con i miei soldi, il quinto caffè della settimana.
Un
en plein di scroccaggio caffè indigeribile per il sottoscritto
quanto il pessimo pranzo a base di pesce scaduto e patatine avariate.
Non
ho speranze.
L’amico
Pierone è un Ingegnere sui generis, un Ingegnere fantasioso che
approfitta della limitata scaltrezza del suo nano collega.
Come
poter uscire da questa situazione?
Se
qualcuno ha suggerimenti da darmi, una soluzione al problema che mi
procura mal di stomaco e una diminuzione inesorabile e costante della
somma di denaro presente
sulla chiavetta, avrebbe non
solo la mia eterna riconoscenza
ma,
ça
va sans dir, come minimo una
tazzina di caffè di quello buono (no distributore, grazie)
in omaggio.
12 commenti:
(Volendo sperare che l' 80% del racconto tu te lo sua inventato)una soluzione sarebbe o mandarlo a fanculo, oppure inventarsi una sorta di raccolta punti fedeltà che premia l'impiegato aziendale più spendaccione durante la pausa pranzo/caffè con [inserire qualcosa che potrebbe far gola all'ingegnere]
Di che causa pressione alta non puoi più prendere il caffè, e vai a bertelo al bar da solo
@H P L
E' inventato l'88,15% del racconto. Il mio collega sa del post e di come sia ingiustamente accusato di scroccare i caffè :-)
@Nia
Ci sarebbero altri distributori dove lavoriamo ;-)
Allora non è che lo scroccone sei tu?
@ PNV
Emmenomale... ;)
@CirINCIAMPAI
No, te lo assicuro.
@io consiglio di fingere una bella gastrite, di non bere il caffè, di fingere di andare in bagno e invece di uscire dall'edificio, andare al bar, bere uno squisito caffé in solitaria e tornare raggiante in ufficio dopo aver ingerito una mentina per mascherare l'alito caffeino
@La spettinata
Grazie per il consiglio :-)
Un po' complicato da mettere in atto (lavoro "in mezzo ai campi") però ingegnoso.
Io sosterrei come soluzione diplomatica quella de La Spettinata, ma visto che sono bastarda proporrei di portare la moka da uno e fare il caffè solo per te. Se lui ne vuole che ti porti un pacchetto di caffè ogni tanto.
@Mira Queen
Ci sono dei colleghi che hanno portato la macchina che usa le cialde,
ma in teoria è vietato farlo.
Io gli darei un mon cheri’. Nel senso che gli amputerei la mano che si tiene puntualmente in tasca.
@Bloody Silver Silvan
Sarebbe un epilogo perfetto per un post del blog di PNV (PulpNanoVergine)
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